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Celebrazioni a Varazze per il 50mo anniversario della traslazione delle reliquie del beato Jacopo
In programma sabato 16 novembre 2024:
– alle ore 16:00, nella Sala Consiliare del Comune, tavola rotonda dal titolo “Le parole di Jacopo“;
– alle ore 21:00, nell’Oratorio di S. Giuseppe, concerto dal titolo “Citare, variare, tradurre in musica. Musiche vocali e organistiche dal Quattrocento all’Ottocento.”
In occasione del cinquantesimo anniversario della traslazione a Varazze delle reliquie del beato Jacopo da Varagine, avvenuta il 7 dicembre 1974, l’Associazione Centro Studi “Jacopo da Varagine“, con il contributo del Comune di Varazze, della Fondazione De Mari – Cassa di Risparmio di Savona e della casa editrice Kim Williams Books di Torino, ha organizzato alcuni eventi per celebrare la ricorrenza.
In particolare, sabato 16 novembre 2024 alle ore 16, nella Sala Consiliare del Comune di Varazze, si terrà una tavola rotonda dal titolo “Le parole di Jacopo. Attraverso i confini linguistici, dedicata alle traduzioni dell’opera più famosa di Jacopo, la Legenda aurea“. Con le sue centinaia di manoscritti pervenuti fino ad oggi, la Legenda aurea è stato il libro più ricopiato e diffuso per molti secoli in Europa ed ha una importanza fondamentale per la comprensione della cultura europea, dalla storia della santità alla storia dell’arte. È stata scritta in latino per persone che sapevano leggere il latino. Infatti nasce come strumento per la predicazione: i predicatori leggevano il testo in latino e lo predicavano o raccontavano in volgare.
Quando è cresciuto un pubblico di lettori e di scrittori che non necessariamente preferivano il latino come lingua per la propria espressione letteraria e per le proprie letture, anche la Legenda aurea ha incominciato ad avere un pubblico diverso, che cercava cose diverse, oltre ai racconti edificanti, ad esempio racconti interessanti, fossero edificanti o meno. L’autore stesso, Iacopo da Varazze, negli ultimi anni della sua vita, quando era vescovo di Genova, ha ritoccato il testo, inserendovi diverse parti di interesse narrativo, intervenendo quindi sul contenuto del leggendario. Quanto alla forma, quasi contemporaneamente o poco dopo, qualcun altro ha trovato opportuno tradurre il testo nelle lingue volgari per andare incontro a quel nuovo pubblico. Le traduzioni si sono poi susseguite fino ai giorni nostri, anche in Italia.
Sabato 16 novembre a Varazze Speranza Cerullo, dell’Università di Pisa, illustrerà la più antica traduzione italiana, di cui sta coordinando l’edizione critica; Marinela Garcia Sempere, dell’Università di Alicante, presenterà la traduzione medievale catalana, pubblicata negli anni 2022-2023, di cui è stata coeditrice; Corinna Bottiglieri, dell’Università del Salento, presenterà infine la più recente traduzione italiana, diretta da Francesco Stella, condotta sull’edizione critica e pubblicata nel 2007, cui ha largamente collaborato. La tavola rotonda sarà coordinata da Giovanni Paolo Maggioni, dell’Università del Molise, curatore dell’edizione critica del testo latino (prima edizione 1998; seconda edizione riveduta con traduzione italiana 2007).
Sempre il 16 novembre 2024, alle ore 21, nell’oratorio di S. Giuseppe, si terrà un concerto dal titolo Citare, variare, tradurre in musica. Musiche vocali e organistiche dal Quattrocento all’Ottocento, che fa ideale e diretto riferimento ai temi trattati nella tavola rotonda, e vedrà impegnati il mezzosoprano Maria do Céu Alexandrino ed Antonio Delfino all’organo.
