Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e dintorni”
Varazze, 29.05.2011. Home page
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Civica Biblioteca: il fascino della montagna nelle parole e nelle immagini di Fulvio Scotto
Ancora una volta la sezione CAI di Varazze ha saputo offrire la bellezza e il fascino della montagna nelle parole e nelle immagini di Fulvio Scotto, figura di spicco e accademico del Club Alpino Italiano. Per oltre un’ora e mezza, a partire dalle 18, di venerdì 27 maggio il numeroso pubblico intervenuto alla Biblioteca Civica per ascoltarlo è stato coinvolto dalla storia dell’alpinismo e da quella personale dell’alpinista Scotto. Sua caratteristica la scelta di ripetere le scalate dei grandi alpinisti del passato dalle Dolomiti alle Alpi Occidentali.
Andrea Parodi amico e collega di ascese, che con lui ha scritto anni fa il libro “Montagne doc”, lo ha presentato definendolo ricercatore di nuovi percorsi e di itinerari inesplorati nelle Alpi Marittime e Liguri per molto tempo considerate, dal mondo alpinistico, di importanza secondaria. Le vie aperte o rivisitate in prima persona da Scotto sono da lui stesso descritte e illustrate nelle sue pubblicazioni.
Fulvio Scotto ha espresso la sua soddisfazione di essere a Varazze perché il “nostro” Beigua è stato in gioventù la sua palestra di arrampicata e ha poi dato il via alla proiezione delle diapositive. La prima parte ha riguardato la storia dell’alpinismo sulle maggiori vette delle Alpi, dall’ascesa al Bianco di Paccard e Balmat nel 1786 ai giorni nostri. La seconda parte aveva per oggetto immagini da lui scattate nelle sue escursioni, a suo dire non spettacolari ma di indubbio valore documentale-scientifico, direi quasi didattico.
La sua arrampicata, sia essa su roccia, su ghiaccio o su misto, si definisce classica perché usa con moderazione le attrezzature di progressione senza “da
nneggiare” la montagna. Il solo giorno in cui fece uso del trapano lo ha definit
o “il giorno di Giuda”. Soggetti ricorrenti nelle sue diapositive sono il Monviso di cui ha raggiunto più volte la vetta anche in solitaria invernale e con
una nuova variante e il Corno Stella dove apre una nuova via nella parete nord, definendola “un cuore con le ali”.
Affascinante e insolita l’immagine sorridente di Scotto aggrappato alla parete di Capo Noli con in basso la sottile fascia d’asfalto dell’Aurelia e uno scorcio di mare.
La nutrita presenza di giovani è stata la ragione di una domanda classica: “Cosa suggerire a chi vuole darsi all’alpinismo?” Risposta da innamorato della montagna: “Non scoraggiarsi se non si raggiunge sempre il traguardo prefisso, potrà accadere domani se non a te a qualcun altro: deve darti comunque soddisfazione”. (Elsa Roncallo)