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9 Gennaio 2016

Varazze. Bagarre in Consiglio Comunale sul recupero urbano del retroporto

PonentevazzinoNews
Varazze, 9.01.2016.                     Home page

studio-computer-passeggiata-ponente-varazze.jpgBagarre in Consiglio Comunale sul recupero urbano del retroporto di Varazze

Il Consiglio Comunale in sessione straordinaria e seduta pubblica convocato per le ore 18.00 di giovedì 7 gennaio 2016, sostanzialmente per la trattare “l’approvazione dell’atto modificativo e integrativo della Convenzione per l’attuazione del progetto urbanistico operativo (P.U.O.) di riqualificazione e recupero urbane della zona TIC e T1A1 del PUC stipulata in data 06.10.2011 rep. n. 10867 del Comune di Varazze”, si è concluso con l’abbandono dell’aula da parte dei Consiglieri di opposizione.

I tre gruppi di minoranza “Varazze la tua Città”, “Movimento 5 Stelle” e “Amo Varazze”, sono molto critici ed amareggiati in primis per l’inusuale comportamento dell’Assessore all’Urbanistica, poi per la decisione del Sindaco, assunta in qualità di presidente del Consiglio Comunale, infine per l’approvazione del punto 2 dell’ordine del giorno da parte di una maggioranza che ritengono responsabile di: ““aver attuato un colpo di mano; un’arroganza mai vista; aver leso i principi di partecipazione democratica; essere forte coi deboli e debole coi forti; autorizzare un recupero urbano «spezzatino» che permetterà al privato di iniziare a costruire il solo lotto 2, ossia la parte che gli interessa, quella con vista mare, una torre di otto piani e tanti micro appartamenti.

Non ci sorprende affatto che oggi torni di attualità, purtroppo in tutta la sua ancora poco compresa complessità, la pratica inerente la riqualificazione di una vasta e strategica area urbana della città. Un mancato recupero e degrado di un sito che nello scorso secolo ha ospitato un’importante realtà industriale per Varazze e per l’intera Provincia, con il quale la comunità è ancora oggi costretta a convivere, subendone giorno dopo giorno, da troppi anni, gli inevitabili disguidi.

I recuperi urbani conseguenti a dismissioni industriali non sono mai di facile attuazione, non solo a Varazze, ma in tutto il nostro “bel Paese”, come ogni giorno possiamo constatare dalle notizie dei media sia on-line che cartacei. Certo è, che per il retroporto e gli adiacenti cantieri Baglietto, per restare nel solo ponente varazzino, dopo le tante discussioni, confronti, modifiche, interesse, disinteresse e promesse dei politici che negli ultimi vent’anni si sono succeduti alla guida amministrativa della città, ci aspettavamo ben altro … .

E’ vero che noi tutti, in primis tecnici e pubblici amministratori, da diversi decenni dobbiamo fare i conti con una complessa e difficile realtà urbanistica e territoriale in generale: “Lo scempio in eredità dagli anni ’70”, com’è bene descritto nel post pubblicato sul blog “Parliamo di Varazze” (che vi invitiamo a leggere integralmente, senza tralasciare i relativi commenti e in particolare quello che parla dellanuova costruzione con piscina che sta sorgendo a 30 m. dal ns. ridente Cimitero Comunale, a 20 m. dalla profumatissima stazione di sollevamento della conduttura fognaria dell’Aspera ed a 4 passi dalla salubre galleria dell’ex ferrovia?”), dove tra l’altro viene evidenziato che:

… la cosa peggiore è che non si può tornare indietro, perché non è pensabile ovviamente cancellare con le ruspe quartieri e vie. … La firma è dei politici, dei funzionari e degli imprenditori dell’epoca con politiche urbanistiche folli che se è vero che hanno fatto in molti altre città, è anche vero che non tutte hanno ceduto al denaro che correva a fiumi, e oggi sono proprio quelle che sono premiate dal turismo contemporaneo.

