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Varazze, 12.03.2017. Home page
Le donne balneari italiane in Piazza Montecitorio Mercoledì 15 marzo
Le donne balneari italiane vanno a Roma, in una lunga catena, per dire NO alle Aste.
Non si ferma la protesta degli balneari. Mercoledì 15 marzo manifesteranno in piazza Montecitorio dalle 11 alle 14 contro la messa all’asta di 30 mila concessioni balneari italiane che, se attuata, non solo determinerebbe la fine di un intero settore, ma potrebbe dare spazio a multinazionali e malaffare.
A far decidere i balneari a scendere in piazza è stata la presentazione del DDL per la riforma del comparto, da loro stessi definito “ammazzabalneari”, che certifica le aste e le inequivocabili parole del Ministro Calenda: “Sono favorevole alla Bolkestein perché a mio avviso quando lo stato dà una concessione deve metterla a gara, è un principio logico. Nella maggior parte delle situazioni le concessioni demaniali sono casi eclatanti, anzi vergognose”.
Parole che tolgono ogni alibi e che giocoforza hanno portato, legati da unità di intenti, Comitato Salvataggio Turismo Italiano, Donnedamare, ITB, tutte le associazioni regionali della Toscana e molte altre regioni italiane, sostenuti dai sindacati di categoria che più ascoltano le richieste della base, Assobalneari e Cna Balneatori a credere che non sia più il momento del basso profilo, ma della Piazza, convinti che sia un momento determinante di lotta, a sostegno del NO alle Evidenze Pubbliche per le imprese familiari balneari italiane.
“Come Comitato Salvataggio – afferma il Presidente Emiliano Favilla – abbiamo dato la disponibilità a dare comunicazione ufficiale al Questore di Roma di questa iniziativa che vuole essere unitaria, trasversale alla politica e alle forze sindacali. Una manifestazione pacifica, ma qualificante anche dal punto di vista mediatico, sia per i contatti con la stampa, ma anche con la politica e le Istituzioni che vorranno essere presenti”.
“Faccio un appello alle donne balneari italiane – aggiunge Bettina Bolla, presidente di Donnedamare – affinchè ci sia la massima partecipazione possibile. Sono convinta che ogni donna guardando negli occhi il proprio figlio questa volta non possa rimanere a casa. La lunga catena di tutte le donne balneari italiane appartenenti a diversi sindacati ed associazioni sarà volta a sensibilizzare il governo e a far vedere chi veramente verrà danneggiato dall’attuazione delle evidenze pubbliche: famiglie, donne e bambini”.
“Finalmente la piazza – tuona il Presidente di ITB Italia – non è più tempo del dialogo, in oltre dieci anni di lotta balneare abbiamo conosciuto ben cinque Governi e siamo stanchi delle false promesse e dei passaggi elettorali. Il 15 Marzo vogliamo le risposte che da anni aspettiamo!”
La partecipazione è importante, – scrive Fabrizio Licordari presidente di Assobalneari Italia – perché solo con la presenza ognuno di noi puó esprime il suo “No alla Bolkestein”, come faranno in contemporanea gli ambulanti per difendere il diritto a continuare nel lavoro della propria impresa. I balneari italiani – continua – sono nettamente contrari alla evidenze pubbliche e non le accetteranno mai. Non è una questione di slogan o di proporre soluzioni magiche o fantascientifiche. Esprimere la volontà degli imprenditori per Assobalneari Italia non è una perdita di tempo o di credibilità, ma è un dovere sacrosanto derivatogli dal mandato di rappresentatività ricevuto che, oggi più che mai, si sta rafforzando giorno per giorno.
“Condivido e sostengo – ci fa sapere in un comunicato stampa il Presidente di Cna Balneatori Cristiano Tomei – le ragioni del presidio di protesta degli imprenditori balneari organizzato per il prossimo 15 marzo a Roma, che corrispondono alla nostra posizione sindacale: contrarietà alle evidenze pubbliche delle attuali concessioni e volontà di applicare il legittimo affidamento per istituire un regime di “doppio binario e un lungo prolungamento per le attuali imprese, in modo da dimostrare la non inerenza delle concessioni balneari nella direttiva Bolkestein.”
Bolkestein: lettera aperta delle donne balneari al Ministro Calenda
«Caro Ministro Calenda
A scriverle sono le donne balneari italiane le stesse che il 15 marzo dalle ore 11 alle ore 14 saranno in Piazza Montecitorio per difendere la loro dignità il loro diritto al lavoro, che da anni l’Italia non garantisce.
