Varazze: Successo di pubblico e critica per la mostra “Broccati e Brocchiglie” di Gaspare Sicula

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Varazze, 2 agosto 2010.                                            Home page

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Successo di pubblico e critica per la mostra “Broccati e Brocchiglie” di Gaspare Sicula

Varazze_2010_Gaspare_SiculaInaugurata sabato 17 luglio, nella suggestiva sala espositiva al secondo piano del Palazzo Beato Jacopo, si è conclusa ieri domenica 1 agosto la mostra “Broccati e Brocchiglie” di Gaspare Sicula. Un successo di pubblico e critica per l’artista palermitano, tornato nuovamente, dopo molto tempo, ad esporre in Liguria, scegliendo proprio Varazze, dove è solito trascorrere momenti di svago e riposo.

Gaspare Sicula non è un pittore come tanti, non è artista comune, uno di quelli che incontri normalmente visitando le tante mostre organizzate nei paesi e nelle città di mare nel periodo estivo. Lui è un artista, uno studioso ed interprete da conoscere, da dedicargli un poco del proprio tempo per capirne la complessità delle sue “esternazioni”, quelle che poi concretizza materializzandole su vari e sempre innovati supporti, con particolari tecniche pittoriche. Di Sicula non basta vedere la sua pittura ma occorre conoscere anche la sua personalità, per poter gustare appieno quello che ogni opera rappresenta, ma soprattutto racconta.

Sono stati in molti quelli che, come ha fatto anche chi scrive, hanno approfittato più volte dell’occasione di farsi travolgere dal mare di suggestioni trasmesse dalle opere esposte e dalle proiezioni di particolari esperienze, appositamente realizzate e abbinate ad appropriate musiche, ma soprattutto dalla sempre presente e discreta disponibilità dell’artista a prenderti per mano e guidarti nel meraviglioso mondo rappresentato da una mostra personale di pittura che rimarrà indelebile nella mente del visitatore più attento e sensibile.

Gaspare Sicula, l’intervista:

“Ho pensato di chiamare così la mostra perché mi piaceva l’assonanza tra le due parole che poi hanno formato il titolo: Broccati e brocchiglie (la seconda costituita a sua volta da brocca e conchiglia). Chiamo adesso broccato ciò che tempo fa chiamavo tela, perché quest’ultima, allora, rientrava nel rapporto che a quel tempo mi premeva parecchio tra finzione e realtà; nel gioco serissimo tra pittura e realtà. Qual era più vera la tela tessuta o la tela dipinta? “E’ più vera la tela vera o la tela dipinta? This is the question!” continuavo a chiedermi allora.

Ora, con alcuni dei dubbi a quel tempo presenti acchetati, messi in sordina da qualche anno in più sulle spalle, con gli angoli già arrotondati dalla soglia dei cinquant’anni e ulteriormente smussati dai cinque che ad essa si sono aggiunti, mi chiedo, sfiorando con la mano la tela dipinta, se questa, in fin dei conti, con meno filosofia e più concretezza, non possa essere definita, con le sue belle brocchiglie dorate, l’erba e gli alberi dei paesaggi adagiati sopra i fili o intersecati ad essi, un fine e rilucente broccato. E se le brocchiglie – in questa mostra che vede la musica co-protagonista – allargando e riducendo i fori della trama che ad ognuna danno un suono tutto proprio, non possano diventare uno straordinario strumento musicale dipinto. Non è un’interpretazione più leggera, è una modificazione, un cambiamento che il tempo, a volte, gratuitamente concede. Il cambiamento è un’arma assai efficace per rimanere costantemente all’erta, combattere la prevedibilità e la noia, accaparrarsi la conoscenza.

Quale superba musica se non quella di Donatello per le conchiglie, i broccati e le brocchiglie? Ha una vasta gamma di sfumature la sua musica, dai grandi numeri e dalla dilatazione del tempo geologico arriva ad un’energia intensissima, tutta concentrata in un’emozione fulminea. Nel video (è d’uopo tessere le lodi ad Amilcare Fossati per il montaggio), c’è acqua; tanta. Salata e dolce, vorticosa oppure calma, lontana, lontanissima, imminente, acqua di nebbia leggera o copiosa di pioggia torrenziale. La cui presenza più che da vedere è da dedurre: dagli alberi che ondeggiano deformati sui vetri di vecchie finestre, dalle luminescenze su una porta di vetro martellato, dai riflessi e dalle ombre sui muri di gesso, dagli arcipelaghi di lampade spente e dai frutti seduti, platea di un’altra era.”

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Per approfondire: www.sicula.com

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Questo articolo è stato pubblicato il 02 Ago 2010 alle 16:25 ed è archiviato nelle categorie Attualità, E: GALLERY, EVENTI E MOSTRE, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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