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Varazze, 1 marzo 2012. Home page
Volontariato in corsia per 49 giovani studenti Savonesi ospiti al San Paolo
L’esperienza del confronto con la sofferenza e il disagio può contribuire a fare riflettere sul valore della vita e della solidarietà, promuovendone la cultura e sviluppando nei giovani una coscienza sociale. E’ questo uno degli obiettivi del progetto che anche questo anno ha visto coinvolti alcuni degli studenti savonesi e di cui sono state presentate le conclusioni mercoledì 29 febbraio 2012 all’Ospedale San Paolo di Savona. Quarantanove ragazzi provenienti dagli Istituti superiori savonesi si sono rapportati con questa nuova esperienza di “Volontariato in corsia affiancati in qualità di tutor dai volontari dell’AVO sezione di Savona.
Gli istituti coinvolti sono stati: Liceo statale Scientifico “Orazio Grassi”, dirigente scolastico Gabriella Viganego; Liceo Ginnasio statale “Gabriello Chiabrera”, dirigente scolastico Alfonso Gargano; Liceo statale Scienze Sociali, Linguistico, Socio Psico Pedagogico “Giuliano della Rovere”, dirigente scolastico Graziella Rosso; Istituto Tecnico Nautico “Leon Pancaldo” dirigente scolastico Graziella Rosso.
I reparti dell’Ospedale San Paolo nei quali è stato svolto il tirocinio sono il Pronto Soccorso diretto da Roberto Lerza, l’Urologia diretta da Claudio Giberti, la Chirurgia Generale diretta da Angelo Schirru, la Medicina diretta da Rodolfo Tassara, la Medicina interna e cure intermedie diretta da Lionello Parodi, la Traumatologia diretta da Stefano Bosio e la Neurologia diretta da Fabio Bandini. Lo stage è un’esperienza ormai consolidata che si è ripetuta per il quinto anno, per otto settimane e un totale di 24 ore, con valore di credito formativo. Oggi nel presidio ospedaliero gli studenti si sono incontrati con i loro insegnanti e dirigenti scolastici, con i volontari della sezione di Savona dell’AVO e il presidente Maria Donvito con il Direttore Sanitario Claudia Agosti e i referenti dell’ASL2 savonese, per raccontare le proprie esperienze e condividere le valutazioni.
I racconti dei ragazzi hanno evidenziato una sincera soddisfazione e gratificazione scaturita dal rapporto che sono riusciti ad instaurare con le persone sofferenti incontrate nei reparti e con le quali hanno condiviso momenti brevi, ma intensi. Una parola “buona”, un piccolo gesto di attenzione, uno sguardo non sfuggente, si sono rivelati un aiuto non solo per chi li riceve ma anche per chi li dona.