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Varazze, 30.06.2012. Home page
“Dino Gambetta. Le Case” mostra nella casa natale del Presidente della Repubblica Sandro Pertini
Ultimi due giorni per visitare la Mostra personale del Maestro Dino Gambetta, allestita nei locali della casa natale del Presidente della Repubblica Sandro Pertini (1896/1990) a Stella San Giovanni (Savona) e inaugurata venerdì 22 giugno. Mostra che vuole essere un omaggio al territorio locale, con particolare riferimento agli inserimenti abitativi storici, mantenuti o scomparsi, ma in ogni caso ben vivi nella sua memoria e presenti nelle sue opere. L’esposizione gode del Patrocinio del Comune di Stella San Giovanni e dell’Associazione “Sandro Pertini”.
La mostra rimasta aperta nei giorni 23, 24, 29 è ancora visitabile oggi 30 giugno e domani 1 luglio dalle 18.30 in poi. Visite su appuntamento telefonando al n. cell.: 339 3921666.
Dino Gambetta. Le Case. Amo pensare che ben lieto sia il Presidente de il “… si riempiano i granai..” guardando, dal suo laicissimo Aldilà dei Giusti, le opere che Dino Gambetta presenta qui, nella sua amata Stella San Giovanni nella quale egli nacque, mosse i primi passi di giovane amante della Libertà ed infine volle tornare a riposare nel tempo: contento per il clima di allegria che sempre accompagna le iniziative d’arte dell’Amico Dino, felice per il valore di “mostra-manifesto” che questa personale racchiude.
Uso tale definizione perché Dino con il suo collettivamente accessibile linguaggio espressivo, del quale non gli saremo mai sufficientemente grati, ci offre alla vista una serie di acquarelli su carta che assumono, appunto, la valenza di un vero e proprio manifesto ambientale.
L’Artista, con le sue preziose immagini, rende omaggio a nostri avi certamente poveri di capitale ma ben dotati di saggezza che furono capaci di pensare ed erigere umili contenitori delle proprie vite, averi e valori, nel massimo riguardo di ciò che Madre Natura aveva posto nelle loro mani e porge idealmente un ringraziamento a tutti coloro che nel tempo seppero onorare tanta trascorsa sapienza, consegnando a se stessi e contemporaneamente a tutti gli amanti del “Bello”, edifici come “A Cà da Melin-na” e “A Cà du Paxio”.
Fra di essi, voglio nominare due “furesti” che più di altri reputo meritino una citazione: per prima voglio menzionare Margherita Christian Stein, donna di cultura immensa a mio parere non sufficientemente ricordata, dalle nostre parti, da chi dovrebbe (come spesso accade ai migliori); a lei dobbiamo la salvezza dalle ruspe scellerate eternamente insonni, di quel diamante splendente e sommerso dal cemento che è, in Albissola Marina, la millenaria “Pittalodola”: autentico capolavoro di cultura contadina, da pochi conosciuto e nel quale l’amico Dino ebbe il privilegio e la fortuna di operare.
A seguire, considero doveroso ricordare in questa occasione, al di là del suo conclamato valore intellettuale e della generosità immensa dimostrata a tempo debito per il nostro territorio, Asger Jorn, al quale va il merito di aver recuperato dall’oblio la casa sulla collina dei Bruciati che trasformò in allora in un centro vitale della cultura internazionale, nel più alto rispetto della sua essenza originale.
Dino Gambetta, con la leggerezza che gli è propria, lancia un appello accorato e un’invettiva ferocemente soave: appello in quanto “A Cà de Culumba” ed altre ancora delle quali questa esposizione fa’ dovizioso elenco, sono alcune delle antiche case in disperata attesa che qualche Amministratore lungo-vedente o qualche indigeno o furestu dotati della dovuta sensibilità ed intelligenza diano loro nuova vita.
Invettiva feroce infine: diverse delle abitazioni raffigurate nelle opere di Dino Gambetta, vivono, infatti, unicamente nel suo ricordo, annichilite dall’insipienza di chi non ha saputo conservare il prezioso patrimonio che antenati poco facoltosi e quasi certamente altrettanto carenti di ortodosso sapere scolastico aveva avuto l’intelligenza di “creare”.
Eh … sì: penso proprio che il nostro amato, intelligente e a tempo dovuto impetuoso Sandro Pertini, “U Prescidente”… avrebbe ben gradito. (Mauro Baracco)