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16 Aprile 2020

La difesa dal morbo contagioso dei nostri antenati

PonentevazzinoNews
Varazze, 16.04.2020.                            Home page

La difesa dal “morbo contagioso” dei nostri antenati

Lo scorso mese di febbraio, i media nazionali, hanno dato risalto alla lettera scritta e inviata ai suoi studenti dal preside del liceo scientifico “Volta” di Milano, il prof. Domenico Squillace, con la quale li ha invitati ad affrontare l’isolamento dovuto all’emergenza coronavirus con calma, magari con l’aiuto di un buon libro e, per l’occasione segnala i “Promessi sposi“. Infatti, i capitoli 31 e 32 sono interamente dedicati all’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630. Leggerli o rileggerli oggi, potrebbe fornire diversi spunti di riflessione, non solo agli studenti del liceo milanese, ma a tutti noi.

Di seguito una riflessione sul tema di Mario Traversi:

«Questi tristi giorni che ci vedono costretti in quarantena per evitare il contagio del “Coronavirus“, comprensibilmente infastiditi da una norma di opportuna e giusta imposizione autoritaria, ci riportano a quel che avvenne nel corso dei secoli in Europa durante le ricorrenti epidemie, soprattutto di peste, che provocarono milioni di vittime, in un tempo in cui non esistevano rimedi che non fossero pratiche derivanti da quella medicina popolare fatta di erbe, unguenti e fumigazioni varie, che non risolvevano, ovviamente, il grave problema.

Però, anche allora, come prima e unica arma, ci si difendeva con l’isolamento, come raccontano le cronache degli storici, tra cui il savonese Filippo Noberasco (“Peste e contagi in Savona“, ripreso dai varazzini Ernesto Renato Arri e Carlo Ruggeri, nei “Quaderni di storia locale“, il N.6 del 1996: … La peste; drammi, paure, speranze e devozioni in tre secoli di “male contagioso“; pubblicazione edita a cura dell’Associazione Culturale “San Donato” di Varazze.).

Racconta il Noberasco, che all’apparire dell’epidemia del 1630, che colpì Savona e praticamente gran parte della provincia e riviere, “furono subito istituite spesse guardie alle porte e ai vari ritani, ecc., fatte grandi disinfezioni in città, nei fossi, nei macelli, concerie, ecc., assicurate grandi riserve di granaglie, legna, paglia, una grande quantità di aceto, strumenti chirurgici, barelle, letti, come ci si preparasse all’assedio della città messogli da nemico crudelissimo. La moria parve certa,” – continua Noberasco – quando abitanti infetti di Alpicella, in quel di Varazze, e di Quiliano, venuti a Savona per loro negozi, morirono tutti al ritorno...”

Saltando ulteriori notizie su quella e altre epidemie che si abbatterono sul nostro territorio, è interessante e ammonitorio, restando a quella del 1630, il Bando emesso dal Commissario di Sanità del luogo di Varazze, Giobatta della Rovere, che con una pubblica “grida” annunciava la messa in esecuzione di un drastico cordone sanitario che isolava la città dal contado, con pene severissime per i contravventori, che potevano arrivare anche alla pena di morte.

Non è il caso qui di dissertare su quei provvedimenti legati a tempi e ambienti per fortuna lontani dai nostri, però, il ricordare quanto accadeva nel passato alle prime avvisaglie del “morbo contagioso” (Peste nera portata dalla pulce “Xenopsy cheophi” trasmessa al topo Rattus Rattus, epidemia poi sconfitta dall’arrivo del Rattus Norvegicus, che sconfisse il primo in una guerra epica combattuta nel sottosuolo europeo), ci piace sottolineare con una punta di simpatia che mentre l’uomo lottava alla luce del sole contro la peste, un ripugnante, ma prezioso alleato, vinceva nelle fogne la battaglia contro la peste. Chissà mai…?

La rilettura di questo interessante “Quaderno di storia locale” dell’Associazione Culturale “San Donato” di Varazze, autori Ernesto Renato Arri e Carlo Ruggeri (che oltre alla peste parla di altre capillari notizie sul territorio varazzino), ci ha riportato pagine legate a una storia passata, che può darci qualche motivo di analisi e di riflessione. In fondo, stare a casa non è poi tanto male. Nessuno rischia la pena di morte.»

(Mario Traversi)

. La difesa dal “morbo contagioso” dei nostri antenati: versione in pdf … >>

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