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Varazze, 7.12.2015. Home page
Sinestesie e allegorie nella pittura di Demy Canepa in mostra nel Bar “Dolci Incontri”
Sabato 12 dicembre 2015 alle ore 17 presso il Bar “Dolci Incontri” di Via Garibaldi n.3 ad Albisola Superiore, dopo il successo ottenuto con l’esposizione di Caterina Galleano, inaugura la mostra personale di Demy Canepa, un’altra artista varazzina, la mamma di Caterina, patrocinata dall’associazione “La Casa delle Arti” e dalla “FIVL” sezione di Albisola e Bubbio. La mostra sarà visionabile fino al 1 gennaio 2016.
“La materia reale, attraverso velature e stratificazioni, con stesure cromatiche pure e fra trame di texture, può riuscire a consegnare le opere pittoriche a una condivisione cosmica e immersiva, non obliterata dal particolarismo aneddotico del dato naturale.
Non volendo relegarci a un’arte elitaria, ma a un’arte, sebbene astratta, comprensibile, perché nata dal quotidiano, dal vissuto, dalla realtà oggettiva, dalla capacità personale di generare circoli virtuosi, che possano infondere negli animi uno spirito critico e autocritico forte, dalla tensione interiore che consente di esplorare la complessità dell’individuo calato nel genere umano, nella collettività, nella comunità, nella società, dovremmo partire con determinazione, e con una maggiore incentivazione, a riconoscere nella persona comune, anche per caso incontrata per strada, l’artista espressivo. Chi, ossia, tramite un viatico, un itinerario lungo, consegue la consapevolezza che fare arte oggi è un’urgenza soggettiva, ma anche sociale e civile, avvertita come imponente. “Quando mi veniva voglia di capire qualcuno o me stesso, prendevo in esame non le azioni, nelle quali tutto è convenzione, bensì i desideri. Dimmi cosa vuoi e ti dirò chi sei.”, qui ben si attaglia Anton Pavlovic Cechov: questi sono i prodromi da cui Demy Canepa, ipso facto donna semplice e delicata, ma non scontata, s’ammanta di un’ortogenesi creativa e persegue la ricerca artistica, che le è propria. Un percorso di vita che si snoda continuamente, tra tematiche diverse e nuove esperienze.
Nel suo excursus d’artista, Demy è attratta dal cambiamento e dalla scoperta di nuove tecniche, ma ogni sua evoluzione assorbe le tracce di quella precedente, nel significato simbolico della crisalide nella metamorfosi a farfalla, nell’efflusso catartico, in elementi sospesi in un principio gestaltico, poi riguardati nel possibile valore apotropaico, a lenire le temperie dello spirito.
Una muta ninfale, che procede in campo iconico, da segni, intesi come simboli che rimandano a cose o idee, già ascritti a un modo “astratto” di rappresentare la realtà, quali le stilizzazioni tradotte nel decorativismo floreale. La linea, curva e sinuosa, si libra fluida e libera da vincoli di simmetria e proporzione. Il colore, steso in tinte piatte e vivaci, sembra promanare la propensione della pittrice verso il sogno e la fantasia. S’ispira alle forme flessuose del mondo vegetale, le cui linee vengono stilizzate.” (Antonio Rossello)
«Essere liberi è cosa da nulla: divenirlo è cosa celeste». (Johann Gottlieb Fichte, Rammenau, 19 maggio 1762 – Berlino, 27 gennaio 1814)
Demj Canepa. Da “La Casa della Fotografia“: “L’angolo della creazione” >>
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