PonentevarazzinoNews
Varazze, 20.06.2013. Home page
Concerto celebrativo per i 75 anni dalla Fondazione dell’Istituto “Giannina Gaslini”
“Ritrovare lo sguardo che ci porta al cielo”: lo ha detto ricorrendo ad una figura suggestiva Sua Eminenza il Cardinale Angelo Bagnasco, intervenendo lunedì sera al concerto celebrativo in occasione dei 75 anni (1938-2013) dalla fondazione dell’Istituto “Giannina Gaslini”, finalizzato alla cura, difesa e assistenza dell’infanzia e della fanciullezza illuminate da tutte le risorse della scienza e dell’esperienza moderna.
Uno sguardo alla trascendenza come quello che si coglie dal cortile interno dell’Opera Pia (edificata nei terribili Anni Trenta di fronte al mare di Genova Quarto dei Mille su progetto dell’architetto A. Crippa), sormontato da una serie di gradinate ascendenti che conducono alla bella, piccola Chiesa di San Gerolamo. Qui sono conservate le spoglie dei fondatori dell’Istituto, Gerolamo e Lorenza Gaslini che riposano accanto all’adorata figlioletta Giannina, stroncata a soli 12 anni per peritonite e alla cui memoria l’Istituto fu edificato ed inaugurato con tutte le dotazioni d’arredo tecnico-scientifico il 15 maggio 1938.
“Una storia di umanità, dunque, una storia di fede”, come ha sottolineato nella prolusione al concerto Padre Aldo Campone, parroco della chiesa che è affidata alla cura dei Frati Minori Cappuccini che visitano quotidianamente i piccoli degenti e recano conforto ai loro familiari. Perché come si legge espressamente nel testamento spirituale redatto da Gerolamo Gaslini nel 1948 ed indirizzato a Padre Damaso da Celle (Cappuccino, e per 42 anni parroco di questo Istituto che divenne con lui un punto di riferimento per tutta Genova), è sua ferma volontà che l’Opera abbia come base e guida la Fede Cattolica, Apostolica, Romana, “lievito che fermenti ogni attività e conforti ogni dolore”.
Era un alacre lombardo Gerolamo Gaslini, ma scevro da ogni sentimento campanilistico volle creare a Genova l’Opera Pia perché qui era giunto ancora giovanetto, qui aveva fatto fortuna, qui raccolse i maggiori affetti e i dolori più crudi. Con questo suo atto, fu l’ultimo grande benefattore della città, secondo la stima del Card. Giuseppe Siri,, sulla scia di quella tradizione genovese per cui, là dove carenti erano le risorse pubbliche, interveniva in prima persona il privato cittadino ad integrare l’opera di welfare. Egli pensava, come si legge nell’atto costitutivo della Fondazione, che “l’uomo artefice delle proprie fortune non debba lasciarsi guidare dal sentimento egoistico di accumulare per dissipare, ma debba invece pensare a chi, non favorito dalla sorte, ha urgenti necessità di vita ed è privo dei mezzi per provvedervi”: consapevole che “qualunque cosa avrete fatto ad uno di questi piccolini tra i miei fratelli, lo avrete fatto a me” (Matteo XXV,40).
E’ un fatto tangibile che il successo di questa eccellenza italiana ed internazionale, in cui operano tutte le specialità pediatriche e le cliniche universitarie convenzionate, non è dovuto, come ribadito dal Presidente Vincenzo Lorenzelli, a straordinarie disponibilità economiche, ma all’impegno umano e professionale di tutte le persone che con il loro lavoro e la loro dedizione ne hanno fatto la storia. Significato, questo, che ha trovato eco straordinaria l’altra sera nel telegramma che il Santo Padre Francesco Bergoglio ha voluto inviare per l’occasione e di cui è stata data pubblica lettura.
La celebrazione per l’anniversario del Gaslini ha poi aggiunto con l’esecuzione del Te Deum di Marc Antoine Charpentier l’afflato ideale dell’arte. La Cappella Musicale della Cattedrale Metropolitana di San Lorenzo diretta da Giovanni Porcile ha interpretato con gusto eclettico la partitura in cui si sposano tanto il tono smagliante, opulento del barocco di Versailles (grandiosa l’ouverture con l’intervento stentoreo di ottoni e percussioni, celebre anche perché sigla internazionale delle trasmissioni radiotelevisive della RAI), quanto lo stile ‘osservato’ di severa scrittura contrappuntistica, ma anche quella sensiblérie tutta italiana che si insinua nei brani vocali solistici che erano affidati aYvette Martos e Chiara Longobardi (soprani), Marina Frandi (contralto), Mattia Pelosi (tenore), Roberto Conti (basso). Applausi pieni di calore sono stati tributati al direttore,solisti, coro ed ensemble strumentale ed estesi anche a Gianfranco Giolfo, maestro di cappella della Cattedrale Metropolitana, e coronati alla fine con l’impervio Alleluja dal Messiah di Haendel.