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25 Ottobre 2015

Valutazione negativa di Legambiente Liguria per il Piano Casa appena varato dalla Regione

PonentevazzinoNews
Varazze, 25.10.2015.                     Home page

Valutazione negativa di Legambiente Liguria per il Piano Casa appena varato dalla Regione

Logo_LegambienteLegambiente Liguria su Piano Casa: “Ecco come avverrà la nuova aggressione su territori di pregio senza rilanciare l’edilizia. Misura iniqua che favorirà solo pochi imprenditori, a confermarlo la nostra indagine sulla conservazione del patrimonio edilizio e abitativo e una proiezione sulle rendite immobiliari dopo gli ampliamenti.”

Il piano casa non è lo strumento col quale si possa rilanciare l’edilizia, nella nuova legge è assente uno studio sullo stato del patrimonio edilizio e abitativo e per come è formulato risulta solo uno strumento per aggredire i territori di maggior pregio lungo la costa, favorendo le rendite e la speculazione. Per questo la novità più significativa è la forzatura sulle aree protette vista mare.”

Non usa mezzi termini il presidente di Legambiente Liguria, Santo Grammatico, dopo una prima valutazione delle variazioni al Piano Casa varato nel 2009 a cui la giunta ha abbondantemente allargato le maglie lunedì scorso.

I rischi più eclatanti dell’operazione sottesa da questa legge – secondo Legambiente – passano dalla modifica dell’articolo 5 del vecchio Piano Casa, quella che escludeva gli ampliamenti volumetrici nelle aree parco costiere. Sebbene la Regione provi a tranquillizzare sul fatto che gli Enti Parco manterrebbero l’ultima parola, rimane il fatto che è l’Ente regionale a determinare come, quanto, dove e per quanto tempo si possa cementificare in queste aree. Proprio per i rischi presentati in questa ricerca si sarebbero dovute escludere tout court le aree protette, già recentemente sotto attacco dal Presidente della Regione Toti che le ha definite in una recente intervista “non tutte degne di tutela”.

E’ una misura iniqua – prosegue Grammatico – che favorirà pochissime aziende del settore edile, alcuni imprenditori proprietari di ville di lusso con norme applicabili solo da chi potrà ottenere, ancora in tempi di crisi, una notevole rendita dagli investimenti effettuati, a colpi di cemento.”

Una simulazione di Legambiente chiarisce le ombre dell’operazione: si ipotizzi di avere una casa di 1500 metri cubi quindi di 500 metri quadri, col piano casa attuale è lecito ampliare sino a 200 metri cubi, cioè poco meno di 70 metri quadrati circa.

Si ammetta che il costo a metro quadro per ampliare sia 1500 €, che porta l’investimento per 70 metri quadri a circa 105.000 €.

Questo il prezzo sia che ci si riferisca a Portofino che in un qualsiasi paese dell’entroterra ligure, solo che a Portofino i 70 metri quadri possono essere rivenduti a 10/12 mila € a metro quadro, nell’entroterra verosimilmente il valore immobiliare sarà poco più di quello speso per ampliare.

“La retorica del piano casa che offre possibilità a tutti e tutte per riqualificare il patrimonio edilizio deve essere evidenziata – prosegue Grammatico – valutato che poggia sulla farsa del titolo della legge 49/2011 per la “Riqualificazione del patrimonio edilizio”. Per riqualificare è necessario conoscere lo stato di conservazione degli edifici e del patrimonio abitativo cominciando ad intervenire dove più necessario e urgente. Questi aspetti sono completamente assenti nell’analisi che ha portato alle modifiche varate dalla Giunta.”.

E i risultati della ricerca sul patrimonio edilizio e abitativo di Legambiente Liguria condotta su alcune località campione e che elabora i dati Istat dell’ultimo censimento 2011 ha dell’incredibile (tabelle in allegato).

Portofino ha il 61% di alloggi vuoti – commenta il Presidente di Legambiente Liguria – ed è caratterizzata da uno stato del patrimonio abitativo valutato tra “ottimo” e “buono” mentre sono i paesi dell’entroterra ad avere maggiori necessità di riqualificazione con un elevato numero di edifici residenziali il cui stato di conservazione è tra “pessimo” e “mediocre” e gli edifici dei centri urbani maggiori e medi che andrebbero riqualificati soprattutto per gli aspetti energetici e non con ulteriori ampliamenti volumetrici.

Fonte: Legambiente Liguria
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