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23 Maggio 2019

Partita la demolizione dei capannoni degli storici Cantieri Baglietto di Varazze

PonentevazzinoNews
Varazze, 23.05.2019.                                 Home page

Partita la demolizione dei capannoni degli storici Cantieri Baglietto di Varazze

– di Mario Traversi

«Era scontato, si attendeva ormai da anni, da quando il “Gabbiano” aveva chiuso le ali sulla sua Città, per dispiegarle definitivamente e solamente alla Spezia, con il Gruppo Gavio. A noi varazzini non ci resta che rifugiarsi nei ricordi di una epopea che, comunque, non sparirà con le ruspe, perché incisa nel cuore di una città che ne aveva fatto un simbolo di alta tecnica costruttiva. Parliamo dei capannoni dei Cantieri Baglietto, che i nuovi tempi e le necessità logistiche incombenti ne impongono la demolizione per fare spazio ad altre realtà di carattere turistico e di servizi.

La loro lunga storia si conclude sotto i morsi dei dinosauri meccanici che strappano, lembo dopo lembo, le strutture nelle quali si erano avvicendate generazioni di maestri d’ascia e di carpentieri, falegnami, meccanici, motoristi, fabbri, segantini, impiegati; il fior fiore di un lavoro che si era trasformato in arte, vanto di Varazze in tutto il mondo.

Con il loro abbattimento ritornano i ricordi di un secolo, in pace e in guerra, prestigiosi scafi che hanno solcato tutti i mari del mondo, vittorie di vela e di motori, l’orgoglio dell’inventiva dei tecnici, ingegneri disegnatori, collaudatori: i fratelli Bernardo e Vittorio Baglietto, Pietro Baglietto, Gianpiero Baglietto, continuatori del fondatore dei prestigiosi Cantieri, Pietro Baglietto, e lo staff di prim’ordine che mise in fila la concorrenza nazionale e internazionale per la qualità e le rifiniture del prodotto del gabbiano.

Dal piazzale della Stazione Ferroviaria, alcuni anziani superstiti di quella stirpe di lavoratori ormai consegnata alla storia, stavano ad osservare il mostro d’acciaio che si portava via la loro gioventù. Qualcuno si soffiava il naso, innocente e comprensibile “manovra” per nascondere una lacrima, che scendeva lungo i solchi rugosi di un volto quasi pietrificato nella ricerca di qualche dettaglio che era rimasto oltre quei muri che cadevano inesorabilmente.

Addio vecchi e gloriosi capannoni, la ruota del tempo gira e nessun cuneo può fermarne il corso, ma la memoria non molla, come i ricordi di un sogno bellissimo che non svanirà mai.»

Fonte: Mario Traversi

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