Varazze e Vado – Le discariche meglio in mano pubblica – Confronto politico sulla gestione dei rifiuti in Provincia di Savona

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Varazze, 12.10.2008.

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Le discariche meglio in mano pubblica
Confronto politico sulla gestione
dei rifiuti in Provincia di  Savona

Il confronto politico sulla gestione dei rifiuti a Savona e Provincia è aperto e coinvolge tutte le forze in campo, compreso quelle ambientaliste. Siamo soddisfatti, continueremo a parlarne anche tutti i giorni, se necessario, cercando di sensibilizzare il maggior numero di persone; lo faremo fino a quando non saranno state prese decisioni e adottati provvedimenti mirati a trovare soluzioni compatibili con l’ambiente, la nostra salute ed economicamente sostenibili.

Sentire ad ogni modo uomini politici affermare che occorre “riconoscere alla mano pubblica un forte ruolo nella gestione del business dei rifiuti”, ed evitare che siano i privati a gestire le discariche, come oggi avviene al Boscaccio di Vado e alla Ramognina di Varazze, ci lascia intravvedere uno spiraglio di luce: forse non tutto è perduto. Speriamo nel senso di responsabilità  dei politici che abbiamo eletto a gestire per nostro conto la cosa pubblica.

Riportiamo gli ultimi articoli del “Decimonono” che hanno ripreso le affermazioni dei nostri politici interessati e coinvolti nella discussione in atto, dopo aver pubblicato nel precedente post le reazioni e proposte del WWF Italia.

Da “Il Secolo XIX“  del 12/10/2008 – Discariche, rispunta Cianciarin – Il sindaco: al centro l’interesse pubblico, impensabile escludere Ata da qualunque nuovo impianto. Il consigliere regionale Miceli: può essere affiancata a Passeggi. Mano tesa a Bertolotto.

Savona. Segnali di dialogo. Dentro e fuori la coalizione. «Senso di responsabilità »: ecco le parole più gettonate, nel centrosinistra, per uscire dall’impasse sul Piano provinciale dei rifiuti, interrompere lo stato confusionale in cui è caduto Palazzo Nervi e reagire agli uppercut del centrodestra. Da gennaio – con la chiusura della discarica ponentina di Magliolo – l’intera provincia avrà  a disposizione soltanto il Boscaccio di Vado e la Ramognina di Varazze, impianti entrambi in mano privata. Il senatore azzurro Franco Orsi, dalle colonne del Secolo XIX, ha già  parlato di un loro ampliamento ed ha rilanciato l’idea di un termovalorizzatore. Ma oggi gli amministratori del centrosinistra reagiscono all’urto e riportano nel cuore del dibattito il tema del controllo pubblico dei futuri impianti di smaltimento.

Berruti. Il sindaco Federico Berruti ha scritto ieri una nota che appare una chiamata a percorsi condivisi, ma, nel contempo, fissa i paletti di principio da cui Palazzo Sisto non intende derogare. In sintesi, il sindaco chiede a tutti gli interlocutori di riconoscere alla mano pubblica un forte ruolo nella gestione del business dei rifiuti. Una questione in tre punti. Il primo, una sola discarica attiva, per di più a controllo privato, non coincide con l’interesse generale, neppure quello del Ponente: «Da gennaio 2009 – scrive – anche i comuni del Ponente, come noi, saranno effettivamente costretti a smaltire i loro rifiuti a Vado. Un unico impianto per tutta la provincia, con una gestione a larga maggioranza privata, non è la soluzione migliore per l’interesse generale».

Il secondo, il riconoscimento del ruolo di Ata in qualunque nuova iniziativa: «àˆ la principale azienda pubblica della provincia di Savona nel campo della gestione dei rifiuti, è capace di gestire lo smaltimento ed è oggi efficiente ed attrezzata nella gestione di tutte le altre fasi del ciclo dei rifiuti. Credo sarebbe impensabile escluderla da qualunque nuova iniziativa e nuovo impianto». Il terzo, i diritti di Savona ad un proprio impianto: «àˆ assolutamente necessario evitare che il Comune di Savona sia costretto anche in futuro, cioè dopo la scadenza dell’attuale accordo di smaltimento dei nostri rifiuti al Boscaccio, a smaltire in un impianto di terzi.

Quello che noi vogliamo è poter smaltire in un impianto di proprietà  del Comune di Savona i rifiuti prodotti dai cittadini savonesi». Dunque, il sindaco è netto («su questi principi – conclude – spero possiamo concordare tutti»). Tuttavia, evita di alimentare altre polemiche sulla collocazione geografica degli impianti, limitandosi a sottolineare le difficoltà  in cui, in ogni caso, i Comuni di Ponente si dibatteranno tra tre mesi appena. D’altronde, su questo punto, la posizione del Comune è chiara da tempo: «Eravamo e siamo tutt’oggi pronti a partecipare alla gestione di Cianciarin – hanno detto sindaco e assessori a più riprese – àˆ la Provincia ad aver detto che quell’ipotesi non era più praticabile, concordando di trovare un sito a Savona, individuato in Passeggi».

