Ponente Varazzino Comitato spontaneo di quartiere Ponente Varazzino, per dare voce ai cittadini e sensibilizzare la Pubblica Amministrazione sui reali problemi del quartiere e della citta', segnalare e divulgare eventi e manifestazioni in programma, dare voce al locale associazionismo .

1 Dicembre 2009

Varazze: Incontro all’Oratorio Salesiano per parlare di gestione e distribuzione dell’acqua

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Varazze, 01.12.2009.

PonentevarazzinoNews

Incontro all’Oratorio Salesiano per parlare di gestione e distribuzione dell’acqua

acqua-pubblica_riunione-oratorio-salesiano_301109Ieri sera all’Oratorio Salesiano si è riunito un folto pubblico di militanti politici, appartenenti a due gruppi dell’opposizione Consigliare varazzina: “Cittadini per Varazze” e “Gente Comune”, e cittadini provenienti anche da altre città presenti il Signor Sindaco di Varazze Prof. Giovanni Delfino, il capo gruppo di Maggioranza Enrico Schiappapietra, il Consigliere d’opposizione Avv. Mariarina Dagnino e l’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria Ing. Franco Zunino.

All’incontro organizzato dalla Lista Civica “Gente Comune Varazze”, sensibile alle problematiche legate ad una eventuale privatizzazione della gestione dell’acqua, è intervenuto in qualità di relatore Roberto Melone, responsabile del “Comitato Savonese Acqua Bene Comune”.

La serata non doveva essere destinata al confronto e dibattito con i politici e le amministrazioni comunali, come erroneamente indicato nel volantino formato in formato pdf, inviato per e-mail e pubblicato sul sito degli organizzatori, ma anche come espressamente e pubblicamente richiesto agli amministratori varazzini; ma destinata a definire l’operatività stessa della costituenda struttura, con l’individuazione dei gruppi di lavoro necessari e l’assegnazione di specifici incarichi a singoli aderenti.

Vista però la presenza del sindaco, consiglieri varazzini e dell’Assessore regionale Ing. Zunino, si è deciso di aprire un breve dibattito sia sulla legge appena approvata dal Parlamento e sia su quella conseguentemente varata dalla Regione Liguria. Esistono, per quanto abbiamo potuto capire, molti punti da chiarire e da verificare in entrambe le leggi, che potevano essere meglio formulate e più attentamente analizzate, prima di essere licenziate.

Ci riserviamo di ritornare sull’argomento appena avremo maggiori informazioni e soprattutto quando si sarà fatto un minimo di chiarezza, per evitare di contribuire a confondere le idee, di chi segue il nostro impegno sociale a favore del quartiere e della città.

Per approfondire ed avere maggiori informazioni, riportiamo articoli di più testate giornalistiche, con dichiarazioni di Pubblici Amministratori, responsabili di associazioni e cittadini :

Da /Il Vostro Giornale/ – Varazze, incontro sull’acqua: restano le divisioni

varazze_riunione-su-acqua-pubblica_301109Il tema dell’acqua è stato al centro dell’incontro che si è svolto ieri sera a Varazze alla presenza di Roberto Melone, Forum per l’acqua pubblica, il sindaco Giovanni Delfino , l’assessore Schiappapietra, la capogruppo M. Dagnino di “Cittadini per Varazze” per l’opposizione, l’assessore regionale Franco Zunino e vari rappresentanti di altre associazioni, locali e non.

La necessità di preservare l’acqua come bene pubblico è stata riconosciuta dagli amministratori di maggioranza come cosa logica e già prevista dalla legge, in quanto l’acqua è un bene demaniale inalienabile ed indisponibile.
 
Resta la differenza di posizioni circa la gestione del servizio idrico: mentre il Forum, il gruppo “Gente Comune” e l’opposizione in genere chiedono il riconoscimento formale nello Statuto del Comune con l’impossibilità da parte del privato di lucrare sulla gestione dell’acqua, la maggioranza di centro destra propone di istituire un ente a sé all’interno e nel rispetto all’ATO provinciale, con i soli comuni limitrofi, con una sola vigilanza pubblica sulla sua corretta gestione. Una posizione che verrà affrontata anche nel prossimo consiglio comunale, nel quale sarà data la possibilità ad un esperto in materia del Forum di relazionare la cittadinanza.
 
