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Tavola rotonda a Varazze: “Le parole di Jacopo da Varagine attraverso i confini linguistici”
Sabato 16 novembre 2024, a Varazze, hanno avuto inizio le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della traslazione in città delle reliquie del beato Jacopo da Varagine, organizzate dall’Associazione Centro Studi “Jacopo da Varagine” con il contributo del Comune di Varazze e della Fondazione De Mari – Cassa di Risparmio di Savona, nel contesto del progetto biennale (2024-25): “Jacopo da Varagine e Caterina da Siena tra tradizione e cultura”.
A partire dalle ore 16, presso la sala consiliare del comune di Varazze, si è tenuta una tavola rotonda dal titolo Le parole di Jacopo. Attraverso i confini linguistici, dedicata alle traduzioni della Legenda aurea, dalla più antica in catalano (fine XIII-inizi XIV secolo) a quella in italiano del 2007, condotta sul testo criticamente stabilito.
I lavori sono stati aperti dall’intervento del sindaco di Varazze, Luigi Pierfederici, che ha portato il saluto della città ai relatori ed ai presenti, ricordando il costante impegno delle diverse amministrazioni comunali che si sono succedute per sostenere la conoscenza della figura e dell’opera di Jacopo da Varagine.
Dopo il sindaco ha preso la parola Elsa Roncallo, presidente dell’Associazione Centro Studi, che ha spiegato brevemente il significato delle celebrazioni, cedendo subito la parola a Berto Delfino, il quale ha presentato quattro sue ceramiche e due dipinti ispirati alla Legenda aurea, esposti per l’occasione nella sala consiliare.
Dopo l’intervento di Delfino, la Roncallo ha presentato le tre relatrici della giornata – Marinela Garcia Sempere, dell’Università di Alicante, Speranza Cerullo, dell’Università di Pisa, Corinna Bottiglieri, dell’Università del Salento e il coordinatore della tavola rotonda, Giovanni Paolo Maggioni, dell’Università del Molise, cedendo subito a quest’ultimo la parola.
Maggioni, curatore dell’edizione critica della Legenda aurea, più volte invitato a Varazze dall’Associazione, ha introdotto la tavola rotonda partendo dal patrono dei traduttori, san Gerolamo, cui si deve la versione in latino della Bibbia: dopo aver mostrato alcuni celebri dipinti che lo rappresentano (Caravaggio, Antonello da Messina, Van Eyck, …), ha concluso che l’immagine che a suo avviso meglio esprime l’impegno e la fatica del tradurre è quella dipinta da Domenico Ghirlandaio nel 1480, in cui il santo è raffigurato nello studio, tra libri aperti e chiusi, foglietti in cui sono annotati passi difficili, boccette di inchiostro nero e rosso, forbici, occhiali, penne …
La Legenda aurea è stata scritta in latino per persone che sapevano leggere il latino. Infatti nasce come strumento per la predicazione: i predicatori leggevano il testo in latino e lo predicavano o raccontavano in volgare.
Con il mutare dei tempi, in Italia ed in Europa, è cresciuto piano piano un pubblico di lettori e di scrittori, che non necessariamente preferivano il latino come lingua per la propria espressione letteraria e per le proprie letture. Anche la Legenda aurea dunque ha incominciato ad avere un pubblico diverso, che cercava cose diverse, oltre ai racconti edificanti, ad esempio racconti interessanti, edificanti o meno che fossero. L’autore stesso, Iacopo da Varazze, negli ultimi anni della sua vita, quando era vescovo di Genova, ha ritoccato il testo, inserendovi diverse parti di interesse narrativo, intervenendo quindi sul contenuto del leggendario. Quanto alla forma, quasi contemporaneamente o poco dopo, qualcun altro ha trovato opportuno tradurre il testo nelle lingue volgari per andare incontro a quel nuovo pubblico.
Chi traduce può lavorare meccanicamente, parola per parola, oppure può porsi l’obiettivo di rendere non tanto la lettera del testo, quanto il significato di esso. Inoltre, il traduttore lavora avendo presente il pubblico cui è destinata la sua opera, alle cui esigenze adegua le proprie scelte linguistiche e stilistiche: molto gustosi i due esempi presentati, confrontando le traduzioni di Cecilia Lisi (1952), rivolta ad un pubblico devoto, di Ermanno Cavazzoni (1993), vivace ed a tratti spregiudicata, e di Alessandro e Lucetta Vitale Brovarone (1995, nuova edizione condotta sull’edizione critica 2007), più neutra rispetto alle altre due.
Maggioni ha ricordato infine le parole con cui Teodor de Wyzewa descrive Varazze nell’introduzione alla sua traduzione francese della Legenda aurea (La Légende dorée traduite du latin d’après les plus anciens manuscrits, 1910): i presenti hanno potuto pendere visione del volume, esposto per l’occasione insieme ad altre traduzioni dell’opera raccolte negli anni dall’Associazione Centro Studi “Jacopo da Varagine”.
Concluso il proprio intervento, il coordinatore ha ceduto la parola a Marinela Garcia Sempere, che ha presentato l’edizione critica, di cui è stata curatrice insieme a due colleghi, della più antica versione nota della Legenda aurea, quella in catalano, la cui pubblicazione è iniziata nel 2022 a Barcellona con il titolo Flos sanctorum o Vides dels sants pares. Legenda aurea en català, di cui si attende la stampa del quinto volume. Dopo essersi scusata per essere costretta a tenere il suo intervento in catalano a causa della sua limitata padronanza dell’italiano, la studiosa (che ha fornito agli ascoltatori una sintesi scritta, sia in catalano sia in italiano) ha illustrato i testimoni che tramandano il testo, mettendoli a confronto tra loro, specialmente per quanto riguarda il contenuto.
