Prima conferenza del progetto “Jacopo da Varagine e Caterina da Siena tra Devozione e Cultura“
Silvia Nocentini, docente di letteratura latina medievale e umanistica presso l’Università di Roma Tor Vergata, ha dato un interessante contributo alla conoscenza di Caterina da Siena, nella sua conferenza del 4 maggio 2024 nel santuario di S. Caterina a Varazze, organizzata dal Centro Studi Jacopo da Varagine APS.
Titolo della conferenza: “Le parole di Caterina nella Legenda maior“, la biografia principale di Caterina da Siena, scritta dal suo ultimo confessore il Beato Raimondo da Capua, frate domenicano, giurista di formazione. Nominato confessore di Caterina dal maestro dell’Ordine, dopo la morte di Caterina, viene richiesto dai suoi discepoli di scriverne una vita.
La composizione della “Legenda maior“, così chiamata per la sua ampiezza rispetto ad altre vite di Caterina, più volte interrotta e ripresa, impegna Raimondo per una decina d’anni: egli attinge in primo luogo ai propri ricordi per i fatti di cui è stato testimone oculare, ma anche agli appunti ed alle informazioni che gli vengono forniti dai precedenti confessori.
L’opera può essere letta come l’itinerario di Raimondo, che supera l’iniziale diffidenza nei confronti di Caterina e a poco a poco ne diventa discepolo: egli non si propone di raccogliere tutte le informazioni esistenti, ma di narrare quanto ritiene meritevole di essere ricordato e quando racconta episodi cui ha direttamente partecipato o assistito, il discorso si fa vivace e drammatizzato.
Nel suo racconto fa spesso parlare Caterina in prima persona, cercando per quanto possibile di rendere nel suo latino elegante i termini e le espressioni da lei usate.
Caterina costituì un modello imitato in tutta Europa da molte altre donne, che furono venerate come sante mentre erano ancora in vita e protette da nobili famiglie le quali, attraverso tale protezione, consolidavano la legittimità del loro potere: Gabriella Zarri le ha felicemente definite “sante vive“.
Accanto alla parola, il corpo. È nota la devozione di Caterina verso l’Eucaristia: in un’epoca in cui il concilio Lateranense IV (1215) aveva stabilito che i fedeli si comunicassero tre volte l’anno, a Natale, a Pasqua e a Pentecoste, Caterina si comunicava tutti i giorni e a volte anche più volte al giorno, anzi, negli ultimi anni di vita l’Ostia consacrata era diventata il suo unico nutrimento. Quello di Caterina non era un caso isolato: in un periodo storico in cui tutto ciò che aveva attinenza con la preparazione e la distribuzione del cibo era dominio esclusivo delle donne, la pratica del digiuno da parte loro è un fenomeno che non può essere identificato con l’anoressia, ma che va messo in relazione con la volontà di esercitare il dominio sul proprio corpo.
La relatrice ha concluso il suo intervento, distinguendo nelle parole di Caterina, riportate nella “Legenda maior”, quattro discorsi:
– in primo luogo il discorso mistico, che può essere inquadrato nella formula parlare con Dio o di Dio, utilizzata dai primi biografi per san Domenico e valida anche per Caterina;
– in secondo luogo il discorso dottrinale, in quanto Raimondo inserisce nella sua opera numerosi interventi di natura dottrinale, per difendere Caterina dai suoi detrattori;
– in terzo luogo il discorso parenetico, legato ai consigli che Caterina dispensa a chi ricorre a lei in cerca di una guida;
– in quarto luogo il discorso profetico, che si esplicita, da parte di Caterina, sia attraverso la conoscenza dei cuori, sia attraverso la conoscenza dei mali della Chiesa.
Caterina vive in un’epoca in cui la sede papale non è più Roma, ma Avignone ed assiste all’inizio del grande scisma, quando non c’è più un solo papa, ma due (e poi tre): nonostante questa situazione, Caterina assicura che lo scisma si ricomporrà e Raimondo si sente in dovere di difenderla da quanti obiettano che la sua profezia non si è realizzata. Noi, oggi, sappiamo che Caterina aveva visto giusto.
Un lungo, caloroso applauso ha accolto la conclusione della conferenza, tenutasi alla presenza di un folto pubblico, del Sindaco Ing Luigi Pierfederici e dell’Assessore alla Cultura Mariangela Calcagno.
Comunicato stampa del Centro Studi Jacopo da Varagine APS.