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Varazze, 28.01.2021. Home page
Fausto Coppi – Una vita in più. Gli anni immaginati del Campionissimo – Riflessioni di Mario Traversi
Uno dei 20 racconti, Hotel Crespera, è del varazzino Carlo Delfino, medico ed appassionato ciclista.
Fausto Coppi – Una vita in più. Gli anni immaginati del Campionissimo in 20 racconti, un libro pubblicato da Bolis Edizioni – Un romanzo che una volta iniziato non sarà facile smettere di leggere, prima di essere arrivati all’ultima pagina. Venti storie da leggere tutto d’un fiato per … sognare.
Bolis Edizioni – Abstract:
Cosa sarebbe successo se, in quelle convulse giornate intorno al capodanno del 1960, il destino si fosse distratto o scostato di poco dal suo tragico piano e avesse consentito a Fausto Coppi di continuare la sua ancora giovane esistenza? Come avrebbe affrontato il Campionissimo, l’inventore del ciclismo moderno, la modernità che bussava alle porte e che, in un rapido volgere di tempo, avrebbe cambiato il volto dell’Italia e del mondo? La sua leggenda avrebbe resistito all’incalzare degli anni? Come sarebbe invecchiato il Grande Airone?
20 racconti, un’extra biografia immaginaria, un gioco letterario tra verosimiglianza e fantasia, affetto e ironia, che provano, in parte, a rispondere a queste domande e regalano a “Fausto Coppi – Una vita in più“.
Gli autori e i racconti: Gianni Rossi, Il breviario del buon soldato; Gian Paolo Porreca, L’amore mancato; Giuseppe Figini, Sotto l’insegna del Santo Pellegrino; Andrea Maietti, «Pronto, Meo?»; Gabriele Moroni, Un altro giro di pista; Vittorio Landucci, La ruota continuerà a girare; Carlo Delfino, Hotel Crespera; Filippo Cauz, Affari notturni; Ildo Serantoni, Fausto e Felice; Mimma Caligaris, Azzurri e nuvole; Marco Ballestracci, Il presidente; Geppa Garon, Ultima fuga; Giovanni Battistuzzi, Il Marsigliese; Gino Cervi, Tütidü; Silvano Calzini, Io sto qui e aspetto Coppi; Claudio Gregori, Gran Premio Paradiso; Davide Ferrari, Come doveva essere; Marco Pastonesi, Un tavolo per due; Antonio Gurrado, Il dattiloscritto due uno sei zero; Luigi Sampietro, Sui colori dell’arcobaleno.
Fausto Coppi, un mito immortale
Riflessioni di Mario Traversi:
Ma Fausto Coppi è veramente morto quel terribile 2 gennaio 1960? Pare proprio di no, stante alla mitizzazione che lo accompagna ancora oggi e che non accenna a diminuire, alimentata non soltanto dalle vecchie generazioni sportive, ma anche da quelle giovani che lo hanno conosciuto attraverso i racconti dei “vecchi suiveurs” e dalle cronache di quella indimenticabile epopea ciclistica che, soprattutto negli anni 40′ e 50′, vide trionfare sul palcoscenico mondiale del mondo sportivo l’Airone di Castellania.
Un mito che è vero amore per quel ragazzo che spiccò il volo da una terra contadina resa celebre dalle sue imprese (al suo nome è stato aggiunto quello di Coppi), un atleta che ci fece sognare con l’indimenticabile “un uomo solo al comando“, nella tappa leggendaria Cuneo Pinerolo del Giro d’Italia del 1949, fuga epica che per un soffio non travolse il grande apparecchio radio del Bar Giardino a Varazze e, pensiamo, in ogni altro bar della penisola. “La sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi“, celebrò subito dopo Mario Ferretti, sacerdote sublime dei riti sportivi del Campionissimo.
E’ veramente morto Fausto? Per lui esiste la morte? Di questo rifiuto a una verità purtroppo reale e amara hanno risposto 20 scrittori con il libro “Fausto Coppi – Una vita in più” (Gli anni immaginati del Campionissimo) – Bolis Edizioni, rilanciando, in un gioco di amabile alternanza che chiameremmo “fantasport“), il cammino di Coppi all’indomani della sua scomparsa, con 20 racconti che lo pongono protagonista di innumerevoli imprese, vuoi sportive che di imprenditoria e di altre strabilianti “presenze” nel tempo e nello spazio, che la penna e l’amore, lo rendono immortale.
Fausto Coppi incontrerà ancora successi e gloria, riconquisterà il record mondiale dell’ora, ma conoscerà anche fantastiche mutazioni quale albergatore (Hotel Crespera, ex Genovese di Bertullo), amico di personaggi illustri di epoche diverse, corridori dell’alba del ciclismo, ecc., in una giostra di sensazioni che evidenziano penne intinte nel calamaio dell’amore. Un amico vero non muore mai, dice il poeta, perché lascia di sé i ricordi più belli, l’entusiasmo di giornate di sole e di vita, i sogni che si realizzano nella compartecipazione alle sue vittorie, comunque siano state raggiunte.
Molti libri sono stati scritti su questa figura entrata nella storia dello sport mondiale e in quella civile che ha attraversato il secondo dopoguerra, ma questo “Fausto Coppi, una vita in più“, rappresenta una sfida alla nera signora che si è permessa di mettersi in mezzo alla strada per ostacolare l’arrivo vittorioso di Fausto che stava per tagliare l’ultimo traguardo, sempre … in solitario.
Venti storie scritte per gli amanti e non solo, della bicicletta. Da leggere: per … sognare. – (Mario Traversi)
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