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28 Gennaio 2017

Savona. Dedicate all’artista Enrico Protti le “Vetrine d’Artista” di febbraio

PonentevazzinoNews                  
Varazze, agg. il 3.02.2017.                           Home page

Dedicate all’artista Enrico Protti le “Vetrine d’Artista” di febbraio a Savona

Le  “Vetrine d’Artista” del mese di febbraio 2017, allestite dall’Associazione Culturale “R. Aiolfi” in corso Italia, presso la sede della Cassa di Risparmio di Savona, sono dedicate all’artista Enrico Protti: «l’artista che descrive ciò che vede e ricorda con premura e accuratezza di fedeltà, mai fine a se stessa», come ha scritto di lui la D.ssa Silvia Bottaro, curatrice della mostra e Presidente dell’Associazione “Aiolfi”-  no profit – di Savona e critico d’arte.

La mostra, inaugurata alle ore 10 di giovedì 2 febbraio 2017, potrà essere visitata fino al prossimo 2 marzo.

Fruizione libera.

Motivazione:
La natura è il cuore delle storie narrate da Enrico Protti con una tavolozza assai ricca, silente, personale e tecnicamente ineccepibile. Nelle opere pare che l’Artista cerchi quel granello di felicità, che tutti abbiamo dal momento della propria nascita, e che, costantemente, cerchiamo. Osservando il paesaggio, spesso quello della vallata del Santuario di Savona, un territorio che non è sempre uguale ma varia a seconda delle stagioni, della luce, della neve, del vento di tramontana gelido che scuote gli alberi spogli di tanti boschi cedui e di quelli sempre verdi, il Nostro pare ricercare le storie dei paesaggi, degli abitanti, dello stupore dell’apparizione celeste del 18 marzo 1536 al contadino Antonio Botta, stupore mai sopito in questi secoli e rinverdito dalla fede e dalla tradizione, anche se, ogni giorno che passa, tutto ciò è avvolto da un sempre più denso velo di oblio. Protti riesce a dare universalità al suo “vedere” e raccontare traendo spunti dalla pittura nordica, anche antica, alla quale si  sente più prossimo per sentimento. Ama il particolare descritto, non fotograficamente, ma quasi intimamente scandagliando geografie a lui quotidiane perché, conoscendo bene il proprio microcosmo, riesce a costruire mondi che, seppur considerati periferici o appartati, riescono a divenire patrimonio collettivo, financo con qualche accento legato all’espressionismo, soprattutto nelle sue vedute veneziane.  I suoi paesaggi innevati, davvero silenti, ricordano l’impostazione della grande pittura nordica di Hans Brueghel il Vecchio, pur essendone lontano  perché mai figura umana è presente nelle sue tele, così come mancano riferimenti mitologici o allegorici. Pittura  di poesia, quindi, ricca di suggestioni e lirismo con brani di bravura anche solenne nelle parti monumentali e nell’’attenzione posta ai ruderi dove Enrico Protti descrive ciò che vede e ricorda con premura e accuratezza di fedeltà, mai fine a se stessa. (Silvia Bottaro)

Info: Associazione “R. Aiolfi” 

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