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Varazze, 2.04.2023. Home page
Saracinesche chiuse: quanti ricordi che si portano dietro
Una città, un paese, non sono fatti soltanto di case, di strade e di piazze, ma hanno anche un cuore che pulsa di ricordi, un’anima che dona alla comunità il senso della vita che vi si svolge, e quando questi cuori e queste anime cessano di esistere, si chiude una pagina importante della sua stessa esistenza.
E’ il caso emblematico delle attività commerciali che abbassano le saracinesche per chiusa attività, quasi in sordina, come se i nuovi tempi, o semplicemente l’arrivo della pensione, fosse il segnale di una svolta fatale e definitiva, senza alcuna speranza di un possibile domani.
Quante saracinesche chiuse, quanti ricordi che si portano dietro! Varazze ha molte storie da raccontare, in merito.
Una fra tante e delle ultime, è quella della Libreria Profumeria di Teresa Baglietto Ravasini, meglio conosciuta come “A Bambinn-a“, in via Mameli, datata 1923, meta di generazioni di scolari che vi si recavano per acquistare libri e quaderni, penne e pennini, mentre i profumi di classe erano la calamita delle signore.
Un negozio sempre “alla page” con le mode che si alternavano e che dava un tocco di signorilità all’intero quartiere del Solaro.
Nel silenzio discreto di una sera di questa primavera dai toni malinconici di un autunno asciutto e nebbioso, “A Bambinn-a” ha abbassato le saracinesche per l’ultima volta, portandosi dietro il fascino di un tempo che sapeva di incontri e di parole, di scelte senza fretta, lasciando un vuoto di cose legate alle radici della città.
Accanto a queste saracinesche abbassate, rimane, come sentinella fedele e attenta, il negozio di Parrucchiere di Bartolomeo Recagno “U Recagnin“, aperto nel 1934 dal padre Antonio, la cui attività continua con l’apporto del figlio Mauro, e questa presenza ci consola un poco, perché segno di una fiamma che non teme il vento dei nuovi tempi.
Altre porte si sono chiuse in questi ultimi anni. Forse qualcuna di esse, come “A Bambin-na” di , meriterebbe un piccolo, significativo riconoscimento.
(Testo e immagine di Mario Traversi)