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21 Novembre 2009

‘Cavallino Rampante’ e ‘Gabbiano ad Ali Spiegate’: due marchi italiani famosi nel mondo

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Varazze, 21.11.2009.

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‘Cavallino Rampante’ e ‘Gabbiano ad Ali Spiegate’: due marchi italiani famosi nel mondo

ferrari-e-baglietto-due-prestigiosi-marchiPur con le dovute proporzioni, il “Cavallino Rampante” della Ferrari e il “Gabbiano ad Ali Spiegate” dei Cantieri Baglietto, rappresentano il successo italiano nel mondo.  Storie di laboriosità, ingegnosità, design e ricerca, che hanno consentito un primato indiscusso sulle strade e sui mari. Qualità, affidabilità, bellezza e velocità: le Ferrari di Maranello e gli Yachts Baglietto di Varazze, due prodotti approdati agli onori delle cronache sportive, e non solo, di tutto il mondo; universalmente ammirati e desiderati.

I Cantieri Baglietto sono una realtà per la città da oltre 150 anni; posto di lavoro per generazioni di varazzini, che li portano sempre nel cuore insieme ai loro famigliari e concittadini. Nessuno a Varazze pensa al futuro senza di essi.

Oggi, nel particolare momento di globale congiuntura negativa, noi di Ponente Varazzino auspichiamo una positiva soluzione e ci rivolgiamo agli attuali proprietari, alle forze politiche ed alle Istituzioni tutte, perché insieme si adoperino per superare le difficoltà e riprendere la normale attività produttiva.

Per approfondire:

Da “Il Secolo XIX” del 21.11.2009 – La parola “crisi” non riecheggiava dal 1996, quando i cantieri Baglietto, nome di prestigio e fonte di occupazione per la città di Varazze, si trovavano in stato di concordato fallimentare. La salvezza arrivò da una cordata di imprenditori tosco-lombarda. Oggi, il futuro dei Baglietto fa nuovamente paura. Dal 18 dicembre operai in ferie forzate e lunedì sindacati convocati dall’azienda per conoscere il piano industriale.

A Varazze da settimane si discute e ci si interroga. L’azienda navale è legata da un ultrasecolare cordone ombelicale alla città.

I Baglietto rappresentano da 156 anni una realtà tangibile. La prima sede era dalla parte opposta della città, al Solaro. Furono avviati da Pietro Baglietto, il “Muntagnin”, nome di un uccello dei boschi poi tramutato, per ovvie esigenze, nel simbolo di un gabbiano, nel 1854. “Lui e i suoi garzoni – ricorda in uno scritto il nipote, ingegner Pietro, riconosciuto innovatore a livello mondiale delle carene di yachts plananti – lavoravano con tanta precisione che nel 1888 un gruppo di notabili genovesi gli commissionarono un’elegante barca che fu poi donata ai Papi, che l’avrebbero usata nel lago di Castengandolfo, durante i riposi estivi”.

La storia, quasi una leggenda, è continuata con il veloce motoscafo per il compositore Giacomo Puccini, che lo lanciava sui bassi fondali del lago di Massaciuccoli, dove era nato. Prevedibile il suo nome, “Cio Cio San”. Poi, tanti altri di lusso estremo, per l’Aga Kan Karim, Gianni Agnelli, Peters Sellers, lo sportivissimo yankee John von Neumann, Mike Bongiorno, Virna Lisi.

Brutti periodi vennero attraversati durante i conflitti bellici, con due chiusure, ma anche con la possibilità, attraverso il settore “militare”, di riprendere vigore. Leggendari diventarono i MAS (motoscafi antisommergibile), capaci, negli anni ’30, di superare i 45 nodi, velocità impensabili per l’epoca.

L’ingegner Vittorio, zio di Pietro e padre di Giampiero, futuro presidente dell’Ucina, aveva ideato le “superfici plananti”, applicate in imbarcazioni di “nuova generazione”. Dagli scali di San Nazario ne furono varati a decine, per le marine italiana, finlandese, svedese ,giapponese ed egiziana. Poi, la seconda guerra mondiale, con centinaia di varazzini che avevano evitato il “fronte” perché mantenuti al servizio dell’industria. I Baglietto costruirono anche 200 idrovolanti, adibiti a servizi di ricognizione e soccorso.

Nel ’45, il lavoro cessò, ma nessuno venne licenziato. Il vero lavoro riprese nel ’50 ed esplose nei 60-’70, quando l’economia mondiale stava risorgendo. Allora, ai Baglietto lavoravano in quattrocento, senza indotto. I cantieri sfornavano yachts in serie, grazie anche alle rivoluzionarie tecniche di produzione di un americano, Richard Cross, che per primo introdusse le linee di montaggio in un cantiere navale italiano.

