Varazze: Prorogata l’apertura della mostra presso la Fondazione Bozzano-Giorgis

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Varazze, 20 ottobre 2010.                                          Home page

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Prorogata l’apertura della mostra presso la Fondazione Bozzano-Giorgis

Fondazione Bozzano giorgis_mostra_nella_casa_museo_Varazze_8.10.20210La Fondazione Bozzano–Giorgis comunica di aver deciso di tenere ancora aperta, nei giorni 22 23 e 24 ottobre con orario 17-19, la mostra “Le Langhe ed il monregalese nell’opera di Guglielmo Bozzano e nelle collezioni d’arte popolare della Fondazione”, inaugurata l’8 ottobre 2010, per venire incontro all’interesse riscontrato e alle molteplici richieste pervenute.

Turisti e varazzini sono invitati in via Roma 8 int.2/b, per ammirare la straordinaria collezione esposta. Possibilità di eventuali prenotazioni per altri orari telefonando al numero 3398333847.

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La Fondazione Bozzano Giorgis.

Il civico 8 di via Roma a Varazze si apre al pubblico con la prima mostra allestita dalla Fondazione Bozzano Giorgis. E’ con le “Langhe e il Monregalese” che si esordisce mettendo in luce la ricchezza delle collezioni di proprietà di Guglielmo e Vanna Bozzano. La loro abitazione può definirsi “Casa Museo” perché raccoglie oggetti d’arte e artigianato dalle più diverse provenienze selezionati con cura e passione nell’arco di decenni. Dagli armadi e scaffali della Casa la Fondazione ha estratto, per esporli in questa occasione, i “pezzi” più significativi acquisiti dai Bozzano sia da amici contadini langaroli sia da mercatini antiquari del basso Piemonte.

Tanta passione per questi oggetti popolari si manifesta nella grande produzione ceramico-pittorica di Guglielmo Bozzano che nella mostra viene quasi messa a confronto nella comune attenzione e ricerca raffinata per la natura, per il paesaggio e per il lavoro dei campi. Un piatto-scodella Vecchia Mondovì diventa la forma tipo della Conchetta che Guglielmo ha fatto plasmare e decorato con la sua particolare “pennellata”con i tratti ed i soggetti preferiti: gli animali del cortile come quelli della stalla, i pagliai come i borghi contadini, i dai caldi e al tempo stesso delicati colori. La raffinatezza di alcuni piatti e zuppiere, la particolarità di vassoi e tazze rivelano che nella tradizione e arte povera  si celano autentiche opere d’arte che l’occhio attento e  affettuoso  di Guglielmo e Vanna hanno colto e saputo preservare.

La personale ricerca di Guglielmo  si ritrova poi nei suoi acquarelli che ritraggono le stoviglierie variopinte della produzione monregalese, contrapposta ai disegni paesaggistici dal vero, ed ai personaggi legati alla vita agreste, accomunati da uno struggente tratto che è tipico dell’autore. E’ esposto nella mostra un interessantissimo articolo di Tullio d’Albisola, apparso sulla rivista “La Ceramica”,  che traccia un profilo assai aderente delle qualità espressive di Guglielmo e coglie la sua vera essenza di artista. Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giovanni Arpino, scrittori delle Langhe sono presenti con alcune loro opere letterarie facenti parte della ponderosa biblioteca di casa Bozzano, testimoni dell’attenzione letteraria, altra genuina e continua passione di Guglielmo.

Non mancano esempi della produzione gastronomica  della bassa Langa, tanto apprezzata dai Bozzano, significata dai tipici grissini “rubatà”, dai “monregalesi al rhum”, dalle “paste di meliga”, dalla torta di nocciole e dalle particolari “cupett” che fanno bella mostra di sè in “campane” di vetro soffiato , tra grandi piatti stampati a “pizzo” della Vecchia Mondovì, in un armonica unione di arti poliedriche, perfettamente in linea con la scuola di pensiero di Guglielmo e Vanna, che la Fondazione Bozzano-Giorgis vuole continuare a manifestare  col medesimo spirito. Elsa Roncallo e Francesco Fazio.

Per approfondire:

La ceramica “Vecchia Mondovì”

Già sul finire del XVIII secolo esistevano nel monregalese numerose, piccole fabbriche domestiche di stoviglie, tegami e vasi che assolvevano il compito di servire la tavola del popolo minuto. Nel XIX secolo, dopo la decadenza e l’immobilismo della Restaurazione, il Piemonte, con Carlo Alberto, avvia una politica indirizzata verso la libertà di commercio che porta grande incremento nelle iniziative manifatturiere. In questo periodo numerosi opifici vengono convertiti in fabbriche di terraglia.

Pur non essendo stata creata con pretese artistiche, la produzione era per la maggior parte venduta sui mercati e alle fiere e destinata a uso domestico; i suoi decori – fiori, galletti, casette …- avevano la bellezza e la freschezza tipiche dell’opera popolare che raggiunge spesso i confini della poesia. Queste stoviglie hanno sempre mantenuto una spontaneità semplice capace di rallegrare la mensa frugale e, posti sulla piattaia, rendere allegro l’ambiente del contadino, cliente abituale della “vecchia Mondovì”. Così forse sono nati i galletti (simbolo di virilità) caratteristici non solo della ceramica monregalese, ma di tutta la ceramica ottocentesca, così sono nati i fiori schizzati con pochi tratti essenziali, le casette, i busti dei soldati o di donne emancipate che fumano. Il sentimento popolare si manifesta anche nelle battute scherzose che ricordano ricorrenze familiari, la vita intima o di casa.

Periodo particolarmente fecondo di risultati e riconoscimenti in esposizioni e mostre è quello della seconda metà del XIX secolo, quando si diffonde la decorazione a stampa secondo la moda inglese. Nella serie “patriottica” e nei piatti “celebrativi” di avvenimenti nazionali, la storia d’Italia, quella sentita dal popolo, trovò ingenue forme di celebrazione in stemmi e bandiere, in profili dedicati ai Reali d’Italia, al Tricolore, a Tripoli italiana.

La “cineseria” ebbe notevole sviluppo soprattutto nei marchi e nei monogrammi che tentavano ingenuamente di camuffare le terraglie monregalesi come fabbricate in terre lontane ed esotiche. Nei primi anni del ‘900 l’espandersi dei mercati e delle industrie costringe le aziende ad aumentare la produzione per sostenere la concorrenza e diminuire il prezzo di costo, ricorrendo a decorazioni più semplici e di rapida esecuzione. Questi anni sono caratterizzati dal diffondersi della decorazione a timbri e ad aerografo.

A partire dal primo dopoguerra, la produzione della ceramica monregalese, che si era imposta nell’Ottocento per la freschezza dei decori e la vivacità della scala cromatica, conosce un lento e inesorabile declino anche per la necessità di adottare metodi industriali. da Carlo Baggioli “La Ceramica “Vecchia Mondovi” A.G.A. Editrice “Il Portichetto” Cuneo 1973.

Alcune notizie sulla Fondazione Bozzano-Giorgis di Varazze in pdf

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 Ott 2010 alle 11:52 ed è archiviato nelle categorie - Fondazione Bozzano-Giorgis, - Guglielmo Bozzano, Attualità, EVENTI E MOSTRE, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

2 commenti

 1 

da /Savona e Ponente/ Varazze: prorogata l’apertura della mostra presso la Fondazione Bozzano-Giorgis [Continua … ]

22 Ott 2010 alle 06:38
 2 

da /IVG/ Varazze: prorogata l’apertura della mostra presso la Fondazione Bozzano-Giorgis [Continua … ]

22 Ott 2010 alle 06:40

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