.
“Lungo Addio” o un corto arrivederci di Angelo Sarni alla città di Varazze?
Abbiamo giocato con le parole, presentando l’intervista rilasciataci da Angelo Sarni, nella luminosa mattinata di giovedì 12 dicembre, nella “Gallery Malocello”, sede degli “Artisti Varazzesi”, dove la sua “Mostra Fotografica Analogica“, iniziata giovedì 5 dicembre 2024, si conclude domenica 15 dello stesso mese, per sottolineare come quel “Lungo Addio” si riferisce al titolo delle sue stupende immagini, che hanno fissato nel tempo la cultura contadina catturata dal suo attento obiettivo, e non certamente per Varazze, città che Sarni ama e che dal 2017 onora con un gradito ritorno di simpatici arrivederci.
E non potrebbe essere diversamente, considerato il favore del pubblico che lo segue nelle sue opere “dipinte” da un “clic” che trasforma le fotografie in “pennellate pittoriche seppiate“, arricchendo il soggetto di una poesia che ci riporta il profumo del fieno e il sibilo della falce, che pare escano dal quadro per ricordarci la fatica del lavoro nei campi.
“Ho cominciato da ragazzo – spiega Angelo vercellese di antica progenie – a immergermi nella natura che circondava il mio mondo, cogliendo il suo fascino e il suo umore, ascoltando le storie dei nonni e dei genitori, le loro ‘umili ricchezze’ (un nonno si considerava benestante perché aveva due buoi, e l’altro, povero perchè poteva contare soltanto su un asino…), il rumore dei carri trainati dagli animali e poi quelli dei trattori, il canto delle mondine e i richiami dai campi dei contadini, quando il giorno si avvolgeva nel manto della nebbia e la fatica si prendeva una sudata sosta.”
“Ho iniziato a lavorare come decoratore – continua a raccontarci l’amico Angelo – poi sono passato a curare la vigna di famiglia, occupazione primaria tuttora perseguita, ma sentivo che dovevo ricordare quel mondo che giorno dopo giorno stava cambiando, fermarlo per non disperderlo nella nebbia dell’oblio. Ecco il perché di queste fotografie, un atto d’amore per le radici da difendere, quei volti rugosi tagliati come pietre, un lungo romantico addio che l’obiettivo miracolizza in un ricordo che diventa presente per le generazioni che verranno, lezione di vita e di riflessioni sul pane quotidiano guadagnato col tanto sudore.”
Angelo Sarni non lo sa, ma la sua mostra è l’evidente presentazione di un poeta, perché lui è un vero poeta che scrive i suoi versi appassionati con la macchina fotografica, declamando la forza virile di un lavoro che ha curvato la schiena di innumerevoli generazioni, oggi per fortuna meno ingrato per l’arrivo della tecnologia e, per questo, da ricordare come eredità da non sciupare.
Dobbiamo essere grati ad Angelo Sarni per il dono di queste immagini che parlano direttamente ai nostri sensi più nobili, soprattutto al cuore, i cui battiti ci riportano al martellare sulle falci per affilare la lama, quando componevano musica sul pentagramma del taglio del grano. E dunque un sincero arrivederci, Angelo, per altri incontri foto-poetici che sono di conforto al nostro attuale, tambureggiante modo di vivere.
(Testo e immagini di Mario Traversi)
News anche su:
. https://lokkio.it: … Intervista ad Angelo Sarni. “Lungo Addio” o un corto arrivederci alla città di Varazze?…>>
. www.ecodisavona.it: … “Lungo Addio” o un corto arrivederci di Angelo Sarni alla città di Varazze?…>>