Di particolare interesse la constatazione che nella versione catalana sono stati inseriti alcuni capitoli non compresi nell’opera di Jacopo, sia perché relativi a santi “locali” come sant’Eulalia di Barcellona e san Felice di Girona, comprensibilmente molto importanti per i lettori cui era diretta l’opera, sia perché non ancora canonizzati ai tempi di Jacopo, come santa Chiara d’Assisi e sant’Antonio da Padova. D’altra parte risultano eliminati alcuni santi poco significativi per l’ambiente catalano, come san Siro, vescovo di Genova. Il traduttore – o i traduttori, la versione catalana è anonima – non si limita quindi soltanto a traslare il testo in un’altra lingua, ma interviene sul testo stesso in vista del pubblico cui è destinato, aggiungendo quanto ritiene di interesse per i lettori ed eliminando quanto considera inutile.
Al termine dell’intervento di Marinela Garcia Sempere, il coordinatore ha introdotto la relatrice successiva, Speranza Cerullo, che ha illustrato le traduzioni toscane della Legenda aurea del XIV e XV secolo, a partire dalla più antica, di cui un gruppo di studiosi coordinato dalla stessa Cerullo ha approntato una nuova edizione critica (dopo quella pubblicata tra il 1924 e il 1926 da Arrigo Levasti), che dovrebbe uscire nel 2025. La traduzione, che la relatrice ha potuto datare agli anni Trenta del Trecento, è scritta in un volgare toscano per molti versi ancora acerbo (Dante era morto nel 1321), ma presenta una elevata qualità letteraria. Un’altra versione completa, tuttora inedita e proveniente dall’area senese, è conservata da un codice della Biblioteca Vaticana ed è stata datata alla fine del Trecento.
Quando si parla di traduzioni della Legenda aurea, non si deve pensare necessariamente a versioni dell’intera opera, come nel caso appena visto, ma anche di singoli capitoli o di gruppi di capitoli: anche in questo caso la selezione è dovuta al particolare interesse del lettore o dei lettori per i quali è stata approntata. Nell’Italia del Tre e del Quattrocento, infatti, i lettori in volgare possono essere comunità religiose femminili, non necessariamente monastiche, ma anche esponenti della nascente borghesia in grado di leggere, ma non di accedere agevolmente a testi composti in latino.
Particolare spazio è stato riservato alla traduzione di Nicolò Manerbi o Malerbi, monaco camaldolese, che la pubblicò a Venezia nel 1475, arricchita di numerose aggiunte rispetto al testo di Jacopo: questa versione infatti, a differenza delle altre, tutte manoscritte, ebbe diffusione soltanto a stampa. Singolare è il contrasto di questa traduzione con quella del domenicano Filippo Strada da Pavia, conservata in un manoscritto della Biblioteca Marciana di Venezia e databile agli anni Ottanta del Quattrocento: a differenza del Manerbi, lo Strada, infatti, per la sua traduzione sceglie consapevolmente di affidarsi non alla stampa, il nuovo mezzo di diffusione libraria che si sta affermando, ma al manoscritto. Traduttore e copista in questo caso si identificano ed il prodotto è un codice di altissima qualità, nel quale però il testo si interrompe, e non per ragioni meccaniche (perdita di pagine, …) dopo i primi cinquanta capitoli.
Ringraziata Speranza Cerullo, il coordinatore ha ceduto la parola a Corinna Bottiglieri, ringraziandola per aver accettato di sostituire Francesco Stella (costretto a rinunciare alla partecipazione alla tavola rotonda a causa di problemi di salute), per illustrare la più recente traduzione italiana della Legenda aurea, pubblicata nel 2007. Condotta sulla edizione critica del testo latino, la traduzione è stata realizzata da un gruppo di lavoro, coordinato appunto da Francesco Stella, cui Corinna Bottiglieri ha largamente partecipato. Con l’aiuto di alcuni esempi, la relatrice ha accompagnato gli ascoltatori nell’“officina” del traduttore, sottolineando l’importanza del ruolo del revisore, cui chi traduce può sottoporre i dubbi e le diverse possibilità di versione, in vista di una scelta il più possibile adeguata al significato.
– Prossimo evento in programma a Varazze, nel cinquantesimo anniversario della traslazione a Varazze delle reliquie del beato Jacopo da Varagine 1974-2024:
– Venerdì 29 novembre 2024 alle ore 21.00, nell’Oratorio di S. Bartolomeo, “Musica Aurea – Percorsi di musica sacra dal Medioevo ad oggi” con la Direzione artistica di Antonio Delfino.
Giovanni Antonio Rigatti, oltre l’eredità di Monteverdi: G.A. Bigatti, G.B. Riccio, A. Piccinini, B. Pasquini, D. Gabrielli.
Estro Barocco: Paola Roggero soprano, Federico Demarchi organo positivo, Francesco Olivero tiorba e chitarra barocca, Cécile Peyrot violoncello barocco, Roberta Pregliasco trombone barocco.
Ingresso libero.
– “Jacopo da Varagine e Caterina da Siena tra tradizione e cultura”, calendario delle celebrazioni ed eventi 2024-2025 (NB: possibili modifiche e rinvii, verificare sempre date previste nelle immediate vicinanze dell’evento in programma): … Calendario …>>
Fonte: Associazione Centro Studi “Jacopo da Varagine” e immagini di Mario Traversi.
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