L’assessore Zunino ha reso noto che anche la Regione Liguria ha proposto ricorso alla Corte Costituzionale in merito alla legge di privatizzazione e si riserva di proporne un altro:
http://www.ivg.it/2009/11/30/regione-zunino-acqua-del-rubinetto-e-buona-per-salute-e-ambiente/ .
 
“Cittadini per Varazze” ha illustrato uno studio universitario che evidenzia come non vi siano significative differenze tra la gestione privata e quella pubblica in termini di efficienza ed oculata amministrazione. L’unica vera differenza è data dalla azione “finanziaria” dei due tipi di società, molto presente in quella di natura privatistica, in quanto rivolta per definizione al profitto.

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Da “Il Secolo XIX” del 14 novembre 2009  – «Qui, porte chiuse a Iride» – di Elena Romanato

Vaccarezza: serve un polo pubblico dell’acqua per evitare l’arrivo dei “genovesi”

«Ho molto apprezzato la levata di scudi, mi auguro in buona fede, sul fatto che l’acqua debba rimanere pubblica. Ma non succederà con i proclami, bensì con una politica coerente come sta facendo questa amministrazione provinciale: creando un polo pubblico dell’acqua. La parola “Iride” mi spaventa».

 Il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza, interviene a gamba tesa sul dibattito dell’acqua pubblica. Boccia il depuratore di Villanova e ferma temporaneamente i 12 milioni di euro di finanziamenti regionali ad esso destinati verso una politica più “efficiente” degli impianti di depurazione attuali, in modo da non gravare sulle tasche dei cittadini per ciò che riguarda i costi di gestione del nuovo impianto. Sul “blocco” dei finanziamenti c’è un accordo verbale con la Regione che verrà ratificato nei prossimi giorni.

«Mi auguro che l’accordo venga formalizzato presto con l’assessore regionale Franco Zunino – spiega Vaccarezza – ora le operazioni da fare sono due: razionalizzazione a Ponente per ciò che riguarda la depurazione delle acque e creazione di un polo pubblico di gestione dell’intero ciclo delle acque perché non arrivi “Iride” a Savona. Secondo noi il depuratore di Villanova non è da fare e stiamo compiendo una valutazione tecnica per verificare se quel depuratore sia veramente necessario o se non sia meglio sfruttare quello di Borghetto che, essendo modulare, può essere ampliato. Questo comporterebbe uno spaventoso risparmio di denaro, 40 milioni di euro, che non verrebbero “pescati” nelle tasche dei cittadini con l’aumento delle tariffe per finanziare i costi di gestione».

Ma l’idea di un unico polo pubblico di gestione del ciclo delle acque, l’Ato, si scontra con l’ostruzionismo dei Comuni che temono di perdere la propria autonomia decisionale. «Sposo le preoccupazioni di certi Comuni – prosegue Vaccarezza – ma non di chi dice acqua pubblica per farsi bello poi adottando politiche che vanno in senso opposto. Quei Comuni che hanno investito nelle loro reti idriche possono stare tranquilli, perché quello che verrà conferito viene valorizzato; chi ha investito verrà premiato, chi non ha investito in passato e si trova con delle reti idriche colabrodo verrà penalizzato; i Comuni devono essere sereni perché avranno a che fare con un soggetto pubblico che reinveste nei servizi».

La legge permette ai Comuni sotto i 1000 abitanti di decidere o meno se entrare nell’Ato. «La legge conferisce questa facoltà ai piccoli Comuni – dice Vaccarezza – ma ci sono anche degli obblighi. Il piccolo Comune che ha mantenuto basse le tariffe ha anche fornito un servizio di livello allineato a quelle tariffe. Quando dovrà garantire un servizio di un certo livello da solo non sarà in grado di farlo».

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Da “Il Vostro Giornale” di martedì 1 dicembre 2009 – Acqua, il sindaco Miele: “Gestione privata con efficaci controlli pubblici”

Garlenda. Il clamore che ha seguito l’approvazione del decreto legge 135, in particolare dell’articolo 15 dello stesso, continua a far discutere. Sul tema, l’adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica e la conseguente “privatizzazione” dell’acqua, interviene Giuliano Miele, sindaco di Garlenda.

