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26 Aprile 2017

Varazze. Parrocchia di S. Nazario – Restauro della tela di San Biagio vescovo e martire

PonentevazzinoNews
Varazze, 26.04.2017.                            Home page

Varazze. Parrocchia di S. Nazario – Restauro della tela di San Biagio vescovo e martire

A Varazze, presso la Parrocchia dei SS. Nazario e Celso è stata restaurata la tela di San Biagio vescovo e martire. Il costo dell’intervento è stato affrontato con il contributo delle donazioni di alcuni generosi parrocchiani, del Lions club Varazze – Celle Ligure oltre che con i proventi dell’8 per mille.

Chiunque abbia piacere di partecipare al costo degli ulteriori restauri, che la parrocchia ha necessità di portare avanti, può rivolgersi direttamente al parroco telefonando allo 01997513 o indirizzare le offerte a: Parrocchia dei SS. Nazario e Celso – via Chiesa San Nazario  8, 17019 Varazze (SV).

Da poche settimane ha ripreso il suo posto nella cappella a destra dell’altare maggiore, in fondo alla navata sud della chiesa dei  SS. Nazario e Celso, una preziosa tela raffigurante San Biagio vescovo e martire.

Il dipinto, molto danneggiato dal tempo, negli anni ottanta era stato spostato in una sala attigua alla chiesa parrocchiale e sostituito con una rappresentazione moderna.

Su iniziativa del parroco e del Consiglio parrocchiale si è pensato di riportare all’originale, attraverso un restauro, il pregevole dipinto ad olio su tela.

I lavori sono iniziati nel giugno dell’anno scorso per concludersi il 23 marzo 2017. Il dipinto mostrava un generale cedimento e si trovava in un pessimo stato di conservazione. Numerose apparivano le manomissioni sia di tipo strutturale che pittorico succedutesi nel tempo.

Il restauro si è suddiviso in due fasi: una prima di studio e pulizia con l’esame della tela attraverso la luce “Ultra Violetto” che ha permesso di constatare la consistenza delle vecchie vernici e la riflettografia ad infrarosso; una seconda, ricostruttiva e pittorica, che ha consentito di sostituire il telaio di sostegno, consolidare la tela e riprendere le parti mancanti o danneggiate in modo irreparabile.

L’esame della tela, di autore anonimo, attraverso l’esecuzione di saggi relativi alle diverse fasi dell’intervento, per l’applicazione di materiali e metodologie diverse, e la comparazione con i dati emersi dalle indagini diagnostiche e dalle indagini storico-archivistiche, ha permesso di datarne la realizzazione tra la  fine XVI e l’inizio XVII secolo.

L’opera in passato è stata probabilmente arrotolata o, molto più probabilmente, piegata come evidenziano le diverse “linee” orizzontali sullo strato pittorico. Successivamente è stata ampliata tramite cucitura di nuova tela alla base ed ai lati. In quella occasione furono riviste le cromie.

(A lato foto 1: il dipinto prima del restauro)

Il supporto era allentato e creava un vistoso ondulamento ed uno spanciamento, con conseguenti cadute di colore. La superficie cromatica era caratterizzata da una fitta crettatura con diffusi sollevamenti e cadute di colore, specie nelle parti aggiunte. Gli strati pittorici erano inoltre offuscati da uno strato di vernice ossidata e depositi di sporco. Il telaio non più originale, di tipo fisso, di ridotta sezione e fortemente tarlato, si stampava al positivo sullo strato pittorico.

Dapprima si è proceduto alla rimozione delle numerose rattoppature applicate a sostegno della tela originale in  precedenti interventi, non più funzionali o idonei, quali tele, rattoppature, materiali rigidi, effettuata manualmente con mezzi meccanici, con solubilizzazione o rigonfiamento degli adesivi.

Successivamente, dopo una pulitura superficiale da polvere e sporco, è stata effettuata la rimozione  delle sovrapposizioni di sostanze nerastre, da riferirsi ad accumuli di particellato atmosferico, polveri e residui della combustione di idrocarburi (fumo di candela), inglobati da sostanze grasse (grassi animali-cere) e vecchie vernici e ridipinture. Per l’intervento di pulitura sono stati utilizzati solventi a bassa aggressività, compatibili con le caratteristiche della superficie pittorica gelificati per migliorarne la controllabilità.

Nel contempo si provvedeva alla fornitura di nuovo telaio ligneo in abete con traversa orizzontale ed espansione micrometrica. Infine si è proceduto alla rigenerazione della vernice originale opacizzata, alla stuccatura delle lacune con una preparazione di gesso e colla e all’integrazione pittorica delle lacune che è stata effettuata con tecnica dello spuntinato per le più ampie e a tono per le più piccole. Una verniciatura finale ha completato il restauro.

Nelle foto allegate è possibile apprezzare il delicato lavoro di pulizia e ricostruzione in alcune delle fasi e nel risultato finale.

Ma chi era San Biagio? Vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore), era medico e venne nominato vescovo della sua città. A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani al tempo della persecuzione dell’imperatore Licinio. Durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana. Per punizione fu straziato con i pettini di ferro che si usano per cardare la lana (nel nostro dipinto sono tenuti stretti nella mano destra come simbolo di martirio). Morì decapitato nell’anno 316. A San Biagio sono attribuiti diversi miracoli, tra cui il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce. Nei secoli si  è consolidata la devozione a questo santo per la protezione dalle malattie della gola.

Il lavoro di restauro è stato effettuato dal “Laboratorio Bonifacio di Bonifacio Riccardo” via Brigata Liguria 16,  Bussana (Imperia).

(Foto: 1 > 2 – prima restauro; 3 > 6 – fasi pulitura; 7 – fase pittorica; 8 > 9 – dopo restauro; 10 – dipinto restaurato)

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Fonte: Lions club Varazze – Celle Ligure

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