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Varazze, 15.05.2015. Home page
Una retrospettiva dedicata a Gianni Ferro ad Albisola Superiore
Sabato 16 c.m. alle ore 17.00 il “Nuovo Studio di Dino Gambetta” in via Bicchio n.20, Albisola Superiore (SV), presenta “Un ricordo a 50 anni dal primo affresco“; una retrospettiva dedicata al pittore e incisore savonese Gianni Ferro (1932 – 1981).
La mostra resterà aperta fino al 24 maggio, visitabile sabato e domenica; altri giorni su appuntamento telefonando al 3393921666.
In esposizione: ceramiche, grafiche, dipinti ed altro materiale artistico prodotto dal noto e bravo artista nella sua breve esistenza.
Presentazione in brochure di Mauro Baracco.
Gianni Ferro … che coppia!
… hai voglia di dire e ripetere al Dino che probabilmente il sottoscritto è la persona meno indicata per gettar giù parole in libertà sul suo grande amico Gianni Ferro: Mauro, nelle vicende albissolesi, si è intrufolato un po’ sul tardi, quando molti dei migliori avevano già deciso di lasciarci e quasi alla fine del breve percorso terreno del nostro; appena in tempo in ogni caso (e per fortuna personale) per conoscere una serie di belle persone e giusto giusto agli inizi del tormentone su “i meravigliosi anni ’50”…e “i favolosi anni ’60”.
Mi sono perso quindi, la conoscenza di personaggi universalmente noti come Lucio Fontana e di uomini che dalle nostre parti fecero la differenza e oggi sonnecchiano ahimè un po’ negletti, nel ripostiglio della memoria collettiva: cito per tutti l’altro Fontana, il “Gigi” e per l’appunto il Gianni Ferro.
Tant’è: se che “devo farlo io” lo ha “deciso” Dino Gambetta, una ragione pur ci sarà.
… forse la comune malinconia per una vita tanto potente e spezzata troppo in fretta; la suggestione che sa da me provata nelle rare occasioni in cui ho potuto rubare con gli occhi i pensieri più intimi dell’Artista che oggi narriamo: ammirando una sua grafica beffarda, una veduta del Castellaro, del Paxio, di Bergeggi o della Gallinara; immagini intrise di tristezza e comunque solari; urlanti con unica voce indignazione e amore. Certo Dino, conoscendomi un po’, presume quante volte mi sia riconosciuto, zucca complicata, ai piedi di quel tragico e irriverente albero di Natale; in quegli onirici, malinconici e dignitosissimi omini intabarrati.
Gianni Ferro… avevi la bacchetta magica della grafica e degne di studi, vivessimo un’era un po’ meno distratta, dovrebbero essere le tue produzioni etichetta Edizioni del Frantoio: Una Storia di Memoria,
Quattro Carte de Tarocchi, Il Becchino Cuorcontento, Il Macellaio Macellato, Il Diario del Nostromo, Un Inverno alla Campagna e via proseguendo per le strade della tua filosofica e sofferta fantasia; disegnini, graffi e sberleffi frutto di un attento e intelligente recupero in ogni dove, in primis nei cassetti della vecchia tipografia di Titti Cori. Ed altro ed altro ancora, al servizio degli amici più cari: conservo gelosamente una tua logora locandina prodotta per l’indimenticabile Ansgar Elde che egli, in procinto di lasciarci, regalò un giorno a Nadia, la mia metà più gradevole.
Da giovane speranzoso ho amato la tua bella anarchia intellettuale, gli anatemi lanciati con dinamitarda dolcezza contro i simboli del consumismo più sfrenato; l’anziano stomacato che avvolge la mia essenza continua a farlo e sempre più condivide nell’oggi questa dimensione di pensiero.
Caro Gianni (permetti?!..sai: gli amici dei miei amici…) avresti ben potuto sfruttare le tue virtuosità: dalla grafica all’antica tecnica dell’affresco; buona dose di saggezza ha consigliato che l’invito per questa festa fosse illustrato con l’immagine del tuo primo, giusto cinquanta anni fa, a-u Castagnin: che tanti lo conoscano … Uomo saggio, hai rifuggito la bieca commercializzazione delle tue fatiche intellettuali, pagandone quello scotto che quasi sempre accompagna molti dei migliori.