“WILLY E POP”. Un labrador e un gatto soriano: i “fratelli di Cantalupo”
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Una toccante esperienza raccontata da Luigi Spiota.
Rita, una cara amica di Cantalupo dove entrambi abitiamo, aveva uno splendido esemplare di labrador di nome Willy ed un bellissimo gatto soriano di nome Pop che vivevano insieme.
Dormivano nella stessa cuccia, mangiavano nella stessa ciotola, giravano per casa e nel giardino sempre uno accanto all’altro, ogni tanto facendosi una coccola, giocherellando. Rita ha il telefonino pieno di foto che li ritraggono in mille pose, sempre uno attorcigliato all’altro, in simbiosi.
Pochi giorni fa, incontrandola per strada, Rita mi racconta che Willy è improvvisamente morto e che ha dovuto sotterrarlo in un angolo appena fuori del giardino. Me lo dice con voce ed occhi come se avesse perso un parente stretto.
Passato il magone, mi racconta che erano quattordici anni che Willy viveva in casa sua e che il vuoto che ha lasciato, per il momento, è incolmabile.
“Beh, per fortuna hai ancora il gatto” le dico sicuro di confortarla.
“Oh, sapessi…” mi dice scrollando la testa e commuovendosi ancora.
“Non sarà morto anche lui, spero!”
“No, no…”
“Eh allora?”
“Ascolta, il giorno stesso in cui ho sotterrato Willy, alla solita ora ho preparato quella che era la ciotola di entrambi, con un poco di cibo in meno e l’ho messa nel solito posto, in attesa che Pop venisse a mangiare. Nel primo pomeriggio l’ho vista ancora intatta, al suo posto. Non mi sono sorpresa più di tanto: rimasto solo, ho pensato, Pop avrà deciso di cambiare orario e verrà magari fra un po’, affamato come sempre.”
Invece alla sera la ciotola era ancora là, con tutto il cibo, isolata sul gradino.
“Cosa sarà successo al povero Pop, rimasto improvvisamente solo? ” mi sono chiesta.”
Mi sono sporta dalla finestra e l’ho chiamato in tutti i modi abituali. Niente
Sono andata a casa del vicino a chiedere se l’avesse visto. Niente.
Alla sera la ciotola era ancora là, abbandonata sul gradino.
“Beh, i gatti sanno cavarsela in ogni evenienza, mi sono detta, prima di pensare male aspettiamo domani.”
L’indomani mattina la ciotola era sempre al solito posto.
Così ancora nel pomeriggio ed anche alla sera.
“Ma dove si sarà cacciato, povero gatto” ed ho fatto il giro del giardino provando a chiamarlo ancora.”
L’indomani mattina si presenta il figlioletto del vicino di casa.
“Signora Rita, ha visto dov’è Pop?” mi ha chiesto, sapendo che lo stavo cercando.
“No, Robertino. Dov’è?” gli ho risposto un poco sollevata.
“In quell’angolo dove abbiamo sotterrato Willy. Vada a vedere.”
Trasalisco ed incomincio a intuire: “Poverino, due giorni senza mangiare né bere…”
Corro sul posto e trovo Pop disteso sopra alla terra ancora smossa, dove sotto c’è il suo amico-fratello. Sembra che non respiri, gli occhi chiusi, la testa abbandonata sulla terra. Pare morto.
“Lo chiamo: Pop, su vieni qui, da bravo.”
Non muove un pelo.
Mi avvicino, allungo le mani e lo prendo delicatamente per sorreggerlo. Si lascia sollevare come se fosse uno straccio.
Con un filo di respiro e gli occhi appena socchiusi riesce soltanto a fare:
“Miiiiiii…”
(Luigi Spiota – Varazze, frazione di Cantalupo (SV), luglio 2024)
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