PonentevarazzinoNews
Varazze, 9 dicembre 2011. Home page
Trekking alle isole Egadi della Sezione CAI di Varazze
Nella settimana dal 3 al 10 settembre 2011 lungo le vie del bianco paese di Marettimo, la più suggestiva delle Egadi, anche la più lontana da Trapani da cui dista un’ora di aliscafo, gli abitanti e i villeggianti vedevano passare e riunirsi ogni mattina nel bar del centro 30 turisti attrezzati di capaci zaini che calzavano scarponi e imbracciavano bastoncini da trekking. “Chi sugnu? Chiedeva qualcuno e qualcuno meglio informato rispondeva: “Li montagnoli du Pietru” e a questa risposta non vi era replica, null’altro da aggiungere. Chi fossero i montagnoli dovrebbe essere chiaro a chi legge: i partecipanti alla gita annuale di settembre della sezione CAI di Varazze, meno semplice a capire (e forse anche a spiegare) è chi sia Pietru.
Pietro è stato il coordinatore, l’affittacamere, il cuoco, il battelliere e l’istruttore in mare, l’animatore serale per tutto il periodo di soggiorno a Marettimo dei Soci CAI.
Quattro giorni di: camminate nell’isola da un versante all’altro inframmezzate da pranzo in battello o seguite da “prelievo”, a cura di Pietru da una cala raggiunta dopo ore di cammino per tuffi e nuotate dove le acque erano più calme e cristalline; cene in aromatica dieta mediterranea con l’immancabile antipasto di caponata, olive e formaggio, gli indimenticabili sughi di pomodorini e pesce e i prelibati secondi di molluschi e affini alla piastra e ancora pesce in agrodolce, cucinati da Pietru; pranzo in pineta presso la cascina della Guardia forestale con sangria e salsiccia alla griglia sapientemente preparata da Pietru; serata con locale a disposizione per muoversi in libertà (dicesi ballare) patrocinata da Pietru.
Al momento della partenza chi ha sciolto gli ormeggi all’aliscafo di linea perché potesse prendere il largo? Avete indovinato, sempre lui. Ma i suoi meriti finivano quando interveniva la guida sicura e instancabile di Angelo dell’associazione Naturaliter di Reggio Calabria con cui si sono raggiunte Cala Bianca e grotta del Cammello, si sono salite Punta Troia e Punta Bassana e si è ascesi a Monte Falcone la vetta più alta (686 m slm) dell’isola.
Marettimo con il suo paesino bianco, attraversato solo da pedoni e ciclisti, tra due porticcioli per riparare i pescherecci ora da scirocco ora da libeccio, il sito storico di Case Romane con l’antica piccola pieve bizantina, i suoi promontori, i suoi agglomerati di rocce che disegnano paesaggi primordiali, la sua splendida pineta, i suoi sentieri curatissimi, le sue calde luci della sera è un’isola che resta negli occhi e nell’animo fino a provare una sorta di nostalgia per averla lasciata.
I due giorni di escursioni a Levanzo e Favignana si concludevano infatti con il rientro a Marettimo come una sorta di “ritorno a casa.” E pensare che Levanzo, piccola, solo 5 kmq ma selvaggia con il suo arido altipiano nasconde un piccolo tesoro del neolitico: la Grotta del Genovese e vari punti di interesse naturalistico.
Favignana, sede del Comune e di un’antica tonnara è definita “la farfalla” perché al suo corpo centrale montuoso si affiancano due parti pianeggianti una delle quali è un ottimo percorso da farsi in bicicletta presa a noleggio per raggiungere cale, calette come e spiagge più “turistiche” come Lido Burrone. Ma i momenti più suggestivi alle Egadi sono stati sicuramente le aurore e i tramonti con i colori del mare e della terra che cangiano di minuto in minuto e rendono il paesaggio sempre diverso, a tratti sfolgorante, a volte misterioso.
A distanza di mesi ripensare a quei luoghi è come ritrovare un rifugio dal mondo: esiste forse il mal d’Egadi? (Elsa Roncallo)