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17 Febbraio 2010

Varazze: Palazzo Beato Jacopo, considerazioni di Lorenzo Grazioli Gauthier

Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e dintorni

Varazze, 17.02.2010.                                            Home page

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Palazzo Beato Jacopo: considerazioni di Lorenzo Grazioli Gauthier

Lorenzo Grazioli GauthierRiportiamo alcune considerazioni di Lorenzo Grazioli Gauthier, pubblicate da Albenga Corsara, da noi ritenute di notevole interesse storico-culturale e meritevoli di essere discusse ed approfondite in uno dei prossimi incontri del direttivo e della segreteria.

Varazze, Palazzo Beato Jacopo: ogni cosa ha il suo prezzo?

di Lorenzo Grazioli Gauthier – È stata resa nota ieri, sul sito web del Comune della Città di Varazze, l’indagine di mercato esplorativa sia per persone fisiche o giuridiche che per associazioni (concessione parziale) eventualmente interessate all’affidamento in concessione dello storico Palazzo Beato Jacopo sito nel centro di Varazze, da destinare all’eventuale svolgimento di attività commerciali e/o uffici.

Attualmente il Palazzo, completamente ristrutturato alcuni anni fa, è distribuito su tre piani con superficie complessiva di 450 mq. Accoglie al piano terra e parte del primo piano l’ufficio IAT e gli uffici dall’Associazione Albergatori di Varazze. Secondo l’Amministrazione comunale l’obiettivo dell’indagine è di migliorare l’attuale offerta dell’antica sede comunale, oggi poco sfruttata e, nel contempo, di utilizzarla per il rilancio dell’immagine turistico-ricettiva. Si potrà così dare avvio ai termini di gara per la concessione della struttura, che si conta di poter espletare entro il mese di giugno. Dopo settimane di polemiche e risposte tra Amministrazione, Associazioni (Albergatori e Commerciati) e recenti dichiarazioni della stessa provincia di Savona.

Ma cosa rappresenta il Palazzo Beato Jacopo per Varazze? È solo un cumulo di pietre o ne incarna parte importante della storia? Anche i simboli, ogni cosa ha il suo prezzo? Verrebbe da dire sì …

Certo quando si tratta di migliorie ben vanga, resta il fatto che forse oggi l’antico Palazzo guarderà con un po’ di malinconia alle numerose polemiche e proteste; da sempre ad uso e a disposizione dei cittadini e a rappresentanza di Varazze. Questa la direzione forse? Ma come, la destinazione di “attività commerciali e/o uffici” non potrebbe precluderlo? Seconda indagine è in merito a disponibilità delle Associazioni: concessione qui parziale (in quella destinata a soggetti privati non si parla di limitazioni in questo senso …). Offriamo spunto ai nostri lettori per conoscere meglio questo antico Palazzo, di cui nella cronaca della Riviera Ligure di questi tempi si è sentito molto discutere.

Il Palazzo è ricordato nel medioevo, come sala e magazzino della comunità : tale destinazione ci è segnalata anche da Matteo Vinzoni nella mappa di Varagine. A lato di quest’edificio vi era una torre con una delle porte di accesso all’abitato e precisamente la “Porta della Marina”. Verso la fine del 1700 l’immobile dovette essere trasformato in Teatro ed in seguito adattato alla sede del Comune: infatti il 25-06-1829 viene concesso l’appalto per la modificazione della “Casa del Teatro” in “Casa Comunale”.

Questo intervento viene fatto sulla base di disegni dell’Ing. Argenti datati 30-06-1828, che recano scritto testualmente: “Disegni in piante della Casa del Teatro in Varazze, con progetto di adattarne il piano terreno ad so di Uffizio del sig. Giudice del Mandamento, il primo piano conservarlo ad uso del Teatro” (…) e formare in un nuovo secondo piano la Casa Comunale …”.

Nel 1849 viene elaborato il progetto per la costruzione di una torre in stile gotico per porvi l’orologio pubblico, da eseguirsi sulla facciata a mare. Di tale torre non rimane alcuna traccia (forse non fu mai eseguita), mentre negli anni 1865-1866 sono deliberati ed appaltati i lavori di innalzamento dell’edificio, di trasformazione completa in “Casa Comunale”, di innalzamento di un piccolo torrione e di rinnovamento della facciata verso il mare.

Il 23-12-1890 vengono deliberati ed il 6-03-1891 appaltati i lavori che porteranno la Casa Comunale alla sistemazione che vediamo attualmente. In un primo tempo vengono eseguiti i lavori per la sola facciata a nord e successivamente per quella a sud su progetto dell’Ing. Strada di Torino. Venne realizzata la torre che si trova nel punto dove era l’antica Porta della Marina: al piano terra si apre in essa un passaggio che richiama la vecchia porta.

Il nuovo edificio trasformato in Casa Comunale venne inaugurato il 16-08-1891 con solenne cerimonia. Resterà adibito a tale funzione sino al 1974. L’ultimo importante restauro avvenne nel 1992.

Sulla facciata nord domina la statua marmorea del Beato Jacopo, opera della bottega genovese del “Carlone”, nel cui basamento del 1645 la Città di Varazze si affida. Grande l’insegnamento che l’illustre Arcivescovo di Genova può dare, ancora nostri tempi, a cittadini ed Amministratori.

Oggi ci si interroga, come ieri, quale il suo destino. La storia ne ha visto di cambiamenti. Il problema da porsi è quale luogo rappresenta per la Città? Ora si trova nel suo migliore utilizzo? Sarà gestito da un privato che paradossalmente lo renderà più fruibile alla Città? Basterà a “sanare-contribuire” alle spese del Comune il nuovo affitto esterno? Sarà una commercializzazione – mercificazione a valorizzarlo? Chi e come , cittadino, potrà goderne i meravigliosi spazi?

Forse da quell’imponente piedistallo, l’Arcivescovo di Genova, figlio più illustre di questa terra, sorriderà un po’, Lui che di riappacificazione cittadine ne ha fatte a Genova e di importanti.

Se poi tale cifra richiesta, vista l’entità, pesasse ingentemente sul bilancio cittadino per l’erogazione di alcuni servizi … ma,…. Ogni cosa sembra proprio poter essere valutata, quotata. E i cittadini cosa pensano? A svendere una parte di memoria, uno dei luoghi più carichi di storia e significato, simbolico, “affettivo”, rinunciando a spazi comuni … c’è sempre tempo. Vista la sua storia, il Palazzo potrebbe nuovamente cambiare “destinazione d’uso”; nulla di strano, quindi, se nonché potrebbe essere per la prima volta destinato ad uso … “non pubblico”.

Fonte: Albenga Corsara

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