Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e Dintorni”
comitato@ponentevarazzino.com – Home page
Varazze, 4 agosto 2009.
PonentevarazzinoNews
La gestione rifiuti urbani in Provincia di Savona vista da Mimmo Filippi
Riceviamo e divulghiamo, a favore di quanti seguono il nostro impegno sociale, due lettere dell’Ing. Mimmo Filippi, già Assessore all’Ambiente della Provincia di Savona, sfiduciato dall’allora Presidente Dott. Marco Bertolotto, con le quali cerca di fare chiarezza sulla disastrosa politica di gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani.
La situazione della gestione dei rifiuti urbani in provincia di Savona, tema che da tempo trattiamo, è di difficile soluzione per tutta una serie di motivazioni ed interessi, dettagliatamente elencati nelle nostre precedenti news, a testimonianza di una seria ricerca e verificata documentazione. Totale la responsabilità dei partiti e dei politici che si sono alternati al governo del paese, sia nazionale che locale.
Oggi non siamo più soli a trattare l’argomento; sono intervenute altre persone, Associazioni e Liste Civiche cittadine; cosa naturalmente gradita e che auspichiamo possa essere duratura nel tempo, perché si tratta di un impegno stressante e di una lotta impari, a volte demoralizzante. Serve una forza di volontà e sopportazione tale da richiedere una speciale coesione di gruppo; da soli o in pochi non c’è speranza, solo disperazione e resa incondizionata.
Il defaticante impegno di sensibilizzazione inizia già da sotto casa, alla prima postazione di cassonetti, dove quando si è fortunati ci si sente dire – “lo farò la prossima volta” – ma più spesso – “i fatti … tuoi no?” -, per continuare poi con Artigiani e Imprese edili, Operatori Turistici e Commerciali, Politici, Funzionari; tutti hanno ragione e valide motivazioni da opporre alla naturale e semplice richiesta di una maggiore attenzione nel rapportarsi con i rifiuti che produciamo. Problematica che rischia di sfuggire al nostro controllo: la tutela dell’ambiente che ci ospita e che dovremmo sentire l’obbligo morale di lasciare in buono stato e vivibile per chi verrà dopo di noi.
Continueremo senza sosta, evitando sterili eclatanti proclami, a cercare di convincere chi ci sta vicino e chi riveste responsabilità istituzionali, sulla necessità di diminuire gli scarti prodotti e contemporaneamente aumentare il recupero e il riciclo. Non ci stancheremo di chiedere maggiore attenzione a partire dalla progettazione degli imballi, che da soli costituiscono una rilevante percentuale , non sempre di facile recupero e riciclo; per passare poi ad insistere perché si tratti correttamente l’umido, altra importante percentuale facilmente riutilizzabile.
Il lavoro non ci manca …, auspichiamo un sempre maggiore coinvolgimento di concittadini, disposti a un paziente impegno di divulgazione del corretto modo di rapportarsi con i nostri “rifiuti”.
Da “Uominiliberi” – Lettera aperta dell’Ing. Mimmo Filippi, all’Assessore della Regione Liguria Dott. Carlo Ruggeri
Egregio Assessore,
in coda al polverone che si è alzato in questi giorni circa i maggiori costi per i Comuni per il conferimento in discarica di rifiuti pre-selezionati e pre-trattati, ho riflettuto sulle dichiarazioni a volte anche “originali” che ho letto sui media e che, secondo me non rendono giustizia alla verità.
Non mi rallegra per nulla che i Comuni, già in difficoltà, siano costretti ad affrontare maggiori oneri, e molti di essi sanno bene quanto abbia sempre cercato di aiutarli per ridurre i costi. Ma è importante, nel discutere di questi argomenti, mantenere sempre obiettività e rigore tecnico, caratteristiche che non mi pare di aver particolarmente riscontrato nelle Sue dichiarazioni.
Mi permetto quindi di rivolgerLe alcune domande affinché, se possibile, mi conforti con le Sue risposte:
1. In base all’Art. 5 del Decreto Legge 30/12/2008, poteva essere chiesta al Ministero dell’Ambiente, entro il 15 marzo scorso, una proroga al 31/12/2009 del termine in scadenza il 30 giugno che ora è oggetto di discussione. La proroga è stata chiesta dai gestori della discarica del Boscaccio e inoltrata a Roma tramite la Regione. La risposta è stata negativa. Non c’è stato forse poco “entusiasmo” nella Regione nel sostenere tale richiesta che, al di là di responsabilità e inadempienze, aveva senso? O, forse, per un sottile calcolo politico e di opportunità per specifici ambienti locali, è stato un bene che sia andata così?
2. Perché, Assessore Ruggeri, continua ad insistere circa l’applicabilità o meno del concetto di “pre-trattamento” ai materiali oggi raccolti per via differenziata? Forse non sa che, laddove si opera la raccolta differenziata con contenitori stradali, il materiale è inquinato per cui va comunque ulteriormente selezionato e ciò non porta alcun vantaggio ai Comuni, ma fa vieppiù levitare i costi?.
