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Varazze, agg. il 22.07.2017. Home page
Mostra di Attilio Antibo “La poesia della materia” a Varazze
Sabato 22 luglio alle ore 18.00 a Varazze, in via Roma 8/2 bis, la Fondazione Bozzano-Giorgis, presenti i familiari dell’artista, un folto pubblico e l’Assessore alla Cultura della città, ha inaugurato la mostra di Attilio Antibo: “La poesia della materia”.
L’esposizione è stata cura e presentata da Riccardo Zelatore.
Attilio Antibo: “Figura di eccellenza della scultura ceramica e dell’arte contemporanea nazionale.”
L’esposizione ospitata fino al 30 settembre p.v., è visitabile al martedì e venerdì dalle ore 21:00 alle 23:00. Per visite straordinarie, in orario da concordare, telefonare al: 3398333847.
Nell’immagine allegata gli organizzatori: Cinzia Molinari, Elsa Roncallo della Fondazione ospitante, Mariangela Calcagno assessore alla Cultura della città di Varazze, Riccardo Zelatore curatore e presentatore della mostra e i familiari dell’Artista inaugurazione della Mostra di Attilio Antibo.
«Attilio Antibo (Savona, 1930 – 2009), figura di eccellenza della scultura e dell’arte contemporanea nazionale, è protagonista di un percorso espressivo più che quarantennale. Dopo l’esordio nel clima di superamento dell’informale, Antibo, con particolare predilezione alla pratica ceramica, matura un’idea di scultura in cui ridefinizione della primitività del materiale, ruolo specifico delle terre e conoscenza delle tecniche realizzative costituiscono gli assunti su cui fondare il proprio percorso espressivo.»
«La ragione centrale che presiede tutto il lavoro di Attilio Antibo è lasciar parlare i materiali, senza opera di mediazione tra pubblico e opere. All’artista interessa riprendere i valori contenuti nel materiale stesso, all’interno di una produzione basata a volte sul recupero delle possibilità offerte dalla materia, a volte sul riutilizzo concreto di oggetti in disuso.
La creta in particolare, che è stata per Antibo materiale privilegiato, consente allo scultore savonese di muoversi con disinvoltura tra forma arcaica e utensileria quotidiana. A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, Antibo introduce all’interno della sua ricerca forme morbide, colorate e accattivanti che conducono ad una dimensione più ludica ed ironica. Si allenta il legame con l’utensileria quotidiana e si lascia spazio all’immaginario con esiti di semplificazione formale e accentuazione cromatica.
Le opere in terracotta mantengono la loro esistenza plastica e sonora, ma sono caratterizzate da uno spirito giocoso e da uno spaesamento poetico che ne allenta lo spessore antropologico. Negli ultimi anni Antibo tralascia la pratica ceramica per riappropriarsi dell’antico mestiere. Oggetti trovati, riciclati, desueti, sono tornati a stimolare la fertilità creativa dell’artista che sembra voler chiudere il cerchio riavvicinandosi alle creazioni dei primi anni. Egli prosegue la sua ricerca tesa al rapporto semplice con l’oggetto, non più attraverso le ragioni primitive del suo uso ma sulla scia di un orientamento concettuale poverista.
Procurandosi personalmente gli elementi costituenti, quasi sempre materiali eterogenei di recupero, Antibo si dedica alla creazione di opere su tavola in cui convivono pittura e scultura, rigore e ironia, realtà e fantasia, narrazione e sogno, satira e paradosso, motivi sacri e simbologia pagana, ritualità popolare e dimensione psicologica.»
Per approfondire:
. Attilio Antibo … >>
. Associazione culturale Attilio Antibo: … Pag. facebook … >>
Fonte: Fondazione Bozzano-Giorgis