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21 Marzo 2017

Varazze. “Leggere un buon vino … degustando un libro Doc”: incontro culturale all’Hotel Savoy

PonentevazzinoNews
Varazze, 21.03.2017.                            Home page

Leggere un buon vino … degustando un libro Doc“: incontro culturale all’Hotel Savoy di Varazze

Grazie alla collaborazione della Scuola Nazionale Ludo-Agility con il Laboratorio del Gusto e dell’Ospitalità di Varazze, che ha da subito sposato l’iniziativa relativa agli incontri con l’autore denominata “Leggere un buon vino degustando un libro DOC”, sabato 18 marzo alle ore 15 presso l’Hotel Savoy in via G. Marconi, si è tenuta la presentazione del libro “Poker con la Morte” da parte del Dott. Marvin Menini.

Inoltre, agli intervenuti sarà presentato e fatto degustare il Vino Vermentino della Riviera di Ponente da parte di sommeliers professionisti della FISAR – Delegazione di Varazze, che ha anche concesso il patrocinio all’iniziativa. Il vino è stato offerto dalla cantina di Ortovero, grazie a Jacopo Fanciulli Consulente Enogastronomico di Wine&Food Consulting. Moderatrice dell’incontro la brave ed esperta Betti Bellani, giornalista di Radio Savona Sound e Liguria Web TV.

L’ingresso è stato come sempre gratuito e chi ha voluto ha portato cibo secco/umido, che il pomeriggio stesso è stato donato all’associazione TAP, che si occupa di provvedere al sostentamento degli amici a 4 zampe più sfortunati.

Ai partecipanti è stato fatto un omaggio a tema gentilmente offerto da #DeShirt e, come da consuetudine, la Scuola Nazionale Ludo-Agility e il Laboratorio del Gusto e dell’Ospitalità hanno donato copia autografata del libro alla Biblioteca di Varazze.

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Sinossi di “Poker con la Morte” del Dr. Marvin Menini.
“Aspirante Sciamano, Eterno Apprendista, Instancabile Ricercatore, Chef Improbabile, Padre Apprensivo, Avido Sognatore, Scrittore Dilettante, Guerriero Indomito, Chirurgo Convinto, Pokerista Illuso” così il dottor  Marvin Menini si racconta.

Laureato in Medicina e Chirurgia, e specialista in Ortopedia e chirurgia della mano, svolge il proprio lavoro presso l’ospedale Galliera di Genova ed è dirigente medico del centro di chirurgia della mano. Un passato da pallanuotista e con una “carriera” da goliarda alle spalle (è stato anche Sublime Kaliffo del Kaliffato di Al-Baroh, uno dei due ordini goliardici di Genova, quello delle facoltà scientifiche). “Poker con la morte. Un’indagine genovese di Matteo De Foresta” è un giallo, ma non solo. Parla della città di Genova, ma non solo. Quello che più piace di questo libro è la capacità di Menini di tratteggiare i personaggi, di raccontare vite, abitudini, piccole manie di uomini e donne “di tutti i giorni” senza lasciarsi andare alla banalità. Nei personaggi, ci sono le persone che frequenta o ha conosciuto, ma non sono trasposti tal quali nella narrazione. Menini osserva, appunta mentalmente, poi distilla e regala ai suoi personaggi un po’ della personalità di ognuno. Il protagonista, Matteo de Foresta, ha il secondo nome dello scrittore il cognome della madre, ma non è completamente Marvin. È lo scrittore (<Disilluso, ironico, un po’ cinico>, si definisce), e un po’ altro da lui.

<Matteo è un “farfallone” e io da giovane ho preso un sacco di “botte di buliccio” perché non ho approfittato delle occasioni> scherza Menini. Poi si fa serio <Non lo ho fatto perché per me la prima relazione con una donna è mentale>. Lui è così, come il suo libro: un alternarsi di leggera ironia e schiacciante “responsabilità”. Un po’ come mettere insieme ghiaccio e fuoco e scoprire che stanno perfettamente assieme. L’effetto del libro è questo. È tutto questo che fa di “Nel cuore del centro storico – Un’indagine di Matteo De Foresta” un libro da leggere, nel panorama un po’ scontato del filone dei libri gialli che hanno come protagonista la città di Genova.

Ufficialmente, “Matteo è un giornalista quarantenne, divorziato ed eterno Peter Pan. In pochi giorni, si troverà costretto a fare un viaggio dentro al cuore. Nel suo, ma anche in quello del centro storico di Genova: quando una donna bellissima ed uno strano suicidio cambieranno per sempre la sua vita” recita la quarta di copertina. Di più, non è il caso di raccontare, per non spoilerare la trama rubando il piacere ai lettori. Nel resto della sua vita, oltre alla chirurgia e alla scrittura (come se non fossero abbastanza per riempirne almeno due, di vite), Menini si dedica alla cucina. La mamma (sì, quella che ha imprestato il suo nome al protagonista del libro) ama quella tradizionale, lui opta per quella gourmet. Ce n’è abbastanza per uno scontro generazionale ai fornelli. Lei eccelle nel più tradizionale raviolo, lui risponde con <il gambero di Santa Margherita crudo con una granatina al kamati o al rabarbaro>.

<Non mi spiace il lavoro che faccio, anzi – dice -. Ma quello dello scrittore è il lavoro più bello del mondo. Poi, certo, vorrei fare anche lo chef. In fondo, la chirurgia e la cucina sono cose incredibilmente simili. Serve la teoria e bisogna avere una precisa idea dei tempi e dell’ordine delle cose da fare. Come accade in un intervento, mentre soffriggi le cipolle, devi avere chiara l’idea di cosa bisogna fare dopo. Servono ordine mentale e fisico e pulizia. Serve manualità, che, però, paradossalmente, è l’ultima cosa. Infine, serve creatività, anche in sala operatoria. A volte, di fronte a un imprevisto, un intervento diventa improvvisazione. Serve sangue freddo. Non devi andare in panico, sia ai fornelli sia in sala operatoria>.

Un po’ di tutto questo serve anche nel mestiere dello scrittore, nella “maieutica della storia”, durante la quale i personaggi e le situazioni si delineano. Sopra a tutto questo, nel mestiere dello scrittore c’è l’emozione. <Quando ho concluso questo mio secondo libro – conferma Menini – ho pianto, lo confesso>.

Fonte: Scuola Nazionale Ludo-Agility ® Affiliata al Settore Cinofilia ASC – Convenzionata ed Ente stage dell’Università degli Studi di Genova – Aderente al Coordinamento Nazionale delle Discipline Bio-Naturali. Pedagogia cinofila – Ludo-Agility® – Interventi Assistiti con Animali – Turismo cinofilo – Formazione.

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