Nell’83, il fallimento che portò alla chiusura di due anni. Il cantiere fu rilevato dal gruppo Rodriquez. Qualche anno di attività, la cessione al gruppo Moretti e il concordato, con l’acquisizione della cordata Borghini-Contenti-Delli-Orsi. Infine, l’ingresso della Camuzzi, che lunedì, alla Spezia, potrebbe fornire interessanti novità circa il futuro dell’azienda, non escluso l’intervento di un nuovo “socio”. Angelo Regazzoni

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Da “Il Vortice” del mese di settembre 2009 – La storia dei cantieri di Varazze da cui sono usciti motoscafi e yacht da crociera ma anche i MAS e gli idrovolanti – di Mario Traversi.

Forse non tutti sono a conoscenza che l’Italia è famosa in tutto il mondo non soltanto per il “Cavallino rampante” di Maranello con le sue prestigiose Ferrari, ma anche, in campo nautico, per un altrettanto superbo marchio di fabbrica, quello del “Gabbiano”, simbolo dei Cantieri Baglietto di Varazze, che ha portato il nome della città ligure e dell’Italia agli onori della cronaca internazionale per l’altissima qualità dei suoi scafi , con vittorie esaltanti nelle più importanti gare disputatesi nei cinque continenti.

Tutto iniziò nel 1855, allorché Pietro Baglietto, giovanissimo carpentiere con idee chiare in testa, non cedette all’offerta del lauto guadagno di mezza svanzica (44 centesimi al giorno) che gli promettevano i cantieri di Sestri Ponente, mettendosi invece coraggiosamente in proprio. Un intuito da vero manager, il suo, che lo portò man mano ad ingrandire i primitivi capannoni a levante della città, zona di S. Caterina, fino ad assumere l’aspetto e la consistenza di uno vero stabilimento che arriverà, nei momenti più felici, ad
avere centinaia di operai, fucina di una carpenteria di prim’ordine che “impollinerà” nel tempo varie parti d’Italia e dell’estero, soprattutto nelle due Americhe.

Nel 1888 per S. S. Leone XIII costruirà la “Barchetta del Papa”, dono della Città di Varazze al Sommo pontefice. Nel 1900 fanno la loro apparizione i primi motoscafi e Baglietto costruisce le “automobili marittime”, poi i primi yacht da crociera e vara il “Giuseppina”, di 33 tonnellate, il più grande costruito, sino ad allora, in Italia. Poco dopo “inventa” i Mas, Motoscafi antisommergibili, ai quali Gabriele d’Annunzio regalò il motto “Memento audere semper”.

Pietro Baglietto scompare nel 1911, lasciando un’eredità di esperienza e di ingegno continuata e ancor più valorizzata dai figli Bernardo e ing. Vittorio, successivamente supportati dai rispettivi figli ing. Pietro e dott. Gian Piero. Con lo scoppio della 1^ Guerra Mondiale, i Baglietto si volsero anche all’emergente “Arma Azzurra”, costruendo attraverso la CIVES (Costruzioni Idrovolanti Varazze) ben 1500 idrovolanti che lasciavano il golfo completi di tutto, compresi i piloti che venivano addestrati nella scuola di pilotaggio varazzina. Aumentavano intanto i clienti famosi e blasonati del tempo, per avere un natante con la firma Baglietto, vela o motore che fosse.

Per il compositore Giacomo Puccini verrà allestito l’autoscafo “Cio-Cio San”, dopo il successo della Butterfly, così come per il re Vittorio Emanuele III, altro cliente di riguardo dei Baglietto, il quale ordinò un veloce motoscafo.

Prestigiosi allori sportivi furono conquistati fra le due guerre, e successivamente, dagli yacht “Cheta”, “Cora IV”, “Bamba”, i “Twins”, il “Bona” (l’unico otto metri che vinse le famose coppe d’Italia e di Francia), “Pinuccia” e gli indimenticabili motoscafi “Lia”, “Cabar”, “Cabac”, “Montelera”, “Asso”, “Alagi”, vincitori a Miami della “Coppa d’Oro” del Presidente Roosvelt; un “Palmares” difficilmente eguagliabile per qualità e potenza.

Una tradizione che continua Tanti e troppi i nomi che dovremmo ricordare per elencare i successi delle “Ferrari del mare” con il marchio del Gabbiano. La seconda guerra mondiale ridimensionò l’attività dei Baglietto nel campo degli scafi da diporto, dovendo lavorare per l’industria di guerra; poi, finite le ostilità, il canto della ripresa fu il “Caroly”, costruito per il Commodoro Riccardo Preve, che nel 1948 intraprese la traversata oceanica e portò il saluto dell’Italia sulle sponde americane, quasi un augurale messaggio della ritrovata pace e della riaffermata capacità del nostro lavoro verso un nuovo futuro (Il “Caroly” fu successivamente donato alla Marina Militare Italiana e attualmente fa parte, insieme alla “Vespucci”, al “Palinuro”, al “Corsaro II” e alla “Stella Polare”, delle navi scuola italiane).