Ma ecco come si sono svolti i fatti che hanno portato i gruppi di minoranza a decidere di abbandonare l’aula, con successivi comunicati stampa, da una e dall’altra parte, per spiegare e a difesa del proprio comportamento e decisioni assunte.

Iniziamo proponendo i comunicati stampa di “Varazze la tua Città” e “Amo Varazze” emessi subito dopo la convocazione del Consiglio Comunale, con i quali chiedevano il “ritiro della pratica” e “maggiore chiarezza”:

I dubbi del gruppo consigliare “Varazze la tua città”, Busso e Petrini:Pratica da ritirare, se approvata sarà dannosa per la città. Il sindaco Bozzano dica cosa sorgerà sull’area del campo Pino Ferro.

La pratica presentata in Consiglio dalla maggioranza del sindaco Bozzano va ad esaudire i desideri del costruttore – accusano i consiglieri di minoranza Paola Busso e Davide Petrini – cancellando però completamente le garanzie che tutelavano gli interessi pubblici, primo fra tutti la realizzazione di una cospicua porzione delle opere di urbanizzazione. I cittadini di Varazze che, proseguono i due esponenti del gruppo consiliare «Varazze la tua Città», dopo aver sopportato per anni una serie di macerie, vogliono certamente veder partire i lavori in quell’area, ma vogliono anche avere la sicurezza che vengano terminati e che l’area in questione non resti incompiuta. La pratica in questione, sottolineano i due esponenti della minoranza, è stata presentata in modo frettoloso e prevede una dilazione degli oneri che il costruttore deve versare al Comune, cosa sulla quale è comprensibile si debba trattare visto il periodo di forte crisi del settore edile, ma il vero problema è che questa modifica riguarda una parte sola delle opere da realizzare, il cosiddetto lotto 2 (la stecca di abitazioni nella zona dietro al porto).

Nessuna assicurazione – proseguono Busso e Petrini – è prevista sul lotto 3 (vecchia conceria), area maggiormente delicata in quanto prima della realizzazione di qualsiasi opera è necessaria la bonifica del terreno, inquinato dalla vecchia attività industriale. La pratica non è nuova, era già stata portata in consiglio nel 2014 dal sindaco Delfino e proprio l’allora consigliere di minoranza Bozzano aveva richiesto che il costruttore garantisse totalmente l’opera nel suo complesso con fidejussione bancaria, non accettando semplicemente quella assicurativa. Questa garanzia, assolutamente opportuna, se non obbligatoria in termini di legge, viene del tutto ignorata nella pratica presentata dallo stesso Bozzano e dalla sua maggioranza. Oggi, nella posizione di sindaco – proseguono – fa certo scrivere che è necessaria fideiussione bancaria ma solo sugli oneri del lotto di cui verrà iniziata la costruzione mentre se intorno resterà tutto incompiuto per i cittadini di Varazze non ci sarà alcuna garanzia! È vero che solo gli stupidi non cambiano mai idea, ma sarà questo il caso?”.

Di fronte a queste mancanze il nostro gruppo ‘Varazze la tua Città’ – concludono Busso e Petrini – non può semplicemente votare contro ma deve innanzitutto chiedere al Sindaco di ritirare una pratica che se approvata sarà dannosa per la città. Inoltre è necessario che il Sindaco Bozzano dica alla città cosa sorgerà sull’area del campo Pino Ferro, il PUO (piano urbanistico operativo attuale) prevede che lì venga realizzato un centro natatorio, ma il Sindaco ha più volte detto che questa non è ciò che avverrà senza però dire come e quando l’accordo che continua a portare avanti verrà modificato.”

Riqualificazione retroporto di Varazze: il consigliere comunale di minoranza Gianantonio Cerruti, del gruppo “Amo Varazze”, chiede chiarezza.

Mancanza di visione per le aree del retroporto e poca chiarezza nelle garanzie a tutela del comune di Varazze. Rimaniamo sconcertati dalla lettura degli atti del prossimo consiglio in cui si portera’ all’approvazione l’atto modificatorio della convenzione per la riqualificazione delle aree del retroporto, già approvata dal consiglio comunale nel 2011 e nel 2014. Al fine di far partire “a tutti i costi” le opere del complesso residenziale previsto da 37.000 mc, il Sindaco Bozzano non si rende conto che con le modifiche apportate rischia di fare gli interessi del soggetto attuatore ma a scapito della comunità varazzina.

