Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e dintorni”
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Varazze, 05.10.2007.
PonentevarazzinoNews
Pericolo amianto ““ Conosciamolo
per trattarlo in sicurezza ““ c ““
Varazze, come tanti altri paesi e città , ha ancora tetti e pareti di fabbricati ricoperti in lastre di eternit ondulato, contenenti fibre d’amianto. Sulla pericolosità di questi manufatti rimandiamo alle precedenti news dove abbiamo spiegato, quando è necessario preoccuparsi e prendere provvedimenti (vedere sommario precedenti post), non lasciamoci sopraffare dal panico e documentiamoci con serietà : conosciamo l’amianto e impariamo a trattarlo in sicurezza; questo è il tema della ricerca studio, che ci siamo preposti di divulgare a beneficio di quanti ci seguono e si sono rivolti a noi.
Nel precedente post, Pericolo amianto ““ Conosciamolo per trattarlo in sicurezza ““ b ““, abbiamo riportato la domanda di un operatore, che aveva necessità di smaltire un piccolo quantitativo di manufatti contenenti amianto, e alcune risposte. Riprendiamo il discorso integrandolo con altre risposte, sempre allo scopo di fornire documentazione e testimonianze, al crogiuolo del sapere e della conoscenza, per contribuire a trovare una possibile soluzione del problema smaltimento, che interessa a tutti.
Risposte (vedere domanda nel precedente post sopra citato)
- “L’acqua che beviamo è già “inquinata” dall’amianto, che è il materiale con cui fino a qualche anno fa venivano costruite le grosse condotte di distribuzione dell’acquedotto che sono tuttora in funzione. Per fortuna questo materiale è pericoloso se inalato e non se assimilato in altra maniera. Di qui a dire che è lecito sbarazzarsene il passo è lungo. Qui nella mia zona recentemente è stato messo a punto un servizio che provvede a ritirare questi materiali su segnalazione dei privati. prova a chiedere alla tua ARPA.
- Ha ragione Fedone: io con 150 Euro ho smaltito 4 piccoli recipienti e 3 mq di tettoia ondulata. Prima ho scritto alla U.O. PSAL l’apposita notifichina, nella quale ho indicato i dati del cantiere, del proprietario, il nominativo dell’artigiano che si sarebbe occupato di smontare i manufatti (se il lavoro viene eseguito direttamente dal proprietario o da lav. aut. senza dipendenti non occorre il piano di lavoro), la data di inizio e termine dei lavori (tutto in 1 giorno). Dopo tale data ho passato l’ordinativo agli smaltitori di cui parla Fedone, i quali sono venuti a prendere il materiale con un camioncino abilitato al trasporto dell’amianto (un normalissimo daily scoperto). L’unica cautela che devi usare è fasciare tutto in doppio strato di polietilene nastrato con nastro da pacchi(se applichi anche una mano di protettivo al fibrocemento sei veramente a posto). Questi smaltitori, dalle mie parti, in realtà sono degli stoccatori (chissà se il termine stoccatori=di chi fa stoccaggio..?), i quali, quando il materiale è tanto, organizzano il trasporto vero e proprio per lo smaltimento alla discarica autorizzata (non ne abbiamo più in Liguria: vanno in Piemonte o in Francia). Rivolgiti alla Regione per avere l’elenco degli smaltitori autorizzati (c’è anche l’elenco delle ditte accreditate per il lavoro, ma se fai come ti ho suggerito io risparmi un sacco di quattrini; il vantaggio di rivolgersi a tali ditte sta nel fatto che ti fanno tutto loro, compresa pratica alla U.O. Psal, ma se te la fai tu..).”
Riprendiamo la conoscenza storica dell’amianto riportando un articolo della rivista L’Espresso:
– 2,2 milioni di tonnellate in giro per il mondo
“Buona parte del mondo ha messo fuori legge l’amianto, consapevole dei suoi effetti venefici. Ma in alcuni altri paesi lo si continua a produrre e ad esportare ed è, anzi, un’attività particolarmente fiorente. In testa alla graduatoria troviamo la Russia, con 875 mila tonnellate nel 2004 e il 39,2 per cento della produzione mondiale. Segue la Cina con il 15,9 per cento del totale e il Kazakhstan con il 15,5. Anche un paese come il Canada non scherza e ne produce 200 mila tonnellate all’anno, superando il Brasile e lo Zimbabwe. L’estrazione va a gonfie vele: tra 2000 e 2004 è aumentata del 16,6 per cento in Russia, del 12,7 in Cina, di ben il 48,6 in Kazakhstan. In tutto il pianeta, secondo le stime dello United States Geological Survey, la produzione mondiale ammonta a 2,2 milioni di tonnellate. Allo smaltimento ci penseranno i posteri.
Dai persiani a Marco Polo
L’utilizzazione dell’amianto si perde nella notte dei tempi. Lo usavano persiani e romani per cremare i cadaveri: le ceneri risultavano, infatti, più pure e candide. Nel suo ‘Il Milione’, Marco Polo racconta un particolare procedimento che permetteva di ricavare, dall’asbesto, filati e stoffe. Boezio, medico del Seicento, è probabilmente il primo a usare il minerale in alcuni preparati medicinali, un’utilizzazione che si svilupperà assai a lungo, fino agli anni ’60 del secolo scorso. Gli usi industriali iniziano alla fine dell’Ottocento, soprattutto nei trasporti: un grande impiego se ne fa nella metropolitana parigina, per coibentare le carrozze ma pure per i freni, e poi in quella londinese e nel transatlantico Queen Mary. L’Italia segue presto l’esempio, anche perché vi è una larga disponibilità del materiale che viene estratto soprattutto dalla miniera di Balangero, nei pressi di Torino.
Le principali applicazioni dell’amianto sono quelle dell’edilizia (intonaci, controsoffittature, coperture, ecc.), come isolante nelle centrali termiche, negli impianti frigoriferi e in quelli elettrici, nelle condutture degli acquedotti. Ma le fibre killer entrano ancor più direttamente nelle case poiché sono state impiegate in piccoli elettrodomestici come gli asciugacapelli, i forni, i ferri e i teli da stiro, i tessuti ignifughi per l’arredamento e per sipari di cinema e teatri. Addirittura vi si fabbrica sabbia artificiale per i giochi dei bambini, assorbenti igienici interni e, per chi avesse voluto aspirare ancor più direttamente una boccata di asbesto puro, entra in alcuni filtri per sigarette (ad esempio le Kent al mentolo).”
Firmato: Il direttivo.