Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e dintorni”
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Silvia Bottaro presenta a Milano Vincenzo Nosenzo, Prestidigitatore e Re della Latta
Giovedì 28 ottobre 2010 alle ore 18 a Milano, presso Palazzo Sormani sala del Grecchetto, via F. Sforza n.7 presentazione di Vincenzo Nosenzo. Prestidigitatore e Re della Latta di Silvia Bottaro, con prefazione di Mirella Bentivoglio (Omegna Arte 2009). Intervengono Nadia Nosenzo, Silvio Riolfo Marengo e Gacomo Soncini.
Per approfondire
La ricerca di Silvia Bottaro intitolata Vincenzo Nosenzo Prestidigitatore e Re della Latta è imperniata sulla figura di capitano di mare e d’industria di Vincenzo Nosenzo (nato a Savona nel 1887 e deceduto a Loano (Savona) nel 1977). Uomo schivo e di cui poco si conosceva se non la sua fama internazionale legata ad aver stampato nel suo stabilimento industriale denominato “Lito-Latta” a Zinola (Savona) i due famosi e sempre più rari “libri di latta”, precisamente quello di Filippo Tommaso Marinetti Parole in libertà futuriste – tattili – termiche – olfattive (1932) e quello di Tullio d’Albisola L’Anguria lirica (1934) con illustrazioni di Bruno Munari.
Proprio da tale risonanza è partita la curiosità dell’Autrice che per oltre tre lustri ha compiuto ricerche in Italia e all’estero per scoprire chi fosse il capitano Vincenzo Nosenzo e quale impulso seguì nell’usare la latta come materia editoriale ed artistica. Quindi dalla normale lavorazione della latta per contenitori alimentari si è passati alla sua sperimentazione in campi completamente diversi: carte da vista, calendari, manifesti, libri di latta. Tale innovazione ha trovato pronto Vincenzo Nosenzo che senza badare a spese seguì le idee innovative di Tullio d’Albisola (Tullio Mazzotti), di Farfa (anello di congiunzione tra il gruppo futurista torinese fondato da Fillia, Mino Rosso, Pippo Oriani, Nicolaj Diulgheroff e Savona), di Acquaviva, di Prampolini senza contare i contatti diretti con Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del futurismo, che tante volte vistò la fabbrica a Zinola.
Stabilimento davvero curioso sia per l’impiego della maggioranza di maestranze femminili, dotato di un Dopolavoro attivo nei settori dei “lavori donneschi”, dello sport, del turismo, del folclore, di una dotazione di macchinari all’avanguardia tecnologica, di un ufficio progetti e designer molto attivo e creativo. Tale lavorio è stato ben tradotto in versi da Farfa nella sua composizione Litolatta (sincopatia distagnata in libertà) nel 1931, impressa sulla latta decorata con straordinaria efficacia da Acquaviva, una sorta di manifesto su latta, propedeutico alle successive realizzazioni dei due libri di latta. Queste creazioni con l’uso particolare della latta hanno rappresentato una vera svolta rispetto al “momento albisolese” del secondo futurismo imperniato sulla ceramica: simile innovazione ha rappresentato l’apertura di nuove, inedite, vie all’espressione artistica, aprendo gli scenari alla comunicazione visiva che, poi, nei decenni successivi ha conosciuto una vasta espansione non solo in Italia.
Nosenzo ebbe, anche, molti contatti con le Colonie del tempo e fu presente alle Fiere campionarie di Tripoli ricevendo premi. La ricerca, quindi, non si sofferma soltanto sulla edizione particolare dei due libri di latta di cui in questi ultimi decenni molti studiosi hanno ampiamente parlato (da Lista a Crispolti, da Salaris a Masoero, da Rescio a Bentivoglio, per citarne alcuni), ma si orienta oltre all’indagine, sempre aperta, degli altri manufatti sia quelli legati apertamente alla produzione industriale, sia quelli a carattere artistico e culturale.
Nel centenario della fondazione del Futurismo, questo lavoro di Silvia Bottaro desidera colmare, in un certo senso, la lacuna legata alle notizie sul “capitano Vincenzo Nosenzo”, sul suo fare, sulle sue amicizie futuriste, sulle sue attività legate al mondo sociale, cercando di darne un affresco il più preciso possibile grazie alle interviste inedite con il figlio Riccardo e con alcune operaie della Lito-Latta di Zinola, come pure attraverso una lunga e non facile ricerca bibliografica e d’archivio. Volume di 190 pagine al formato di cm. 22 x 22, ampiamente illustrato con immagini d’epoca, in bianco nero e colore.