Siamo favorevoli alla celere ripresa delle opere di riqualificazione del retroporto, ferme da più di 4 anni a causa della crisi economica che ha investito il settore edilizio-residenziale, che pare ormai prossimo alla ripresa nel 2016. Siamo anche favorevoli ad una dilazione dei pagamenti degli oneri concessori al soggetto attuatore, tuttavia lamentiamo una serie di questioni ad oggi irrisolte a pochi mesi dalla presunta partenza del cantiere:

– la mancanza di una visione futura del levante cittadino e della futura destinazione d’uso delle aree di proprietà comunale tra cui le aree dell’ex pino ferro e del salice, che ad oggi risultano ancora essere destinate, secondo la convenzione vigente e contrariamente alle intenzioni dell’attuale amministrazione, ad un parcheggio in struttura con centro natatorio, a centro di polisoccorso e a campo sportivo;
– la mancanza di adeguate contropartite ai varazzini in virtù della “generosa” dilazione dei pagamenti degli oneri di urbanizzazione concessa al soggetto attuatore del retroporto. In particolare lamentiamo la scomparsa di quanto proposto pubblicamente nei mesi scorsi, ovvero la sistemazione a parcheggio temporaneo e gratuito del 30% delle aree del retroporto al fine di ridurre i disagi in città durante il lunghissimo periodo di esecuzione dei lavori e soprattutto durante i mesi estivi;
– Il peggioramento delle garanzie a tutela delle ingenti opere di urbanizzazione da realizzarsi a scomputo per oltre 5 mln di €uro, che da bancarie sono state inspiegabilmente tramutate in assicurative, decisamente meno sicure in caso di escussione per il comune, come pubblicamente dichiarato poco più di un anno fa dall’allora consigliere Bozzano e oggetto di battaglia dai banchi dell’opposizione . A tal proposito chiediamo all’attuale Sindaco Bozzano di fare chiarezza e di spiegare ai cittadini le sue attuali scelte, che risultano contraddittorie rispetto a poco tempo fa e sicuramente meno tutelative nei confronti della città e dei cittadini rispetto alla precedente convenzione.

Tutto quanto sopra premesso, sarebbe opportuno che l’amministrazione si rendesse conto delle gravi problematiche e dei rischi a cui andrà incontro la città senza avere le idee chiare sulle aree del retroporto e con le modifiche peggiorative della convenzione ad oggi vigente. Pertanto chiediamo al Sindaco, come già proposto dagli altri gruppi di opposizione, il ritiro della pratica fino a quando l’amministrazione non avrà ben chiarito con i cittadini ogni aspetto in questione.

Ed ecco cosa è successo giovedì 7 gennaio 2016 all’inizio della seduta del Consiglio Comunale in oggetto, che ha scatenato la dura presa di posizione dei tre gruppi di minoranza, sfociata poi nell’abbandono dell’aula, così come raccontano i tre gruppi in un comunicato congiunto:

All’inizio della seduta, in occasione della discussione della pratica riguardante la modifica della convenzione attuativa delle aree del retroporto, l’assessore all’urbanistica ci ha consegnato brevi manu un atto modificativo e integrativo della convenzione stessa profondamente modificata rispetto a quello discusso durante la commissione urbanistica e territorio del 30 dicembre. Sbalorditi di fronte ad un atteggiamento così irrispettoso, abbiamo da subito avanzato la richiesta di sospensione del Consiglio e il ritiro della pratica in discussione, per valutare attentamente le modifiche sostanziali apportate all’atto in questione. Il sindaco, in qualità di presidente del consiglio comunale, ha dapprima negato la sospensione della seduta, dopodiché ha concesso, di fronte alle accese rimostranze delle opposizioni, una riunione di 5 minuti ai capigruppo di minoranza per valutare nel dettaglio le modifiche apportate. Impossibilitati a valutare tali e tante modifiche sostanziali per un atto così importante per il futuro della città, abbiamo nuovamente richiesto all’unanimità la sospensione del consiglio e il ritiro della pratica. Il sindaco non ha concesso tale giustificata richiesta ledendo i principi di partecipazione democratica. A seguito di tale atteggiamento abbiamo abbandonato l’aula per protesta.

