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28 Novembre 2012

Varazze. “Il Verbo incarnato e la nostra Fede”: riflessione di don Carlo Cini da Malta

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Varazze, 28.11.2012.                                   Home page

 “Il Verbo incarnato e la nostra Fede”: riflessione di don Carlo Cini da Malta

Ormai siamo vicini alle feste natalizie, stiamo pensando e preparando tante cose per il Natale. Sono giorni belli  perchè la famiglia e i nostri cari si riuniscono, ciò ci fa sentire veramente famiglia. Questo non e’ solo bello ma giusto, perche’ è Natale, la festa della nascita di Dio fatto uomo. E’ il mistero dell’incarnazione, avvenuto solo una volta nella storia per la salvezza del mondo intero. E’ un grande evento se lo guardiamo con la nostra fede, con un cuore aperto alla chiamata del Signore.

L’espressione più significativa delle Sacre Scritture che incontriamo durante il periodo d’avvento è questa: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi! 2 (Is, 63, 19). Proprio questo è accaduto nella pienezza dei tempi. Dio da molto tempo aveva cercato di rivelare se stesso. Questo lo conosciamo dalla storia della salvezza. L’uomo da tanto aspettava la promessa svelata da Dio stesso. Una volta uno ha detto:” Se fosse la sapienza la cosa più necessaria all’ uomo, Dio avrebbe mandato un insegnante. Se fosse, la tecnologia la cosa più necessaria all’uomo, Dio avrebbe mandato uno scenziato. Se fosse il denaro la cosa più necessaria all’ uomo, Dio avrebbe mandato un economista. Ma poichè la cosa più necessaria all’ uomo era il perdono, Dio ha mandato un Salvatore.

Tanti secoli prima di questo discorso c’è stato uno dei Padri della Chiesa d’Oriente, San Gregorio di Nissa (335-395) il quale diceva: “Malata era la nostra natura, si chiedeva guarigione; caduta si chiedeva di alzarla; morta si chiedeva la vita. Abbiamo perso quel bene, c’è bisogno di riacquistarlo. Chiusi nelle tenebre, c’è bisogno di luce; legati con le catene aspettiamo chi ci salva; dal calcere aspettiamo l’aiuto; schiavi aspettiamo di essere liberati. Tutte queste ragioni non sono importanti? Dio non ci ha respinto, infatti è diventato piccolo nella nostra natura, così ci ha visitati poichè  eravamo in una situazione talmente misera.

Linguisticamente la formula del Mistero dell’ Incarnazione si trova nelle parole di Prologo di San Giovanni: “E il Verbo si fece carne” (1,14). Alla fine di questo brano Giovanni ci fa sentire umanamente fragili: “Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.” (1,18). San Paolo è ricco nelle espressioni per indicare l’incarnazione. Infatti questa era centrale per i primi cristiani. Questi sono alcuni esempi:

•    Lettera ai Romani 1,3: “e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne”
•    Lettera ai Romani 9,5: “a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.”
•    Prima lettera a Timoteo 3,16: “egli fu manifestato in carne umana e riconosciuto giusto nello spirito, fu visto dagli angeli e annunciato fra le genti, fu creduto nel mondo ed elevato nella gloria.”
•    Lettera ai Colossesi 2, 9: “È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità.”
•    Lettera ai Filippini 2, 6-8: “egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.”
•    Lettera ai Galati 4, 4: “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge.”

Il Mistero dell’Incarnazione è il più grande gesto di solidarietà in tutta la storia dell’ universo. Dio è il creatore di tutto, Dio è eterno, Dio è amore infinito, che diventi uomo come noi. Il Papa Benedetto XVI nella Esortazione Apostolica Verbum Domini (2010) è profondo quando dice: “Il Figlio stesso è la Parola, è il Logos: la Parola eterna si è fatta piccola – così piccola da entrare in una mangiatoia. Si è fatta bambino, affinché la Parola diventi per noi afferrabile. Adesso, la Parola non solo è udibile, non solo possiede una voce, ora la Parola ha un volto, che dunque possiamo vedere: Gesù di Nazareth.” (Paragrafo 12).

Recentemente, ottobre scorso, nel discorso per inaugurare l’ anno per la Fede il Papa ha spiegato che questa incarnazione continua ad essere con noi: “Questa missione di Cristo, questo suo movimento continua nello spazio e nel tempo, attraversa i secoli e i continenti. E’ un movimento che parte dal Padre e, con la forza dello Spirito, va a portare il lieto annuncio ai poveri di ogni tempo – poveri in senso materiale e spirituale. La Chiesa è lo strumento primo e necessario di questa opera di Cristo, perché è a Lui unita come il corpo al capo. «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi (Gv 20,21).”

Perciò il messaggio per questo Natale è chiaro. Noi possiamo essere l’incarnazione viva di Dio tramite la nostra fede. Dipende da noi assumere questa responsabilità e essere i primi a rivolgerci al Signore nella preghiera e nella contemplazione, perché Lui ci faccia capire questo grande Mistero. (Don Carlo Cini da Malta)

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