Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e Dintorni“
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PonentevarazzinoNews
Il Tibet solo accantonato
non dimenticato
Quello del Tibet è uno dei tanti drammi che nel mondo si stanno consumando sotto i nostri occhi. Dobbiamo porre molta attenzione, perché abituarsi a convivere con situazioni di abuso e dominio cruento di popolazioni inermi per lunghi periodi, non è poi cosa nuova per l’umanità . Anteporre altri interessi a quello supremo del principio al diritto all’autodeterminazione dei popoli, è moralmente scorretto e denota poca lungimiranza storica, politica ed economica.
Ponente Varazzino è solidale, apprezza ed è fiero del gesto di Margherita Granbassi e degli altri atleti Azzurri (Josefa Idem, Clemente Russo e Antonio Rossi), che hanno voluto ricordare a tutti noi che nel mondo c’è ancora un filo di speranza. Nonostante appelli e diffusi comportamenti demagogici, esistono persone coerenti e con valori forti che sanno al momento opportuno esternarli con la dovuta determinazione. Grazie!
Riportiamo alcuni articoli per approfondire la notizia, senza voler enfatizzare o stigmatizzare “l’Olimpico quieto vivere del CIO”, che a nostro avviso bene ha fatto a dare una grande opportunità al popolo cinese di presentarsi ed aprirsi al mondo intero con pregi, difetti e la poco nota sua millenaria cultura. Un importante passo avanti della Cina, un cambiamento da tempo avviato, che oggi ha avuto un salutare impulso. Sarà difficile tornare indietro.
Da “affaritaliani” di sabato 23.08.2008 – Gli atleti azzurri in soccorso del Tibet: appelli di Granbassi, Idem e Clemente Russo…
Azzuri for Tibet. In principio è stata la campionessa di scherma Margherita Granbassi. Prima ha vinto due bronzi (individuale e squadre) nel fioretto, poi è uscita allo scoperto: ” Io donerò la mia maschera. La stessa maschera che mi ha protetto a Pechino vorrei potesse servire a lui per proteggere il suo popolo”.
Poi è toccato a Josefa Idem, poco dopo il suo quasi trionfo nella canoa (argento), il compito di farsi avanti: “Regalerò il body della mia gara al Dalai Lama”.
E ha sottolineato: “Non dimentichiamo tutte le ingiustizie del mondo, molte non hanno visibilità . Non dimentichiamo che quando il Dalai Lama ha fatto il giro del mondo, solo un Capo di Stato lo ha ricevuto in veste ufficiale. Per il resto, incontri semisegreti, tutto il mondo ha interessi con la Cina. Hanno addossato tutta la responsabilità agli atleti, perché i politici non hanno coraggio”. A quello che sta diventando sempre più un coro olimpico, si è unito anche il pugile Clemente Russo: “Dedico la mia medaglia d’argento a tutti coloro che soffrono qui in Cina, penso che comunque dopo le Olimpiadi le cose possano migliorare. Già Pechino mi sembra migliore”.
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Da “passineldeserto” del 22 Ago 08 – Granbassi: la sua maschera al Dalai Lama per il Tibet. Finalmente ci si muove… – Pubblicato da don Paolo Padrini
Ci voleva una donna (perché solo una donna poteva avere il coraggio di prendere la parola e farsi coraggio), anzi una “grande donna” ed una grande atleta, per far muovere un po’ le acque stagnanti e “di plastica” delle Olimpiadi cinesi.
Questa donna è la Granbassi, atleta plurimedagliata a queste olimpiadi, che oggi, ha annunciato il suo gesto personale a favore del Tibet, invitando anche i suoi compagni a fare altrettanto.
In una intervista rilasciata oggi a Sky ed a Repubblica.it, l’atleta del fioretto azzurro, ha annunciato che donerà la maschera da scherma con la quale ha gareggiato a Pechino al Dalai Lama affinchè egli possa “proteggere il suo popolo”.
Ma la Granbassi si è spinta oltre. Riferisce Repubblica.
La Granbassi vive da tempo il dilemma di un’atleta che ha partecipato ai Giochi di Pechino pur sapendo che la perfetta organizzazione nascondeva ombre nel delicato campo dei diritti umani.
“Invito gli atleti che sono ancora in Cina a fare la loro gara e dopo, soltanto dopo, manifestare a favore del popolo tibetano” ha spiegato a Repubblica. it. “Questa vicenda, questa notizia – le morti nell’est del Tibet,( n.d.r. – diffusa senza la conferma del Dalai Lama), mi lascia stordita. Con un senso di amarezza dopo le intense giornate olimpiche. Mi sono sentita quasi in colpa.
Per aver gioito per le mie due medaglie, mentre nello stesso paese si reprimono le manifestazioni di gente innocente. Siamo stati protagonisti di un simpatico teatrino. A questo punto credo che le Olimpiadi siano state inutili. Il boicottaggio cambia poco, la storia lo dimostra. Il problema è a monte, risale al momento in cui è stata scelta Pechino come sede olimpica”.
Fa veramente commuovere la sensibilità e l’attenzione umana di questa giovane atleta, una sensibilità che si spera possa diventare contagiosa.
Ora non rimane che chiedersi: quanti atleti seguiranno il suo esempio?
Da tempo anche noi di Passi nel Deserto chiedevamo un gesto simbolico da parte degli atleti, convinti come siamo che la sensibilità ai temi dei diritti e della solidarietà tra i popoli non possano essere temi “esclusivi” del mondo della politica e della solidarietà “ufficiale”, ed anche lo sport potesse – per cosଠdire – esserne dotato.
Forse nei prossimi giorni il gesto che aspettavamo arriverà ? Sicuramente da parte della Granbassi sà¬. E da parte degli altri??
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Da “La Stampa“ del 23/8/2008 – “Le nostre medaglie per il Dalai Lama”
La canoista Josefa Idem e il pugile Clemente Russo: «Stiamo col Tibet» – Si schiera anche portabandiera Rossi.
PECHINO – Il tema dei diritti umani in Cina sale idealmente sul podio olimpico. Ne sono protagonisti due medaglie d’argento italiane: un pugile casertano, Clemente Russo ed una ragazza di 44 anni di origini germaniche, Josefa Idem che dopo la premiazione esprimono il proprio appoggio al Tibet e al Dalai Lama, ricordando alla politica le proprie responsabilità . E a loro si aggiunge anche il canoista Antonio Rossi, portabandiera azzurro a Pechino.[Continua …]
Il direttivo.