“La maggioranza si china davanti ai privati per il retroporto”.
Il Movimento 5 Stelle dichiara: “Forte coi deboli e debole coi forti, così possiamo riassumere quello che a Varazze era già accaduto col porto e l’area del ex cotonificio anni fa e che ieri si è ripetuto col retroporto in consiglio comunale. Nessuno riesce a dire no al grande costruttore privato e ai suoi interessi, chicchessia il vincitore delle elezioni. Anche questo sindaco e questa maggioranza si sono chinati davanti alle richieste del privato. Non di tratta questa volta però del solito dilazionamento del pagamento degli oneri, già più volte chiesto, Ben più grave è la questione: il Comune ha autorizzato lo ‘spezzatino’ e quindi permetterà che, di tre lotti, si inizi a costruire solo il lotto 2, ossia la parte che interessa al privato, quella con vista mare, una torre di otto piani e tanti micro appartamenti. Nessun lavoro inizierà né nessuna garanzia è stata data o chiesta, invece, per la realizzazione del lotto 1, cioè la parte che interessa la città e che dovrebbe ospitare più degnamente i Vigili del Fuoco, la CRI, la protezione civile e una struttura sportiva. Non è stato neppure chiesto di riavere almeno indietro il nostro campo sportivo, dato gratuitamente e rimasto inutilizzato.”

Insomma, è stato confezionato un imbarazzante pacco regalo. – accusa il M5S – Imbarazzante perché troppo grande e sospetta è stata l’assurdità della sottomissione del comune di fronte al ‘forte’. Troppo evidente è stata la mancanza di coraggio nell’ammettere che il molto ambizioso progetto edilizio del retroporto, respinto dal mercato da anni, è stato un errore, risultando di fatto irrealistico. Ma sopratutto imbarazzante perché solo uno sprovveduto non poteva non capire che, con la decisione presa, il rischio di vedere realizzata solo la parte speculativa del progetto, senza avere in cambio null’altro che briciole, sarebbe diventata altissima. Inoltre, se aggiungiamo che, per valutare una importante modifica dell’ultimo minuto della pratica, sono stati concessi solo 5 minuti alle opposizioni, il quadretto del ‘forte coi deboli’ è diventato ancora più definito. Siamo nel periodo dei saldi, ma una così umiliante svendita sottocosto la città non la meritava.

Concludiamo con il comunicato stampa del Sindaco Avv. Alessandro Bozzano.

Consiglio Comunale di Varazze sulla riqualificazione del retroporto.
Ieri sera (Giovedì 7 gennaio 2016 – ndr) si è svolto il consiglio comunale in seduta straordinaria il cui secondo punto all’ordine del giorno atteneva alla parziale modifica della convenzione relativa al progetto del retroporto più comunemente chiamato T1. E’ stata proposta la modificazione dell’art. 7 “Prestazione pecuniaria aggiuntiva” introducendo la garanzia data dai privati per la somma ulteriore di oneri di urbanizzazione convenzionale ammontante a €. 3.000.000,00.

Tale importo – spiega il Sindaco Bozzano – è stato suddiviso in € 1.500,000,00 per la fase realizzativa 1, da corrispondersi in rate da €. 300.000,00 a 3 mesi dal rilascio del permesso a costruire; € 400.000,00 a 9 mesi dal rilascio del permesso a costruire; €. 400.000,00 a 15 mesi dal rilascio del permesso a costruire; €. 400.000,00 a 21 mesi dal ritiro del permesso a costruire., stessa sorte per gli oneri aggiuntivi, sempre di €. 1.500.000,00 relativa alla fase realizzativa 2. A fronte della dilazione di cui sopra il soggetto dovrà, diversamente da quanto previsto in passato, rilasciare al Comune, al ritiro del permesso a costruire dei relativi lotti, garanzia fidejussoria bancaria del tipo «revolving a prima chiamata ogni eccezione rimossa» così anche relativamente al ritiro del permesso del successivo lotto 3, come peraltro già ben evidenziato dal sottoscritto con espresso emendamento effettuato quando in allora rappresentavo un gruppo di opposizione”.

