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Varazze, 21.12.2009.
PonentevarazzinoNews
Trattano e sperano dipendenti e fornitori dei Cantieri Baglietto
Da “Il Secolo XIX” – Baglietto, ora si spera nei militari, commesse in arrivo da Algeria e Marocco. Giovedì i vertici della Camuzzi, proprietaria dei cantieri, saranno al ministero delle Attività Produttive.
Dagli yacht di estremo lusso alle “navi” militari. Potrebbe passare attraverso la – temporanea – riconversione la salvezza-ripresa dei cantieri Baglietto. Un deja vù, come nei periodi bellici e negli anni settanta-ottanta. All’orizzonte, possibili commesse con Paesi del Nord Africa, Algeria e Tunisia in primis.
Intanto, pagamenti dei creditori, ditte appaltatrici, artigiani e fornitori, saranno garantiti, ma solo nei primi mesi del 2010. La cassa integrazione dei 38 dipendenti sarà confermata soltanto dopo l’incontro di giovedì prossimo al ministero per le attività produttive, quello di Claudio Scajola, quando i cantieri Baglietto o, meglio, il gruppo Camuzzi nautica presenterà il nuovo piano industriale. I delegati sindacali si sono incontrati a più riprese con i responsabili della “Camuzzi”, proprietaria del marchio del Gabbiano e dei Cantieri di Pisa.
L’ipotesi della cassa integrazione è stata prospettata e, se accolta, decorrerebbe dal primo gennaio. Ipotesi sulla quale esiste però scetticismo. I maggiori, in termini monetari, e temporanei creditori (la Baglietto aveva sin dal primo gennaio 2009 annunciato il posticipo dei pagamenti ai fornitori a 120 giorni, ndr) sono stati convocati dalla proprietà, che ha annunciato un piano di intervento concordato con istituti di credito, che sarà attuabile solo a cavallo fra gennaio e febbraio, ma comunque assicurato .
La speranza di ripresa esiste, e come detto sarebbe legata al comparto militare. I Baglietto sono impegnati su più fronti, quello romeno, che sembra avere perso potenzialità, quello interno collegato a nuove motovedette per la Guardia di finanza, e infine su quello nord africano. Negli anni settanta, i cantieri varazzini avevano fornito guardacoste a diversi stati, soprattutto ad Algeria e Tunisia, ma anche nel mondo arabo. La richiesta di un capillare controllo delle coste è diventata una priorità per tutti i Paesi. Angelo Regazzoni
Fonte: Il Secolo XIX
Il direttivo.
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