Negli anni ‘60 e’70 i Cantieri Baglietto si trovarono ad affrontare le difficoltà dovute alla trasformazione della lavorazione della nautica, che passava inesorabilmente dal legno all’alluminio e alle attuali fibre sintetiche di varia natura. Ultimi yacht in legno furono quelli della fortunata serie “Maiorca”, “Minorca, “Ischia”, “Capri” ed “Elba”, molti dei quali acquistati da illustri personaggi, come l’Aga Khän, Virna Lisi, Mike Bongiorno, ecc, nonché dagli Emirati Arabi (ne è apparso uno anche in un telefilm della serie “L’ispettore Colombo”, negli Stati Uniti), a conferma della ormai consolidata internazionalità dei Cantieri varazzini.

La ruota del tempo vedeva purtroppo la progressiva scomparsa della famiglia Baglietto e il passaggio dei Cantieri in altre valide e operanti realtà industriali e commerciali che continuano a fregiarsi del glorioso marchio del Gabbiano, le cui ali si sono spiegate e si spiegano tuttora per ricordare, nei suoi voli, che le “Ferrari del mare” hanno l’inconfondibile aroma del “salino” di Varazze.

Fonte: Il Vortice di settembre 2009

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Da “Il Secolo XIX” del 15.11.2009 – «Congiura del silenzio sulle difficoltà ai Baglietto» – Varazze, la denuncia di Ascom e Albergatori.

Il Pd appoggia le categorie. Il vicesindaco: pronti a intervenire in aiuto.

«Le notizie non positive che arrivano dai Cantieri Baglietto ci impegnano in alcune riflessioni sull’economia storica della città. In ballo, a causa di una nuova crisi della nautica, sarebbero trasferimenti di personale in altre sedi dell’azienda, come Spezia e Viareggio, ma anche cose più gravi».

Il preoccupante comunicato arriva dalle associazioni economiche della cittadina. I presidenti dell’Ascom, Marilena Ratto, e degli Albergatori, Andrea Bruzzone, denunciano il silenzio che fino a oggi ha avvolto la situazione: «Ma noi intendiamo rompere la cortina di silenzio calata attorno a tutto l’argomento. Il primo pensiero va naturalmente alle possibili ripercussioni sulle famiglie delle maestranze dei cantieri. A questo aggiungiamo il rammarico per la perdita di un marchio che da un secolo contraddistingue Varazze nell’eccellenza della nautica».

Il circolo Pd condivide opinione e preoccupazione delle categorie. Giulio Alluto, coordinatore del circolo varazzino, pone l’accento anche sul discorso urbanistico: «I cittadini hanno il diritto di conoscere al più presto il destino di un’area fatiscente da tempo, inserita inoltre al centro del maggiore progetto di rinnovamento architettonico della città. Il disegno in questione approvato dalla passata amministrazione era chiaro e realizzabile. Perché l’attuale giunta ha voluto le modifiche? Sull’economia, sullo sviluppo e sui posti di lavoro non si può scherzare né temporeggiare. Occorre prendere decisioni e realizzarle al più presto».

Il vicesindaco Andrea Valle concorda sulla gravità della situazione che investe i Baglietto. «I Cantieri, negli anni – rimarca Valle – hanno superato diverse difficoltà e la nostra speranza è che anche stavolta riescano a uscirne. L’amministrazione è disponibile per ogni aiuto possibile. I Baglietto non sono comunque l’unico problema serio di Varazze in questo periodo. Mi chiedo perché le categorie non pensino anche alla crisi che sta investendo la marina. Abbiamo già in progetto un incontro coi commercianti del posto per cercare soluzioni insieme».

Per quanto riguarda i capannoni, attualmente in grave stato di degrado, Valle parla d’impossibilità nel conoscerne il destino urbanistico. «Non sono arrivati comunicati ufficiali da parte dei cantieri che dichiarino la volontà di cessazione della concessione demaniale riguardante i capannoni. La vecchia amministrazione, non più tardi di un anno fa, prevedeva la costruzione di un lussuoso albergo. I cantieri hanno espresso il volere di continuare le attività all’interno della struttura in questione. La possibilità di attuare il progetto è quindi fuori questione. Certo è che la struttura necessita di ristrutturazione>>. Silvia Simoncelli

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Da “Il Vostro Giornale” del 12.11.2009 – Varazze, Cantieri Baglietto: Ascom e Albergatori lanciano l’allarme.Il presidente dell’Ascom-Confcommercio Marilena Ratto e quello dell’associazione albergatori Andrea Bruzzone sono intervenuti a proposito della situazione dei Cantieri Baglietto di Varazze.

