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3 Aprile 2010

Riflessioni sul voto alle regionali della candidata PD Elsa Roncallo

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Varazze, 3 aprile 2010.                                            Home page

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elsa_roncalloRiflessioni sul voto alle regionali della candidata PD Elsa Roncallo

Candidarsi può essere un’esperienza positiva anche senza la vittoria personale? Per Elsa Roncallo si.

A una settimana dalle elezioni regionali proseguono le “analisi del voto”. Si tratta spesso di semplici opinioni perché non sono molti coloro che sanno usare un metodo di lettura scientifico, con statistiche e comparazioni nel tempo e nel territorio che tengano conto di tutte le variabili. Del resto è complesso, ad esempio, il confronto tra votazioni di organismi diversi per il diverso peso che ha l’ideologia e comunque è arduo il confronto anche tra votazioni per la stessa istituzione  perché, a distanza di qualche anno, oltre al mutare dei partiti e delle coalizioni mutano sempre più velocemente anche le condizioni socioeconomiche degli elettori che sono spesso l’unica molla delle loro scelte.

Ho anch’io un punto di vista, fondato sulla mia esperienza personale, ovviamente parziale, riferita al comune di Varazze e al Partito democratico nelle fila del quale mi sono candidata al consiglio regionale, ricevendo  il maggior numero di consensi nell‘ambito di tutto il centro-sinistra.

Un po’ per scelta e un po’ per ragioni  di economia, ho condotto la campagna elettorale “persona a persona” (e non porta a porta considerandolo un’invasione della privacy) con l’appoggio di amici e collaboratori appassionati, lontanissimi da slogan e trionfalismi. Ho notato che gli sfiduciati della politica, che nessuno dei tradizionali mezzi di propaganda è più in grado di portare alle urne, erano in fondo desiderosi di  trovare motivazioni per poter recedere dalla loro posizione di astensionismo. Alcuni, poi, non esitavano a precisare che il loro assenso poteva essere motivato unicamente dalla stima nei confronti della candidata o della persona che gliela stava proponendo.

E’ ovvio che un simile approccio, richiedendo tempo ed energie, non può raggiungere gli elettori di un intero collegio provinciale ma intanto constata l’inutilità, per non dire la contrarietà, del costoso bombardamento cartaceo e mediatico che ha caratterizzato anche queste elezioni.

Inoltre la mobilitazione di iscritti e simpatizzanti negli ambienti di lavoro, tra familiari e amici, nel perorare la causa di una politica più trasparente, attenta ai temi e ai bisogni della società oltre che delle singole persone, mette in moto un’azione di mediazione e contribuisce alla formazione di una coscienza civica dell’elettorato che in questi anni si è sentito sempre meno considerato e sempre più usato quale “cliente” cui indirizzare gli spot di una pubblicità ingannevole.

Un simile percorso sarebbe da considerarsi un’ utopia se in poco più di un mese, la cinghia di trasmissione di sostenitori credibili e idealmente motivati non avesse  coinvolto e fatto aderire 680 elettori nella provincia di Savona.

Siamo lontani dalle preferenze sufficienti ad entrare in Consiglio regionale ma il risultato ottenuto rappresenta un traguardo di “stabilità del consenso” che la vera utopia delle ultime tornate elettorali.

Le oscillazioni dei voti tra gli schieramenti e tra partiti dello stesso schieramento, insieme alla grande percentuale di quelli di protesta e di contrarietà che constatiamo al momento dello spoglio delle schede, penso all’alta percentuale delle schede nulle, indicano che si tratta di adesioni superficiali e quindi effimere, anticamera di un ulteriore futuro aumento dell’astensionismo.

Come si situa il partito in una situazione in continuo deterioramento della credibilità e della partecipazione democratica?

Ribadendo la critica al sistema elettorale con cui vengono votati i parlamentari che non possono più dirsi eletti ma nominati perché decisi nelle segreterie dei partiti, non è accettabile neppure l’individualismo  a cui si è giunti nelle elezioni regionali dove la preferenza unica dà vita ad una competizione selvaggia  che sembra favorire sempre e solo coloro che hanno maggiori risorse economiche da spendere. Il ruolo del partito deve essere quindi quello di primo attore della campagna elettorale per tutti i suoi candidati indifferentemente ponendo delle regole che calmierino l’autopromozione (dai manifesti agli spot radiofonici, dai point alle brochure, dagli incontri alle cene).

Ritengo però di poter sottolineare un dato: il vecchio metodo di partito di appoggiare una candidatura per convogliare, su di essa  il maggior numero di consensi sembra non essere più valido. Il cittadino è oggi in  grado da solo di trovare informazioni che gli consentano una scelta libera e consapevole.

A Varazze l’appello alla libertà e al peso del voto convinto, si è concretizzato in un aumento di consensi al PD che, sia pure per pochissimo, è risultato il partito più votato e nella sostanziale sconfessione dell’apparato dirigente locale che si è pubblicamente schierato per un candidato anziché considerare tutti una risorsa per il partito e per la sinistra.

Nell’assemblea provinciale in cui era stata accolta la mia candidatura anche per l’intervento di molte donne solidali, pur prevedendo la vittoria di Burlando avevo messo in guardia il partito dall’inseguire un percorso autoreferente, con decisioni verticistiche, per lasciare spazio ad una politica dell’apertura e dell’inclusione, la vera svolta del PD.

Spero che sia giunto il momento di condividere questa modalità e non ci sia bisogno di altre prove per operare un cambiamento di rotta.

Candidati presidente e liste di Varazze

Elenco candidati lista circoscrizionale di Varazze

1 commento »

  1. Da /Albenga Corsara/ Liguria, dopo il voto alle regionali: considerazioni di Elsa Roncallo (PD) [Continua … ]

    Commento by Comitato Ponente Varazzino — 4 Aprile 2010 @ 07:34

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