Sa qual è Signor Mjnistro il motto della manifestazione? “guarda i tuoi figli negli occhi e unisciti a noi”.
Una domanda Signor Ministro, a lei che è così europeista e liberista da mettere l’Europa e gli interessi economici davanti alla vita di 30 mila famiglie, di 60 mila donne che la stessa Europa invita a ricoprire i posti più alti dell’imprenditoria: come pensa che potremmo andare avanti dopo le aste?
Vede, signor Ministro, come lei abbiamo fatto scelte di vita, come lei ci siamo impegnate in un lavoro, credendo in quel lavoro non solo di trovare l’espressione di noi stesse, ma anche il sostentamento della nostra famiglia. Abbiamo agito in buona fede, seguendo le leggi imposte dallo stato e abbiamo creduto che le nostre imprese potessero avere fine solo se lo avessimo deciso noi o nel caso in cui non fossimo state in grado di essere imprenditrici capaci. Quelle stesse leggi su cui noi facevamo affidamento – caro Ministro – si basavano su un concetto di base dell’economia: “un’impresa sana non può avere termine”.
Dieci anni di battaglie per la difesa del nostro lavoro sono tantissime, moralmente, psicologicamente insopportabili, ma noi non ci fermeremo, siamo decise a non mollare, la posta in gioco è troppo alta: il futuro dei nostri figli. Lo stesso che l’Italia dovrebbe tutelare per dimostrare che da noi esistono valori, consuetudini e leggi basate sul rispetto della famiglia, fondamento della nostra costituzione.
Il 15 marzo signor ministro, saremo in piazza per combattere il DDL Ammazzabalneari, concepito dalla stessa politica che solo un anno fa diceva di volerci aiutare e ci teniamo a sottolineare che siamo profondamente deluse dal fatto che lei incontrerà solo tre sigle sindacali SIB, FIBA e OASI che non rispecchiano la volontà espressa dalla base. Lei è Ministro di tutti e dovrebbe volere la presenza di tutte le sigle sindacali ai tavoli di concertazione.
La manifestazione in Piazza Montecitorio – voluta dalle donne balneari – sarà infatti appoggiata da Comitato Salvataggio Imprese e Turismo Italiano, Itb Italia, Donnedamare, CNA Balneatori, Assobalneari e ACO Liguria, che insieme combatteranno il basso profilo impostoci dai sindacati che lei riceverà e che non rappresentano più, a causa di un’inarrestabile emorragia di tessere, la volontà di tutti i balneari.
Il 15 marzo diremo no all’Europa e all’Italia a due velocità. Da una parte un’Europa che dice a noi donne di ambire ai piani alti dell’imprenditoria e dall’altra quella che con la complicità del Governo italiano toglie il lavoro a 60 mila donne italiane. Un’Europa a due velocità anche per il trattamento diverso riservato alla Spagna e al Portogallo, ma anche alle centrali idroelettriche dei Land tedeschi. Un’Italia a due velocità quando si parla di concessioni autostradali o petrolifere, cui è concesso di estrarre petrolio entro le 12 miglia fino ad esaurimento della risorsa e dalle quali non si riscuotono canoni già di per se che lei dovrebbe definire ancora più vergognosi dei nostri, conteggiati non a metro quadrato ma a km quadrato. La denuncia arriva dal numero uno di Riscossione Sicilia: “Finora piattaforme e insediamenti industriali come il Petrolchimico di Gela sono stati esentati dal pagamento per l’uso dei beni che fanno parte del demanio dello Stato”.
Ma a due velocità è anche la risoluzione del nostro problema. Da una parte lei Ministro, nel tentativo forse di dividerci dagli ambulanti, definisce le concessioni balneari italiane come vergognose, dall’altra c’è chi spaccia il DDL ammazzabalneari come un tentativo di salvare le stesse concessioni. Tanto ci ricorda questa vicenda non solo il titolo di un romanzo di Gadda, ma anche una famosa favola di Collodi.
Caro Ministro, le donne balneari italiane la invitano in piazza a Montecitorio o le chiedono di essere ascoltate in delegazione mercoledì 15 marzo. Certe che in lei sia rimasto ancora un po’ di “Cuore”.»
Fonte: Donnedamare