Il programma impagina composizioni prodotte in un arco temporale compreso tra il Quattrocento e l’Ottocento e ispirate ad opere di determinati autori considerati auctoritates o a repertori ufficiali che il compositore utilizzava in ragione del suo ruolo presso le istituzioni ecclesiastiche (ad es. il canto gregoriano). Attraverso la rielaborazione di melodie famose (le variazioni) o le riscritture di intere composizioni (le intavolature) le musiche originarie risuonano in forme nuove e con più aggiornati linguaggi compositivi, mentre la creatività contrappuntistica può essere stimolata da celebri temi (il motto B.A.C.H.) come segno di omaggio verso riconosciuti modelli di stile.
Singolare risulta la prassi del contrafactum, consistente nella sostituzione di un testo intonato con un altro testo lasciando pressoché intatta la struttura musicale, come nel presente caso del “Lamento” di Monteverdi dove il testo latino sacro risulta essere un dotto rifacimento in chiave mariana dei versi in volgare dell’Arianna di Ottavio Rinuccini. Pure associabile all’idea di una ‘traduzione’ in senso più lato si rivela ancora nell’Ottocento l’apposizione ex novo di testi liturgici a rinomati brani strumentali che ne determina una inaspettata e sorprendente veste espressiva.
Il concerto si inserisce in una rassegna specificamente dedicata alla musica sacra che affianca le celebrazioni, il cui titolo, Musica Aurea, si ispira all’opera maggiore di Jacopo, la Legenda aurea. La programmazione intende offrire ambiziosamente un’ampia panoramica dei vari generi musicali che hanno caratterizzato la sfera religiosa in un arco di tempo che dal tardo medioevo si prolunga fino ai giorni nostri. Per favorire la resa acustica dei vari organici vocali e strumentali che si alternano lungo la rassegna è risultata imprescindibile la scelta di valorizzare buona parte delle chiese e degli oratori che sorgono sul territorio varazzino: occasione propizia per riscoprire insieme all’arte musicale sacra anche gli spazi e i tesori artistici che si conservano al loro interno. La direzione artistica di Musica aurea è affidata ad Antonio Delfino, dell’Università di Pavia – Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Cremona.
La rassegna Musica aurea proseguirà venerdì 29 novembre 2024 alle ore 21 nell’Oratorio di S. Bartolomeo con un concerto dal titolo Giovanni Antonio Rigatti, oltre l’eredità di Monteverdi, fulcro del quale saranno tre mottetti per voce sola e basso continuo tratti dal Secondo Libro di Mottetti di Giovanni Antonio Rigatti, stampato a Venezia nel 1647 e di cui l’unico esemplare conservato attualmente in Italia, oltre alle tre copie che si trovano in biblioteche straniere, è quello della Biblioteca Universitaria di Genova. Incorniciano i pezzi vocali tre brani distribuiti lungo tutto il XVII secolo che sono affidati agli stessi strumenti di sostegno della voce. L’esecuzione sarà affidata all’ensemble Estro barocco.
Il terzo concerto della rassegna Musica aurea, in programma sabato 4 gennaio 2025 nella Chiesa Collegiata di S. Ambrogio, sarà dedicato alla coralità europea dal Rinascimento ad oggi. L’ampia scelta di autori e le diverse epoche a cui appartengono non sono disposti in una rigida sequenza cronologica; i pezzi sono raggruppati in tre sezioni tematiche distinte, ma accomunati dalla particolare importanza che i compositori conferiscono ai valori del testo, sia sul piano musicale sia su quello liturgico.
In una prima sezione mariana una delle antifone maggiori di Palestrina e un mottetto di Miškinis attorniano le opulente sonorità del Magnificat a cinque voci e strumenti di Buxtehude. Nella seconda sezione, dopo il più celebre mottetto di Palestrina (tratto dal salmo 42), risuonano le generose trame vocali di due salmi di Mendelssohn composti per il culto luterano e seguiti dalle raffinate polifonie di due autori ‘nordici’. La predilezione per questa elegante vocalità proveniente dall’Europa settentrionale è palese nella terza sezione natalizia in cui ci si sofferma sulle armonie sospese di Lauridsen e sulle accattivanti scritture di Rutter, bene integrandosi con la compostezza di Praetorius e la gioiosità di Couperin.
Per approfondire:
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Fonte: Associazione Centro Studi “Jacopo da Varagine”.
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