“La questione sembra avere assunto in molti casi aspetti ideologici e di contrapposizione politica che poco o nulla hanno a che fare con il merito del tema – dichiara il primo cittadino di Garlenda -. Nel merito poi il servizio di approvvigionamento e fornitura dell’acqua qualcuno vorrebbe fosse definito privo di rilevanza economica, omettendo di precisare che privo di rilevanza economica non vuole dire ‘gratis’. Quindi l’acqua in sè può essere gratis, ma la canalizzazione, l’emungizione, la distribuzione, la manutenzione e la conseguente depurazione hanno un costo”.

“La domanda cui dobbiamo dare una risposta – afferma Miele – è la seguente: in questo processo le perdite degli acquedotti colabrodo, l’inefficienza della distribuzione passando dalla gestione pubblico a privato puòmigliorare? E, ancora, l’utile da distribuire al privato e che non è previsto nella gestione pubblica deve restare all’interno di questa migliorata efficienza e quindi non incidere sugli odierni costi complessivi di distribuzione? Se la risposta è sì non dobbiamo avere paura della gestione privata dobbiamo solo prevedere efficaci sistemi di controllo pubblici”.

“E’ chiaro – spiega il sindaco di Garlenda – che in linea di principio mi sento di condividere la preoccupazione che il servizio gestito da società esclusivamente private in carenza di efficaci sistemi di controllo pubblici possa far lievitare i costi senza una corrispondente migliore qualità del servizio. Del resto il conferimento del servizio stesso non è comunque vero che debba essere affidato esclusivamente ai privati”.

“L’articolo 15 della citata legge al punto 2 comma b – illustra Miele – cita espressamente che le società cui può essere conferito il servizio possono essere miste pubblico privato, precisando che la partecipazione minima del privato non può essere inferiore al 40%, quindi a società con il massimo del 59% in mano pubblica ed un minimo del 41% privata. Al punto 3 poi precisa i casi in cui può essere conferita la gestione ad una società esclusivamente pubblica e pur essendo le condizioni molto restrittive non sono così sicuro che in questa casistica non possano rientrare molti casi, e magari anche nel nostro”.

“Quindi – prosegue – affermare o lasciare intendere che il decreto legge 135 all’articolo 15 prevede il conferimento ‘esclusivo’ ai privati è tendenzioso, inesatto e parziale. Quello poi che non si dice è che il servizio esclusivamente pubblico di gestione degli acquedotti è spesso largamente inefficiente per la vetustà degli impianti, si trasforma in costi di gestione molto più elevati e che sono conseguenza della mancanza di investimenti”.

“Inoltre – conclude Giuliano Miele – raramente la gestione pubblica presenta un pareggio di bilancio e i comuni sono costretti a coprire lo sbilancio attingendo alle scarse entrate comunali coprendo i passivi della gestione dell’acquedotto con soldi che potrebbero essere indirizzati verso altri importanti servizi per la comunità siano essi di manutenzione generale del territorio come strade, piazze, parcheggi, di arredo urbano oppure di servizi pubblici con conseguente miglioramento della qualità della vita dei cittadini”.

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Da “Il Giornalino” – Zanotelli: IL DENARO ‘PESA’ PIU’ DELL’ACQUA!

Abbiamo ricevuto da un nostro lettore l’invito a pubblicare il seguente appello di padre Alex Zanotelli. IL DENARO ‘PESA’ PIU’ DELL’ACQUA! E’ stato uno shock per me sentire che il Senato, il 4 novembre scorso, ha sancito la privatizzazione dell’acqua. Il voto in Senato è la conclusione di un iter parlamentare che dura da un anno. Infatti l’articolo 23 bis della Legge Finanziaria 133/2008 aveva regolamentato la gestione del Servizio Idrico Integrato prevedendo, in via ordinaria, il conferimento dei servizi pubblici locali a società, mediante gara. Quella Legge fu approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza.

Un anno dopo, il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge, il cui articolo 15 muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei Servizi Idrici, prevedendo:

a) affidamento a società miste, con capitale privato non inferiore al 40%;
b) cessazione degli affidamenti ‘in house’ a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni, al 31 dicembre 2011.

