Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e dintorni”
Varazze, 20 aprile 2011. Home page
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Messi a dimora 93 piantine di leccio alla Guardia
Festa dell’albero alla guardia. Un giorno di educazione ambientale, di apprendimento, svago e socializzazione; grazie alla convinta e paziente preparazione e disponibilità di personale qualificato, attento a trasmettere nozioni assecondando e guidando le attese della giovane generazione di varazzini.
Mercoledì 20 Aprile in località Monte Grosso, Madonna della Guardia, gli alunni della scuola primaria di via Camogli e dei plessi di Pero e Casanova, quest’ultimi entrambi impegnati nel progetto Eco-Schools, alla presenza del Sindaco prof. Giovanni Delfino e degli Assessori Antonio Franzone, Giacomo Rolletti e Mariangela Calcagno, hanno partecipato all’importante appuntamento che ormai si ripete ogni anno: La Festa dell’Albero. Con l’aiuto dei giardinieri del Comune di Varazze e della Protezione Civile “A. Fazio”, sotto la vigile attenzione delle insegnanti, hanno messo a dimora 93 piantine di leccio, pari al numero di bimbi nati nel 2010 a Varazze.
L’obiettivo dell’evento, oltre il rimboschimento concreto di un’area percorsa dagli incendi, è di sensibilizzare i bambini, i quali potranno conoscere da vicino gli effetti del passaggio del fuoco in una zona verde, i danni ed i possibili rimedi e le misure di prevenzione, sotto la guida dei volontari della Protezione Civile e del Centro di Educazione Ambientale Riviera del Beigua, che distribuirà agli alunni le schede didattico – informative sulle caratteristiche delle piantine di leccio. L’evento è stato organizzato dall’Assessorato all’Ambiente del Comune di Varazze, in coerenza con la politica ambientale dell’Amministrazione Comunale.
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Per approfondire. L’area scelta, come già in precedenza evidenziato, è stata interessata in passato da un forte incendio e quindi necessita in maniera particolare di un rimboschimento. Il leccio è un albero sempreverde che arriva fino a 15-20 metri di altezza e appartiene alla famiglia delle querce. Cresce molto lentamente ed è assai longevo: può vivere anche fino a 1000 anni!
Riconoscerlo è semplice: ha una corteccia grigio-nerastra, quasi liscia in esemplari giovani, poi divisa in piccole squame. Le foglie sono semplici, hanno la pagina superiore lucida e di colore verde scuro scura e la pagina inferiore ricoperta da peluria biancastra. Attenzione però, la forma delle foglie può variare molto in relazione alla posizione sulla pianta ed alla luce ricevuta (eterofillia): le più giovani hanno margine spinoso, le foglie adulte hanno margine intero; le foglie esposte al sole sono più strette e lanceolate, le foglie in ombra più ovate…. I frutti sono ghiande piccole e di forma conica, protette da una cupola a squame piatte e pelose.
Si tratta di una pianta che resiste bene al vento e all’aridità, proprio grazie alle foglie piccole, coriacee e ricoperte da uno strato protettivo ceroso. In condizioni favorevoli in Liguria arriva fino a 500-600 metri di quota. Può formare popolamenti puri e densi con scarso sottobosco, oppure formazioni miste con le altre piante della macchia o con conifere (pini e ginepri).
In passato quasi tutta la fascia costiera ligure era occupata da lecceta e macchia. Oggi invece, nonostante sia considerata il bosco più adatto e in maggior equilibrio con le nostre condizioni ambientali, la lecceta rappresenta una formazione piuttosto rara in Liguria a causa dei disboscamenti operati dall’uomo. Per questo piantare un leccio significa aiutare a ricostituire i boschi originari della nostra regione.
Sin dai tempi più antichi all’Albero e ai boschi veniva attribuita una grande importanza. I Romani, con le loro usanze ed i loro culti precorsero l’odierna Festa degli alberi; questi erano tutelati e conservati anche per motivi legati alla religione ed era consuetudine consacrare i boschi al culto delle divinità dell’epoca. Con l’esempio di pubbliche piantagioni si volle poi sottolineare l’importanza della coltivazione degli alberi, imitando le usanze ancora più antiche dei greci e dei popoli orientali presso i quali era già diffusa la pratica dell’impianto di boschi. In epoca moderna la necessità di educare la popolazione al rispetto ed all’amore degli alberi si concretizzò per la prima volta in alcuni stati del Nord America.
Nel 1872 il Governatore dello Stato del Nebraska, Sterling Morton, pensò di dedicare un giorno all’anno alla piantagione di alberi per creare una coscienza ecologica nella popolazione e per accrescere il patrimonio forestale del proprio paese. Quel giorno fu chiamato Arbor day e la sua risonanza giunse in Europa. In Italia la prima Festa dell’albero fu celebrata nel 1898 con lo scopo di diffondere fra i giovani il rispetto e l’amore per la natura. Nel 2010 è stata istituzionalizzata la “Giornata Nazionale degli Alberi”, promossa dal Ministero dell’Ambiente, da celebrare possibilmente il 21 Novembre di ogni anno.
Non dimentichiamoci che piantare un nuovo albero significa anche contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici! Un gesto piccolo ma significativo per ridurre la CO2 ed aiutare il clima: basti pensare che tre alberi possono compensare le emissioni provocate dal consumo annuo di elettricità di una famiglia di tre persone.
Fonte: Centro Educazione Ambientale Riviera del Beigua (CEA)