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Varazze, 14.09.2015. Home page
Legambiente Liguria chiede di “Riorientare i fondi dalle grandi opere alla messa in sicurezza del territorio”
La stagione delle allerta meteo gioca in anticipo: in poche settimane dalle ondate di calore ai nubifragi. La Liguria al centro degli effetti del cambiamento climatico. Legambiente Liguria: “anche stavolta enormi disagi per le persone, danni alle infrastrutture, allagamenti. Riorientare i fondi dalle grandi opere alla messa in sicurezza del territorio“
Cessate le piogge e con l’allerta 1 ancora in corso si comincia a tracciare il primo bilancio della nuova stagione alluvionale per la Liguria.
“La nostra regione – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – è passata dalle allerta meteo per le ondate di calore estive del mese di luglio a quelle idrogeologiche di fine agosto e settembre. Gli effetti al suolo delle piogge sono diventati devastanti con una regolarità impressionante che il mondo della scienza e gli ambientalisti hanno denunciato da tempo”.
Effettivamente alcuni dati sono preoccupanti, in particolare, ricordano da Legambiente la temperatura del mare è stata sopra la media stagionale per diverse settimane ed il mare rappresenta un bacino di energia che se liberata con forza provoca effetti devastanti a terra. A ricordare la tendenza nel tempo degli effetti dei mutamenti climatici ormai da decenni sono gli studiosi riuniti nell’IPCC (un consesso di oltre 2800 scienziati in tutto il mondo) che nei loro report hanno chiaramente avvisato degli effetti cui stiamo andando incontro.
“I territori della nostra regione subiscono tanti danni a causa della mancata manutenzione dei versanti dei nostri torrenti, dell’abbandono dell’entroterra con il relativo governo delle acque e dell’impermeabilizzazione del suolo dovuto ad una eccessiva cementificazione – prosegue Santo Grammatico – su cui si innesta l’intensificazione di fenomeni estremi come piogge e trombe d’aria. I costi da sostenere per adattarsi e tutelarsi saranno sempre più grandi, per tutti i comuni e in particolare per i quelli dell’entroterra che hanno bilanci esigui. Per questo abbiamo posto più volte la necessità di riorientare i fondi relativi ad opere come gronda e terzo valico e creare un fondo regionale con i proventi dei pedaggi autostradali, per mettere in sicurezza la nostra regione. La ripresa economica non passa infatti per quelle grandi opere ma nella capacità di rendere sicuro un territorio”.