Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e dintorni”
Varazze, 25.08.2011. Home page
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Lanterne cinesi in cielo e lumini in mare: singolare protesta degli stabilimenti balneari
La sera di sabato 20 agosto, dopo la conferenza stampa tenutasi in mattinata a Palazzo Beato Jacopo, presenti oltre al Sindaco Prof. Giovanni Delfino e il Consigliere Enrico Schiappapietra, una miriade di lanterne cinesi ha preso il volo e migliaia di lumini sono stati messi in mare, per protestare contro una discutibile interpretazione della direttiva europea Bolkestein, che ha indotto il governo ad annullare d’imperio gli accordi contrattuali in essere e a stabilire, il 31.12.2015, quale termine per la maggior parte delle concessioni demaniali marittime degli stabilimenti balneari esistenti e che porterà al rilascio delle nuove concessione mediante gare ad evidenza pubblica, le cosiddette “aste”.
Gli organizzatori dell’incontro: Sandro Badiale, Presidente Associazione Bagni Marini di Varazze; Massimo Delfino, Presidente Consorzio Oltremare Varazze; Marta Piazza, Bagni Pinuccia; Stefano Rosari, Bagni Letizia e Giovanni Botta, Bagni Succursale Margherita e Comitato Balneari Liguria; hanno evidenziato come la questione degli stabilimenti balneari riveste carattere nazionale ed è oggetto di dibattiti approfonditi fin dall’autunno 2009.
Dopo la notifica della procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea nel febbraio dello stesso anno, il governo non ha potuto o voluto risolvere la questione, nonostante la normativa comunitaria prevedesse ampie possibilità di deroga, come è avvenuto per notai, farmacisti, taxista, servizi audiovisivi e molti altri settori, ultimi tra i quali gli ambulanti e gli edicolanti, esclusi dall’applicazione della Bolkestein da recenti provvedimenti emanati rispettivamente della Regione Piemonte e della Regione Liguria. Il governo vuole andare alle aste, nonostante esista un forte schieramento bipartisan favorevole al mantenimento dell’attuale sistema, come ha confermato il voto unanime del Senato all’ordine del giorno 5 maggio 2011. L’evento delle lanterne, che si ricollega al “tuffo dei 100.000” realizzato in Toscana nel 2011, coinvolgerà turisti presenti in zona, dipendenti, fornitori e politici, tra cui l’assessore al turismo della Regione Liguria, Angelo Berlangieri, a testimonianza della diffusa volontà di difendere le aziende balneari inattività dal rischio di estinzione.
Queste aziende, operative in Liguria dagli ultimi anni dell’ottocento, hanno letteralmente inventato un settore produttivo che ha trainato l’economia locale, valorizzando la costa e sostituendo le attività industriali progressivamente sparite. L’attuale relativo benessere della Regione Liguria è incontestabilmente legato al successo dell’attuale modello di turismo balneare, basato sull’attività di piccole aziende familiari, fortemente radicate sul territorio e particolarmente attente al rispetto delle dinamiche costiere e ai rapporti con la clientela. “Se il rilascio delle nuove concessioni dovesse essere effettuato attraverso gare ad evidenza pubblica, le aziende attualmente inattività rischierebbero di essere sostituite da grandi gruppi affaristici, multinazionali, mafie, soggetti italiani ed esteri, che gestirebbero il settore guardando unicamente al profitto e che avrebbero la capacità di ottenere consistenti modificazioni normative a proprio favore, lasciando prevedere un utilizzo della costa aggressivo e poco rispettoso degli aspetti ambientali e sociali”, afferma Sandro Badiale, presidente della locale Associazione Bagni Marini.
Conseguenze di questa temuta evoluzione normativa? 30.000 aziende e oltre 300.000 posti di lavoro in pericolo e privi di ammortizzatori sociali, totale che sale a circa 1.000.000 di persone, se si considera l’indotto. E inoltre: cementificazione di un ambiente fragilissimo; pericoloso spostamento degli equilibri economici locali, senza nessun incremento delle spiagge libere; situazione di grave conflittualità sociale; perdita di credibilità dello Stato di diritto; amministrazione pubblica paralizzata dalla realizzazione contemporanea di 30.000 gare in ambito nazionale e da un numero elevatissimo di ricorsi amministrativi; stabilimenti balneari inattivi a tempo indeterminato, in attesa di chiarire la titolarità delle concessioni; possibili interventi malavitosi in corso di gara, com’è recentemente avvenuto a Castellammare di Stabia; indotto turistico e non in fibrillazione. Così inizia una protesta civile, ma è inevitabile che assuma toni più aspri, se la situazione e le prospettive non dovessero cambiare.
Per approfondire: ASTE BAGNI MARINI, da Il Giornalino di ottobre 2011