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Varazze, 20.04.2020. Home page
Pene esemplari per i reati commessi nella Podesteria di Varazze, Celle, Albisola nel 1600
Rileggendo la nostra storia passata, tanto per farne un paragone con i nostri giorni e, soprattutto, con le leggi attuali, delle quali spesso ci lamentiamo, negli “Statuti Criminali della Podesteria di Varazze, Celle e Albisola” (8 Maggio 1600), estratti dal Bollettino Bibliografico Quadrimestrale de “La Berio“, Gennaio-Aprile 1976, dallo storico varazzino Antonio Olivieri, studioso appassionato del Beato Jacopo, di S. Caterina da Siena e di altri personaggi varazzini (purtroppo scomparso), abbiamo scoperto come ci si comportava in quel tempo con coloro che trasgredivano la Legge.
Al capitolo “Delli ladri” si dichiara: “E’ statuito et ordinato che se alcuno ruberà nei luoghi di Varazze, Celle et Arbisola, e suo territorio, la valuta di lire cinque di Genova, ò minor somma, sia posto in prigione per tre giorni e condannato in altrettante lire e non sia rilasciato che non restituisca la cosa rubata, e se non potrà pagare detta somma sia frustato ò messo alla berlina per tre hore il giorno per tre giorni.”
Le pene salgono per il furto di lire 10 e sino a 25, con il taglio dell’orecchia sinistra, e da 25 sino a 50 con la condanna a vogare per due anni in Gallera.
Per il furto di 100 e più lire c’era il taglio della testa, se sarà di detta Podesteria, o impiccato alle forche se forestiero (tutte pene che prevedevano la restituzione del mal tolto …).
Altri reati come adulteri e stupri prevedevano multe salate in una scala di punizioni che comportavano la fornitura di una dote alla ragazza violentata, o pigliarla per moglie in elezione dell’uomo, così come per una vedova sedotta o maritata, quando il detto violatore non avesse moglie. Infine: “se alcuno rapirà per forza alcuna donna di qualsivoglia maritata o no, o chi li darà aggiuto, siano tutti puniti capitalmente.”
Come si vede, non si scherzava nel 1600 nella Podesteria di Varazze, Celle e Albisola, sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Genova. Ladri, stupratori e altri individui che commettevano reati, i più vari (omettiamo il resto di un lungo, “interessante” elenco, per contenimento di spazio, riservandoci di ritornare sull’argomento in altri servizi), erano perseguiti senza tanti riguardi, a tutela dei cittadini onesti e dell’ordine pubblico.
Qualche considerazione al riguardo non stonerebbe, ma lasciamo all’uomo dei nostri giorni il giudizio, e a chi commette reati più o meno gravi nell’attuale società, una riflessione sulla fortuna di non essere vissuto da queste parti nel 1600.
(Mario Traversi)
Per approfondire:
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