Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e Dintorni”
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Varazze, 10.03.2009.
PonentevarazzinoNews
I Carabinieri del Noe sequestrano
i termovalorizzatori di Colleferro
Quanto emerso dopo la denuncia di un dipendente della Società che gestisce gli impianti di Colleferro, ci amareggia enormemente ed aumenta in noi uno strano senso di sconforto, quello che ti prende quando ti rendi conto che, nonostante tutto l’impegno che ci metti, ed insieme a te tanti altri, gente per bene, il male affare è fortemente radicato nella società e, le istituzioni sembrano essere impotenti, i controlli carenti se non addirittura inesistenti, i politici e le forze politiche in tutte altre faccende affaccendati.
Riusciremo a venire fuori da questo pantano, che ci vede spettatori colpevoli, poco meno degli stessi responsabili dell’annunciato disastro ecologico ed attentato alla salute pubblica, come avvenuto per passate emergenze. Auspichiamo che in questa occasione avvenga in fretta e con il coinvolgimento di tutte le forze politiche e delle istituzioni.
Per approfondire la notizia:
Da “Lungotevere” del 9.03.2009 – Rifiuti: sequestrati termovalorizzatori di Colleferro.
Roma – “La presidenza della Regione Lazio è a completa disposizione della magistratura e attende di conoscere i risultati dell’indagine che i carabinieri del Noe stanno sviluppando su Colleferro. La tutela dei cittadini e dell’ambiente sono i cardini della Regione Lazio sui rifiuti, come la lotta a qualunque tipo di illegalità e a ogni genere di interessi poco trasparenti”.
Lo riferisce in una nota la Regione Lazio in merito alla maxioperazione condotta questa mattina dai Carabinieri del Noe nel Lazio, Toscana, Campania e Puglia.
Oltre a diversi arresti, 25 informazioni di garanzia, 14 ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni dello Stato e reati ambientali, i militari hanno sequestrato i due termovalorizzatori di Colleferro, nei quali venivano illegalmente conferiti rifiuti anche pericolosi.
L’Ama di Roma ha annunciato con una nota “di aver immediatamente avviato un’indagine interna per appurare eventuali responsabilità dei propri dipendenti e assicura la massima collaborazione agli inquirenti per far piena luce sui fatti”.
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Da “Repubblica” del 9.03.2009 – Carabinieri del Noe hanno sequestrato due termovalorizzatori, 25 gli indagati.
Traffico illecito di materiali, anche pericolosi, che venivano smaltiti in violazione delle norme. Rifiuti, truffa all’impianto di Colleferro tredici persone agli arresti domiciliari. Operai intimiditi e vessati per impedire che collaborassero con la magistratura
ROMA – Due termovalorizzatori dell’impianto di Colleferro sono stati sequestrati e 13 persone sono state poste agli arresti domiciliari con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, accesso abusivo a sistemi informatici, violazione dei valori limite delle emissioni in atmosfera e prescrizione delle autorizzazioni e favoreggiamento personale. L’operazione è stata condotta dal Nucleo operativo ecologico (Noe) dei Carabinieri di Roma, diretti dal capitano Pietro Rajola Pescarini. Le ordinanze di custodia cautelare, emesse dalla procura di Velletri, sono state eseguite nelle province di Roma, Latina, Frosinone, Napoli, Avellino, Bari, Foggia, Grosseto e Livorno. Le persone indagate sono in tutto 25.
Ai domiciliari sono finiti i dirigenti del consorzio che gestisce l’impianto di smaltimento alle porte di Roma e alcuni responsabili dell’Ama per il ciclo dei rifiuti.
Le indagini, durate circa un anno, si sono sviluppate con servizi di osservazione dei luoghi, ispezioni e controlli agli impianti, consulenze tecniche. Gli inquirenti hanno accertato che a Colleferro veniva smaltito ogni tipo di rifiuto violando “tutte le norme previste”. Parte del materiale arrivava “di nascosto” dalla Campania e comprendeva anche rifiuti pericolosi che dopo essere stati trattati venivano commercializzati come cdr.
Significativo è l’episodio che riguarda la combustione di pneumatici all’interno del termodistruttore, nonostante le rimostrante e i dubbi posti da alcuni operai verso i responsabili dell’impianto. Il materiale non idoneo veniva annotato dagli operai sulla documentazione e sui registri di accettazione con diverse diciture quali “Munezza”, “Pezzatura grossa” o “scadente”. Le autorità debbono ora verificare se si siano prodotte pericolose immissioni di fumi nell’ambiente circostante, densamente popolato.
Nel mirino della magistratura anche “il condizionamento nei confronti di dipendenti ed operai, anche attraverso pretestuose contestazioni disciplinari e sospensioni lavorative, al fine di evitare la collaborazione degli stessi con l’autorità giudiziaria”.