E’ stato altresì modificato l’art. 15 attinente le garanzie per gli oneri ordinari (dovuti per legge) inserendo la disposizione per cui il soggetto attuatore all’atto del ritiro del permesso a costruire dei lotti 1 e 2 dovrà rilasciare fidejussione bancaria e assicurativa di primaria compagnia relativa alle opere di urbanizzazione funzionali ai lotti unitamente a quelle relative al parcheggio del lotto 3 e per la sua piazza sovrastante. All’atto del ritiro del permesso a costruire di cui al lotto 3 fidejussione bancaria o assicurativa di importo pari alle rimanenti opere di urbanizzazione funzionali a detto lotto 3. L’importo delle garanzie sarà pari al costo complessivo delle opere di urbanizzazione che il soggetto attuatore si è obbligato a finanziare e che siano pubbliche o destinate a diventare pubbliche o soggette ad uso pubblico come previsto dalla convenzione.

Detta modificazione convenzionale – continua il Sindaco Bozzano – offre garanzie certe all’Ente creando un equilibrio dovuto con i soggetti operanti nella Città per fare in modo che quella zona oggi disgraziatamente priva di utilizzo e di senso alcuno per la Città, diventi finalmente un quartiere di completamento e di complessiva rivisitazione. Spiace, senza entrare nel merito delle strategie politiche poste in essere dalla minoranza, e nei fatti accomunate dallo stesso ed univoco obiettivo che, pur nel massimo rispetto del regolamento vigente e del procedimento amministrativo, posto in essere dalla maggioranza, le medesime minoranze si siano volontariamente sottratte al dibattito che, in qualche modo, consentiva di poter conoscerne l’opinione e di apprendere le responsabilità del voto dato nei confronti dell’intera Città. L’Amministrazione nel rispetto assoluto di tutti i ruoli ha responsabilità chiare ed evidenti tanto più in questo periodo in cui occorre dimostrare all’intera Città di avere capacità programmatorie e decisionali. La sottrazione volontaria dal dibattito, effettuata dalla minoranza, non fermerà certo la volontà dell’Amministrazione comunale di decidere e finalmente fare muovere la Città da troppo tempo ferma su sterili, strumentali ed inutili polemiche.” (C.S. Comune dell’8.01.2016)

A conclusione di questa lunga cronaca sui fatti inerenti ad un passaggio istituzionale riguardante l’annosa questione della riqualificazione del retroporto varazzino, senza niente voler insegnare a nessuno e tanto meno “ai gatti ad arrampicarsi”, auspichiamo un deciso cambio di passo che consenta di giungere nel minor tempo possibile all’eliminazione di un degrado e di una poco dignitosa accoglienza per chi arriva in Città da ponente, senza per questo trascurare che vengano eseguite per intero e a regola d’arte tutte le necessarie bonifiche e messe in sicurezza dell’intera area interessata dal progetto.

Un’area, come è stato accertato, che necessariamente richiede: a) un miglioramento del delicato equilibrio idrogeologico molto fragile e vulnerabile, b) una particolare attenzione alla mobilità veicolare e pedonale, per quello che già oggi è un importante nodo stradale di ingresso e uscita dalla Città, destinato a diventare ancor più strategico domani con il previsto insediamento residenziale, commerciale, artigianale, socio-ricreativo, sede di sevizi di pronto intervento, che andranno ad aggiungersi a quelli già esistenti, porto turistico, Stazione FS, Caserma Carabinieri, CRI, Cimitero Monumentale, Supermercato e più svincoli per le frazioni di Castagnabuona e Cantalupo.

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