Miceli. Il consigliere regionale del Pd Nino Miceli, a sua volta, prende posizione sul Piano dei rifiuti – combinando Cianciarin e Passeggi – e lancia segnali al suo partito e al presidente provinciale uscente Bertolotto, perché tornino a dialogare «sulla base dei programmi». Prima risponde ad Orsi: «Savona non è Napoli, semmai lo è Imperia che è l’unica governata dal centrodestra». Il termovalorizzatore? «Se quella è la prospettiva del centrodestra, perché non lo fanno ad Imperia?» La differenziata: «Trovo sconcertante sostenere che i problemi di Ata derivino da un eccesso di sviluppo della differenziata: questa è un obbligo di legge e un principio di civiltà ».

Poi affonda sulle questioni savonesi, sul destino della Provincia e sulla necessità  di completare il Piano dei rifiuti: «Sono contento che si sia passati da una discussione surreale sui giorni di vita dell’Amministrazione ad un dibattito di merito». Sottolinea: «Trovo positiva l’iniziativa del segretario Lunardon, con la mozione programmatica da portare in consiglio il 28 ottobre, che riporta al centro i punti del programma e, in primis, quello dei rifiuti». E aggiunge: «Credo che anche il presidente Bertolotto debba smettere i panni del provocatore, come l’uscita su Cima Montà , per tornare a confrontarsi sul merito».

Quindi il futuro: «Il lavoro fatto dall’assessore Filippi è positivo e i risultati cominciano ad essere apprezzabili. Rimangono due questioni. La prima: offrire all’unica azienda pubblica significativa del territorio, che è Ata, la possibilità  di partecipare alla gestione del ciclo dei rifiuti». La seconda: «Offrire una soluzione anche territoriale che consenta ai rifiuti di non fare i “turisti” da un capo all’altro della provincia, con il conseguente aggravio di costi».

La risposta: «Rimettere in campo Cianciarin o un altro sito nel Ponente, con la compartecipazione di Ata. Oppure, e la cosa non è in contraddizione con la precedente, affiancare a Passeggi un’ulteriore discarica nel Ponente». Conclude Miceli: «Tutto questo sposta il dibattito dal tenere in vita o meno l’Amministrazione provinciale alla soluzione dei problemi reali. Lo ritengo utile sia per il centrosinistra, sia per lo stesso Bertolotto, che in campagna elettorale dovrà  dare risposte sia ai cittadini del Ponente sia di Savona su come ha risolto il problema dei rifiuti». Antonella Granero – granero@il secoloxix.it

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Da “Il Secolo XIX“ del 12/10/2008  – La regione – «Inceneritore economicamente incompatibile»

ALLE CRITICHE del senatore Franco Orsi – suo predecessore in Regione – ha risposto ieri anche l’assessore regionale all’ambiente Franco Zunino (Prc): «Orsi sostiene di aver lasciato la Regione con 4 piani pronti, ma sa bene che 2 erano inattuabili. Il testo unico sull’ambiente del 2006 impone la raccolta differenziata spinta, il 65% entro il 2012, con sanzioni per chi non raggiunge l’obiettivo.

E l’Europa ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia perché finanziava gli inceneritori con i fondi per le energie rinnovabili». Sottolinea: «Per questi motivi, anche tralasciando gli aspetti ambientali, oggi un inceneritore per essere economicamente sostenibile deve lavorare 250 mila tonnellate annue di rifiuti.

Già  oggi, con la differenziata appena al 22%, non ci sono i rifiuti sufficienti a raggiungere questo obiettivo, tanto è vero che la stessa Imperia, governata dal centrodestra ed in grande difficoltà  sul fronte dei rifiuti, ha eliminato l’inceneritore dal proprio Piano. Dico di più: neppure sommando Imperia a Savona la quantità  di rifiuti sarebbe sufficiente a sostenere un inceneritore.

A meno che il senatore Orsi non pensi di fare di Savona la provincia che raccoglie i rifiuti da tutta la Liguria. Quanto alla differenziata, Orsi, da assessore, l’ha lasciata stagnante al 15%, noi l’abbiamo portata al 20%: è ancora poco, ma è almeno un segnale».

Il direttivo.

Questo articolo è stato pubblicato il 12 Ott 2008 alle 09:15 ed è archiviato nelle categorie - Rifiuti: gestione e trattamento, Ambiente, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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