Questo decreto è passato in Senato per essere trasformato in legge. Il PD , da sempre favorevole alla privatizzazione dell’acqua, ha proposto (senatore Bubbico), un emendamento-compromesso del tutto inutile: l’acqua gestita dai privati, ma la proprietà pubblica (tale e quale l’art 15!).

La maggioranza ha votato per la privatizzazione dell’acqua. L’opposizione (PD e IDV) ha votato contro il decreto-legge. E così il Senato ha approvato la privatizzazione dell’acqua, bene supremo oggi insieme all’aria, diritto umano universale!

E’ una capitolazione del potere politico ai potentati economico-finanziari, col trionfo del mercato, del profitto, quindi la sconfitta della democrazia.

“Se la Camera dei Deputati – non ribalterà la decisione del Senato, si sarà celebrata la delegittimazione delle Istituzioni.”

Per questo dobbiamo denunciare con forza: – i Partiti di maggioranza che, con questo voto al Senato, si rendono corresponsabili di un Decreto contrario alla Costituzione – del nostro paese:
i Comuni e le Regioni vengono espropriati di funzioni proprie.”

Il partito di opposizione PD, che continua ad appoggiare la privatizzazione tutta l’opposizione, per non aver portato un problema così grave all’attenzione dell’opinione pubblica.

Per questo rivolgiamo un appello a tutti i partiti perché ritirino questo decreto o tolgano l’acqua dal decreto. Chiediamo ai partiti di opposizione di dichiarare ufficialmente la loro posizione e mobilitarsi su tutto il territorio nazionale, e di riportare in aula la Legge di iniziativa popolare che ha ottenuto nel 2007 400.000 firme ed ora dorme nella Commissione Ambiente della Camera.
Chiediamo alle Regioni di:
– impugnare la costituzionalità dell’art 15 del decreto Fitto-Calderoli;
– varare leggi regionali sulla gestione pubblica del servizio idrico.

Chiediamo ai Comuni di:
– indire Consigli Comunali monotematici sull’acqua;
– dichiarare il servizio idrico privo di rilevanza economica;
– fare la scelta dell’Azienda Pubblica speciale per la gestione delle proprie acque.
Chiediamo ai sindacati di:
– pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua tramite i segretari nazionali;
– mobilitarsi, informando i cittadini, contro la mercificazione dell’acqua.

Chiediamo infine alla Conferenza Episcopale Italiana(CEI) di:
– proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano, come ha fatto il Papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate dove parla “dell’accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”(n.27);
– protestare in nome della vita, come afferma il Papa nell’enciclica, contro una legge che trasforma in motivo di lucro un diritto di tutti gli esseri umani;
– chiedere alle comunità parrocchiali di organizzarsi sia per informarsi sia per fare pressione a tutti i livelli, perché non venga posta in vendita l’essenza stessa della vita.

Infatti l’acqua è sacra, l’acqua è vita.

Questo bisogna ripeterlo ancora di più, in un momento così grave in cui con il surriscaldamento del pianeta, rischiamo di perdere i ghiacciai e i nevai, e quindi buona parte delle nostre fonti idriche. E lo ripetiamo con forza alla vigilia della conferenza internazionale di Copenhagen, dove l’acqua deve essere discussa come argomento fondamentale legato al clima.

Per questo chiediamo a tutti, al di là di fedi o di ideologie perché ‘sorella acqua’, fonte della vita, venga riconosciuta come diritto fondamentale umano e non sottoposta alla legge del mercato. Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi, ma soprattutto per i poveri del Sud del mondo che pagheranno con milioni di morti per sete.
Napoli, 8 novembre 2009. Padre Alex Zanotelli

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L’acqua è un bene di tutti: difendiamola

Dopo l’approvazione del D.L. sulle privatizzazioni, i movimenti già costituiti si stanno organizzando e tanti cittadini sono pronti a mobilitarsi per dare vita ad una opposizione forte e determinata: l’acqua non è merce da affidare ai privati, la legge deve essere modificata e mantenere il controllo in mano pubblica. Precedenti esperienze di coinvolgimento dei privati non hanno sortito gli esiti auspicati.

Riportiamo il comunicato stampa del “Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua”, che tratta esaurientemente la problematica, che volendo potete approfondire collegandovi al loro sito ufficiale.
 
Approvato l’art. 15: acqua privata per tutti! [Continua … ]

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Acqua: bene comune

Il direttivo
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