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Il Porticciolo: dalla posa della prima pietra
(Notizie e testimonianze fotografiche prese da: “Varazze nel 900”, testo di ricerche storiche e socio economiche di Lorenzo ARECCO, che ringraziamo per la gentile concessione)
Desiderato da molti, il porticciolo turistico di IV classe, è stato progettato e costruito tra mille discussioni e polemiche: chi lo voleva a levante, chi lo voleva a ponente, chi lo voleva diverso; qualcuno non lo voleva affatto. La costruzione, ad opera di una impresa di Genova, la Riccardo Parodi & C., iniziò nel 1957.
Per circa un anno l’opera procedette speditamente, poi i lavori iniziarono a languire: nel 1961 erano impegnati soltanto tre o quattro operai. Nel mese di novembre di quell’anno secondo le previsioni di molti uomini di mare varazzini, la struttura ancora fragile perchè non rinforzata a dovere, venne semidistrutta da una violenta mareggiata (vedi foto).
I lavori vennero sospesi per parecchio tempo. Intanto le polemiche aumentavano ulteriormente poichè la zona s’insabbiava, a danno della spiaggia del centro città . Finalmente dopo oltre un anno e mezzo di interruzione, per circa duecento milioni la stessa impresa si aggiudica i lavori per la sua ultimazione: il porto avrà uno specchio d’acqua di circa 27.000 metri quadrati, una imboccatura di 80 metri, i fondali da 4 a 5 metri ed una capienza di 270 posti barca.
Purtroppo a causa del continuo insabbiamento, il Comune è costretto ad eseguire opere di drenaggio, che però non risolvono il problema. Attraverso una pubblicazione sul Gazzettino di Varazze del 15 febbraio 1975, l’Avv. G.B.Camogli, presidente dell’Azienda Autonoma, affronta il problema scrivendo……”Quando si discuteva sulla opportunità o meno di progettare e portare in opera l’attuale porto di 4° classe, era sorto già allora il dilemma: Porto a Ponente o a Levante? La tesi del porticciolo a ponente ebbe il sopravvento, ma dopo alcuni anni, a costruzione avvenuta, anche i sostenitori di tale progetto si accorsero dell’errore nel quale erano incorsi. Difatti fu visibile a tutti, anche ai non competenti,che l’arenile di Varazze si stava impoverendo con una massiccia erosione a tutto danno del turismo locale che per vivere e prosperare ha soprattutto bisogno di spiaggia. Con la costruzione del molo foraneo, era stato interrotto il naturale gioco delle correnti rompendo l’armonia naturale delle cose….
Già prima della guerra l’ing. Tullio Viganego ingegnere costruttore e progettista di molti porti nel mondo, cittadino di Varazze, per amore della sua città , aveva studiato con particolare cura l’andamento delle correnti marine del nostro golfo, e con l’ausilio di aniline colorate, aveva capito che la corrente continuava da ponente verso levante, riscontrando in tal modo che la sabbia è in continuo costante movimento verso quest’ultima direzione. A suffragio della sua teoria, lo dimostra la storia del pennello della Mola.
Finchè tale pennello era efficiente, un magnifico arenile si estendeva dal molo di S.Caterina fino a quello della Mola; al di la una pescosa scogliera subacquea. Non appena il pennello della Mola andò in disfacimento, è scomparsa la maggior parte di arenile dalla zona estrema di levante, ed al posto della secca, verso levante, ora esiste un enorme banco di sabbia, impossibilitata a tornare nel golfo perchè sistemata in zona più profonda ed in lento e continuo movimento verso Cogoleto. Vista la necessità di frenare l’erosione della spiaggia del golfo e l’insabbiamento del porto viene proposto di costruire un nuovo porto a levante della Punta della Mola e la società Giostel avanza un progetto in tal senso: l’idea però viene bocciata.
Infine negli anni novanta, prevale la soluzione di modificare radicalmente le strutture del porto esistente, ampliandolo notevolmente. Dopo diverse varianti, in data 19 aprile 2002 viene approvato il progetto definitivo presentato dalla Giostel. I lavori hanno inizio nel 2003 con lo smantellamento delle strutture esistenti. Vengono cosi’ demoliti i locali occupati dalla Lega Navale, i locali dei Bagni Torino, i depositi della scuola velica, e i capannoni artigianali che verranno poi ricostruiti nella nuova struttura.
Una serie di foto che documentano lo smantellamento del vecchio porticciolo, sono riportate nella pagina;
demolizione
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