Il Gip ha autorizzato la prosecuzione delle attività di termovalorizzazione, che tuttavia dopo il sequestro dovranno avvenire sotto la vigilanza del personale del Noe di Roma.
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Da “Unonotizie” del 9.03.2009 – COLLEFERRO (ROMA) – INCENERITORI: OPERAZIONE CARABINIERI N.O.E. IN LAZIO, TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA. 25 INDAGATI PER TRAFFICO RIFIUTI SPECIALI
Dalle prime ore di questa mattina è in corso una massiccia operazione condotta dai Carabinieri del NOE di Roma che stanno eseguendo nel Lazio, Toscana, Campania e Puglia numerosi arresti, 25 informazioni di garanzia, la notifica di 14 ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falso, truffa ai danni dello Stato ed altri reati ambientali.
Nello stesso contesto, sempre i Carabinieri del NOE stanno procedendo al sequestro dei due termovalorizzatori di Colleferro (RM), laddove venivano conferiti illegalmente rifiuti anche pericolosi. Complessivamente risultano indagate 25 persone.
E a commento del sequestro dei due termovalorizzatori, Enrico Fontana, Consigliere della Regione Lazio, dichiara: “Quanto emerge dall’indagine condotta dal Noe e dalla Procura di Velletri è davvero inquietante: gli inceneritori pubblici di Colleferro sono stati sotto il controllo di un vero e proprio racket del Cdr (Combustibile derivato dai rifiuti).
Avevamo già denunciato l’anomalia dei flussi di Cdr di provenienza extra regionale bruciati a Colleferro e l’inspiegabile esclusione di alcune ditte operanti nel Lazio – aggiunge Fontana – Ma non avremmo mai immaginato l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere in grado, secondo gli inquirenti, di alterare l’intera gestione degli impianti, dalla scelta dei rifiuti da conferire fino ai risultati delle analisi delle emissioni, con seri rischi per la salute dei cittadini”.
“La Regione Lazio – conclude Fontana – deve immediatamente avviare una propria indagine su questa vicenda, perché dobbiamo fare chiarezza sul ciclo illegale dei rifiuti. E dobbiamo farlo in fretta”.
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Da “Unità” del 9 marzo 2009 – Anche eternit bruciato nei termovalorizzatori – di m.d.d.
Pneumatici, residui metallici, materassi. E ancora batterie, radiatori, tubi di rame, sembrerebbe persino eternit. Tutto entrava in veste di cdr per essere poi bruciato nei due termovalorizzatori di Colleferro. Prima i residenti segnalano la fuoriuscita di fumo nero e denso da una delle canne del sito. Si chiedono: sono sostanze tossiche derivanti dalla combustione dei rifiuti?
Poi sono alcuni operai degli impianti a lanciare l’allarme. È il 19 novembre quando a l’Unità parlano di «camion che arrivavano la notte, a volte non veniva neppure chiamato il capoturno. ‘Cdr certificato’ ci dicevano ma dentro c’era di tutto». Chiedono verità e hanno paura per la loro salute, oltre che per quella dei cittadini. «Raccoglievamo le ceneri anche a mano, con le pale» raccontano. Le indagini dei carabinieri del Noe di Roma scattano già nel gennaio di due anni fa.
Ironia della sorte, proprio da una denuncia per diffamazione presentata da Paolo Meaglia, direttore tecnico degli impianti finito ora ai domiciliari. Secondo un consigliere comunale della città alle porte di Roma, il terminale che monitorava in tempo reale le emissioni dei termovalorizzatori veniva oscurato ogni volte che si superavano i limiti di legge. Meaglia lo aveva denunciato. Adesso la procura di Velletri parla di manipolazione dei dati del sistema di controllo, falsi certificati del cdr scaricato, false analisi. Da qui le accuse di traffico illecito di rifiuti e violazione delle emissioni ambientali.
La storia degli inceneritori di Colleferro è travagliata. Al pari di quella del consorzio Gaia che li gestisce. Un tempo era formato da 48 comuni, tutti uniti per assicurare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nella provincia romana. Doveva essere la soluzione ai molti problemi, ben presto arriva il dissesto finanziario. Un inspiegabile passivo di oltre 100 milioni di euro scoperto da un’indagine della guardia di finanza che porta la Procura a emettere 24 avvisi di garanzia per corruzione, bancarotta fraudolenta, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Tra gli indagati c’è l’ex presidente della società Roberto Scaglione, già arrestato nel 2006 per un’altra truffa sempre ai danni del consorzio: un giro di fatture false milionario utilizzate forse per pagare tangenti. Intanto Gaia viene commissariato. Oggi sono rimasti 18 comuni, il consorzio è in vendita. Eppure difficoltà a parte, Colleferro e i suoi impianti continuano ad avere un ruolo centrale nel piano regionale dei rifiuti.
Il direttivo.
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