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Varazze, 06.08.2007.
PonentevarazzinoNews
Il segretario CISL Migliorini e la
politica ligure succube delle lobby
Il tema trattato nell’articolo intervista al segretario regionale della CISL, Sergio Migliorini, pubblicata dal quotidiano “Il Secolo XIX“ di domenica 5 agosto, e segnalataci da alcuni nostri sostenitori, perché da noi già trattato sui post “Rapallizazione” a Varazze – No grazie!, Il Presidente Burlando risponde all’Espresso e il comitato ai suoi lettori, Il Presidente Burlando risponde all’Espresso e il comitato ai suoi lettori 2, riguardanti l’accusa rivolta al Presidente Burlando e all’Onorevole Scajola prima, e ai due maggiori partiti liguri di riferimento ora: la divisione del potere sul territorio.
Il segretario regionale della CISL, nell’intervista tratta anche altre specifiche questioni dell’area genovese, che se non smentite, sono motivo d’inquietudine e perplessità su come viene gestito il potere dai partiti. Lo sfogo termina con l’augurio che a settembre si apra un dibattito su questi temi.
Noi il dibattito l’abbiamo già aperto; lo proseguiamo arricchendo la nostra discussione, iniziata con la pubblicazione dell’articolo denuncia dell’Espresso, al quale il Presidente Burlando ha risposto, ma non l’ha fatto come avremmo voluto. La decisione di mettere in discussione l’intervista al segretario regionale della CISL, è dovuta sia alla richiesta di un sostenitore e sia perché convinti che se effettivamente esistono “inciuci”, per prosperare hanno assoluta necessità del colpevole silenzio.
Siamo comunque garantisti e confidiamo di vedere pubblicate decise e categoriche smentite, dai due più importanti e rappresentativi esponenti politici liguri, in modo da dare fiducia e serene aspettative a tutti noi, che da loro siamo rappresentati e Amministrati.
Riportiamo articolo intervista di “Il Secolo XIX” del 5 agosto 2007:
Migliorini: «La politica è succube delle lobby»
PARLA IL SEGRETARIO CISL
“Attacco del sindacalista contro il sistema ligure dei partiti: «Regna una strana intesa tra destra e sinistra; passano solo gli yesmen.»
Genova. Basta con la politica degli yesmen, degli inciuci, delle lobby dei grandi interessi, del silenzio sugli operatori portuali che scambiano le concessioni per rendite, dei soliti nomi messi nei punti chiave. A parlare è il segretario regionale della Cisl Sergio Migliorini: nel mirino finisce l’intero mondo politico ligure.
Migliorini, la pausa estiva porterà al possibile Patto per lo sviluppo di settembre, in Regione.
«Ce lo auguriamo, ci aspettiamo la convocazione per varare insieme un nuovo tavolo che dia risultati veri, che cerchi di stabilizzare la ripresa».
Non che manchino i problemi…
«Vero. A cominciare dalla Sanità . Il tavolo sullo sviluppo non dovrà essere come quello sulla Sanità : se non si produce un piano condiviso allora è meglio che ciascuno vada per la sua strada. Con le sue responsabilità ».
Traduca.
«Insomma, sulla Sanità abbiamo la proposta di un riordino territoriale, ma dobbiamo discuterla e verificarla; si è parlato di nuovi ospedali, ma non c’è il piano; per risolvere la piaga delle liste d’attesa la giunta ha varato il progetto Amos, invertendo la regola che vede prima il riordino del sistema pubblico e poi l’opzione sui privati».
La giunta ha messo il mirino in primo luogo sugli sprechi.
«Tutti ne parlano, ma alla fine non vediamo nulla. Dobbiamo andare ad abbattere le caste e i consiglieri regionali le conoscono bene: l’attuale capogruppo ulivista, prima, era primario di un reparto con pochissimi letti».
Parla di Claudio Gustavino?
«Già . Ma i problemi sono molti, a cominciare dal porto. Tutti parlano di infrastrutture e nessuno fa nulla sul fatto che gli imprenditori portuali considerano le concessioni dei terminal come delle rendite».
Altro attacco, i terminalisti…
«La paralisi c’è anche per quell’atteggiamento. E fa bene l’Autorità portuale a chiedere il monitoraggio dei piani di impresa portuale legati alle concessioni. Peccato però che le imprese fanno resistenza e ostacolano il monitoraggio senza consegnare i loro piani. Quelle aree sono pubbliche e devono essere valorizzate».
La politica cosa fa?
«Subisce. Concede coperture. Preferisce comportamenti omertosi».
Il centrosinistra, dice.
«In realtà in Liguria esiste uno strano sistema di rapporti politici. C’è una trasversalità anomala tra i partiti più forti del centrosinistra e del centrodestra. Il rischio è che l’intero sistema politico finisca per essere uno strumento dei gruppi di interesse. La politica dovrebbe regolarne i rapporti, non subirne l’influenza».
Lobby e inciucio. Le ultime elezioni hanno portato a un vistoso rinnovamento. Non crede?
«In realtà quando parli di queste cose prendi solo portate in faccia. Pure dentro i partiti chi prende posizione non piace, è tagliato fuori. Trovano spazio solo gli yesmen. Anche nel sociale, anzi, soprattutto».
Nomi e cognomi, prego.
«Guardi chi è in cda di Fondazione Carige, chi dirige il Chiossone e chi è segretario cittadino di un partito».
Sergio Rossetti, Margherita.
«Non è una questione personale. Il fatto è che uomini di partito sono spacciati come esperti di sociale».
Suvvia, cita un solo caso.
«Chi c’è nel consiglio d’indirizzo della Fondazione Carige che si occupa del sociale? Un nome della Cgil. Chi se ne occupa in giunta comunale? Un nome Cgil. E l’assessore competente? Il presidente dell’Arci. Non c’è nulla, anche nel sociale, che non sia occupato sempre dagli stessi gruppi».
Attacco completato, nel mirino Burlando e Marta Vincenzi.
«Non hanno fatto nulla per cambiare. Le loro scelte sono sempre nella logica degli stessi gruppi».
Viva il centrodestra, allora.
«No. Parlavo solo di Genova. Vale anche per loro. Perché la trasversalità è piena. Guardate a Imperia. La spartizione del potere è totale e territoriale. E poi scusi: come spiegarsi questa incredibile debolezza dell’opposizione di centrodestra a Genova?».
Dunque bocciato anche Scajola.
«A Imperia nulla si muove se non vuole lui. Esiste un grave problema sull’esercizio del potere in Liguria. Dobbiamo cambiare questo approccio. A settembre, negli incontri del Patto per lo sviluppo ci proveremo, tenteremo di minare questa cultura».
Non è che lei sta attaccando perché siete rimasti fuori dai giochi?
«Noi non guardiamo al colore della politica ma al contenuto. Mi piacerebbe si aprisse il dibattito su questi temi. Sulla gestione del potere».” – Gio. M. ““
Firmato: Il direttivo