Dibattito Pubblico sulla Gronda di Genova

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Varazze, 6 marzo 2009.

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Dibattito Pubblico sulla Gronda
di Genova

Riceviamo dal Presidente del WWF Sezione Regionale Liguria, Dott. Marco Piombo, e pubblichiamo il comunicato stampa con alcune considerazione sull’importante progetto viario per Genova, la Liguria, il Nord Ovest e l’Italia.

COMUNICATO STAMPA
 
“WWF: Dibattito Pubblico sulla Gronda, deficit di troppi elementi”.

Il WWF ritiene sia stata una scelta importante quella del Dibattito Pubblico su un’opera di tale rilevanza e tale pratica va estesa anche ad altri interventi, come il Terzo Valico, e ad altre problematiche legate al futuro di Genova.

Ma questo importante dibattito pubblico è viziato da macroscopiche lacune, così come indicato nella “Dichiarazione di apertura” dalla stessa Commissione con ben sei punti carenti.

Facciamo pienamente nostre le osservazioni della Commissione e mettiamo in evidenza il punto Scenari del traffico e della mobilità ed il punto Aspetti economici e finanziari, da noi ritenuti fondamentali.

Sul primo Società Autostrade risponde solo in minima parte alla Commissione prevedendo solo uno scenario con percentuali arbitrarie di minor crescita dei flussi. Niente dice su:

  • influenza sulla mobilità cittadina di altre modalità di trasporto (ad esempio ferrovia e reti tranviarie);
  • influenza degli interventi sulle linee ferroviarie esistenti anche in relazione agli obiettivi europei di spostamento dalla gomma al ferro delle merci;
  • quali scenari a seguito della crisi economica e del relativo modello di sviluppo;
  • influenza dell’andamento demografico genovese, popolazione che cala e invecchia, e quindi con meno spostamenti pro-capite e totali;
  • influenza dei previsti rincari dei costi dei carburanti.

Sugli aspetti economici e finanziari (molto banalmente: quanto costa e chi paga) e sul piano di sostenibilità economico-finanziario (si ripagherà mai l’opera) nulla è stato aggiunto. A questi due punti ne aggiungiamo un terzo: manca un’analisi completa  sull’impatto ambientale (geologico, sanitario, paesaggistico, del consumo del territorio, ecc.).
 
L’assenza di questi tre aspetti non consente una corretta analisi costi-benefici: ovvero i problemi che l’opera comporta rispetto ai benefici attesi e cosa si potrebbe fare invece con analoghe risorse.

D’altronde, lo studio è del proponente (interessato alla realizzazione dell’opera) e si limita a considerare solo gli aspetti stradali ed autostradali della mobilità e minimizzando o trascurando  gli aspetti socio economici. Inoltre, i dati ed il modello di simulazione sono di Società Autostrade e quindi devono essere validati da un soggetto terzo.

Noi riteniamo che dovrebbe essere il Comune a svolgere tale ruolo, utilizzando i dati ed il modello elaborato per il PUM: tale modello non si limita agli aspetti stradali ma tiene conto anche degli apporti di altri tipi di mobilità. Perciò chiediamo che il prossimo incontro affronti i nuovi scenari delineati dalla nuova e più completa analisi trasportistica; se i flussi non aumenteranno l’opera non sarà necessaria.
 
Ma alcune considerazioni possono fin da ora essere fatte.

L’obiettivo del progetto è “migliorare le condizioni di circolazione”. Nello studio trasportistico è previsto l’incremento dei flussi mentre si evince che per il periodo dei lavori le condizioni peggioreranno anche per i transiti legati ai lavori stessi. Ciò significa che dopo pochi anni, cioè nel 2020 considerando da ora i 3 per il progetto più gli 8 dei lavori, gli attuali tratti autostradali si troveranno nelle medesime condizioni di oggi!

Che senso può avere un’opera che vede dopo pochi anni vanificati i suoi obiettivi? Servono soluzioni diverse dal raddoppio autostradale per risolvere i problemi di mobilità.

Ma come prevede il Comune di rendere compatibili le previsioni d’incremento dei flussi con il tessuto urbano? Non è in contraddizione con gli strumenti di pianificazione che prevedono la riduzione degli ingressi di veicoli e la riqualificazione degli ambienti urbani?

Persino lo studio di Società Autostrade individua che il grosso dei transiti è interno al nodo, non di attraversamento; quindi le soluzioni vanno ricercate in un diverso modello di mobilità per la nostra città. Tale aspetto era ben presente nel programma dell’allora candidata Sindaco ma non trova attuazione concreta neanche nella possibilità di esporre proposte alternative alla Gronda.

Ma  in ogni caso il dibattito non sarà inutile: al termine dello stesso ci saranno gli strumenti per fare almeno una scelta consapevole, cosa che non avviene della nostra città da almeno qualche decennio. Genova, 6 marzo 2009.

Presidente WWF Sezione Regionale Liguria – Dott. Marco Piombo

Il direttivo.
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Questo articolo è stato pubblicato il 06 Mar 2009 alle 20:19 ed è archiviato nelle categorie Ambiente, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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