 

“Le notizie non positive che arrivano dai Cantieri Baglietto, ci impegnano in alcune riflessioni sull’economia storica della città. In ballo, a causa di una nuova crisi della nautica, sarebbero trasferimenti di personale in altre sedi dell’azienda, come La Spezia e Viareggio, ma anche altre cose anche peggiori. Come Categorie economiche della città, sulla spinosa questione che a breve rischia di ribaltarsi pesantemente su tutta la nostra comunità, intendiamo rompere la cortina di silenzio calata attorno a tutto l’argomento” hanno spiegato i due.

“Silenzio che sta mantenendo soprattutto la civica amministrazione, come pure tutto il Consiglio comunale di Varazze. Il primo pensiero di albergatori e commercianti va naturalmente alle gravi preoccupazioni per le possibili ripercussioni sulle famiglie delle maestranze attualmente impegnate nelle lavorazioni dei Baglietto. A questo aggiungiamo il rammarico per la possibile perdita di un marchio che da un secolo contraddistingue Varazze nell’eccellenza della nautica. Quindi ci sentiamo di esprimere doverosamente una solidarietà non formale ma sostanziale, a chi in questo momento vede improvvisamente compromesso tutto il proprio futuro” hanno aggiunto ancora la Ratto e Bruzzone che hanno proseguito osservando: “In una situazione socio-economica di questo tipo, ai pubblici amministratori riteniamo importante far notare, altresì, come l’economia turistica, anche questa ’storica’, e il terziario nel suo complesso restino sempre più preponderanti nel tessuto sociale ed economico della città. E quindi pensiamo che il nostro comparto, ossia le nostre aziende, siano da valorizzare con più attenzione rispetto al passato e, anzi, si debba tentare di rilanciare, proprio in quanto rappresentano l’unica economia cittadina possibile”.

“Un altro è il discorso urbanistico, per cui diventa importante conoscere al più presto il destino di un’area già fatiscente da troppo tempo, inserita proprio al centro del maggiore progetto di rinnovamento architettonico della città. Il riferimento è al quartiere del porticciolo turistico, ora oggetto di tante ipotesi di trasformazione. E ciò in vista del piano di recupero del retroporto. Il tutto, ancora da chiarire, anche alla luce delle profonde, recenti modifiche ai progetti originari, imposte dalla nuova Giunta Comunale” hanno concluso i presidenti dell’Ascom e dell’associazione Albergatori.

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IL PARERE DEL PD SU CANTIERI BAGLIETTO E T1

Il circolo PD di Varazze condivide  le preoccupazioni del presidente dell’Ascom-Confcommercio Marilena Ratto e del presidente  dell’associazione albergatori Andrea Bruzzone a proposito della situazione occupazionale dei Cantieri Baglietto che potrebbe portare a trasferimenti di personale in altre sedi dell’azienda, come La Spezia e Viareggio.

Il PD condivide l’idea delle categorie economiche che ormai occorre rompere la cortina di silenzio calata attorno alla questione CANTIERI BAGLIETTO: la crisi dei  Baglietto avrà  ripercussioni sulle famiglie delle maestranze attualmente impegnate in cantiere e naturalmente a cascata sull’intera economia varazzina.

LA GIUNTA DELFINO invece di occuparsi delle problematiche reali della città come il lavoro, l’occupazione e la crisi economica locale emette inutili proclami sui lavori in corso e progetti già definiti ed avviati dalle passate amministrazioni di centro sinistra. IL SINDACO E LA SUA GIUNTA devono smettere di fare dichiarazioni “FANTASCIENTIFICHE e CONTRADDITORIE”  SULLA T1 TRAMITE I MEDIA E LA CARTA STAMPATA: i cittadini e gli operatori economici hanno il diritto di conoscere al più presto il destino di un’area già fatiscente da troppo tempo, inserita proprio al centro del maggiore progetto di rinnovamento architettonico della città.
 
Il progetto in questione approvato dalla passata amministrazione era chiaro e realizzabile: perché l’attuale Giunta ha voluto le modifiche del progetto originale sulla T1. Forse perché coloro che oggi governano Varazze avevano raccolto firme “contro”?

Sull’economia, sullo sviluppo e sui posti di lavoro non si può né scherzare né temporeggiare! Occorre decidere e realizzare!

Coordinatore circolo pd di Varazze: Giulio Alluto.

Il direttivo.

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