3. Perché, Assessore Ruggeri, non denuncia le inadempienze di molti sindaci che, pur consapevoli, da sei anni, della necessità di pre-trattamento dei rifiuti (il D.L. che lo ha previsto risale al 2003), mai si sono preoccupati di effettuare una raccolta con criteri corretti ed efficaci, per cui sono oggi direttamente responsabili dei maggiori oneri e devono renderne conto ai loro amministrati?
4. Perché, nei suoi interventi sulla questione del pre-trattamento, ritorna quasi ossessivamente sul problema di Cima Montà e sulla necessità di una discarica pubblica, quando le due questioni sono assolutamente separate e, pubblica o privata che sia la discarica, il pretrattamento va realizzato ed ha i suoi costi?
5. Perché proprio Lei che, con il sindaco Berruti e il suo vice Caviglia, avanza periodicamente la necessità di una discarica pubblica, non supportò con forza in Regione l’ipotesi di un impianto a Vallemagna-Cianciarin richiesto da Savona ed Albenga? Che cosa lo ha impedito, forse i ruvidi rapporti all’interno del Suo partito tra savonesi e albenganesi?
6. Perché non sostenne la mia richiesta di avere un confronto con i membri del Comitato V.I.A. della Regione che avevano espresso su quel sito un parere praticamente negativo, con motivazioni tecniche poco accettabili? Io avevo, sul parere di V.I.A., molte obiezioni di ordine geologico ed ambientale, sufficienti per non accettarlo supinamente; Lei, aveva tra le sue deleghe anche la competenza sull’Ufficio V.I.A., ma in Giunta Regionale si limitò a proporre ininfluenti modifiche formali.
7. Si sente da anni la ricorrente geremiade di non lasciare ai privati il monopolio delle discariche in provincia di Savona: nel 2007, una grossa società propose ad ATA di realizzare insieme una nuova discarica su terreno già di proprietà della proponente, con un investimento di circa 18 milioni di euro, creando una società compartecipata, a maggioranza pubblica (51%), con evidente vantaggio per i cittadini, ottime condizioni per il ritiro dei rifiuti di Savona, elevate prospettive di redditività e di guadagno dalla produzione di biogas. Assessore, sa dirmi perché l’offerta non fu mai presa in considerazione e la proponente non ricevette mai una risposta?
8. Perché invece fu fortemente appoggiata la proposta di ATA di una discarica in località Passeggi, nonostante i costi più che doppi, la non congruenza con i criteri del Piano Rifiuti e i numerosi e palesi svantaggi rispetto al progetto di cui alla domanda precedente?
9. E’ credibile l’ipotesi che a Passeggi si vogliano ricevere anche i rifiuti di Imperia e, perché no, realizzarvi un inceneritore? Che cosa ha significato l’affermazione di Burlando “non vorremo mica che gli imperiesi portino i loro rifiuti in Francia”?
10. Perché, con un impegno di spesa dieci volte inferiore a quello della discarica, non si attuò il “porta a porta” a Savona, riducendo in tal modo moltissimo i costi che oggi si lamentano in aumento e ottenendo un reale decoro urbano?
11. Un’ultima domanda, di ordine generale: questi atteggiamenti sono davvero conformi allo spirito dell’originario e più autentico progetto del P.D.? Rendono un reale servizio alla società e recuperano la fiducia della gente?
In attesa di una Sua cortese risposta, Le porgo cordialità. Ing. Mimmo Filippi
_^_^_^_
Da “Uominiliberi” – Mimmo Filippi, Ex assessore provinciale ideatore del piano rifiuti osteggiato perché non prevede l’inceneritore.
PRE TRATTAMENTO RIFIUTI
In questi giorni è improvvisamente venuto a galla il caso dell’aumento dei costi di conferimento a discarica dei rifiuti solidi urbani. Pare che molti amministratori locali siano stati presi in contropiede da una norma inattesa, mai ipotizzata, del tutto sconosciuta. Nulla di più ipocrita e falso.
Il Dlgs 36/2003 stabilì a suo tempo che i rifiuti solidi urbani, prima di essere conferiti a discarica, avrebbero dovuto subire un pre-trattamento di selezione del riciclabile e di triturazione dell’indifferenziato; il meccanismo sarebbe dovuto andare a regime entro il 2005. Poi, come al solito, intervennero una serie di proroghe che fecero arrivare al primo luglio del 2009, a questi giorni, appunto.
I Comuni erano pertanto avvisati da ben sei anni, per cui sapevano che dovevano organizzarsi per attivare essi stessi il pre-trattamento, oppure sopportarne i costi qualora il servizio, come di fatto oggi avviene, fosse stato prestato da terzi.
Ma la gran parte dei Comuni, malgrado ripetute sollecitazioni, ignorò volutamente la norma, sperando sempre nel rinvio o in qualche altro fatto eccezionale che li mettesse al riparo da tali incombenze.
E, soprattutto, molte amministrazioni nulla fecero per attivare in modo serio ed efficace la raccolta differenziata, con un “porta a porta” ben organizzato e, alla lunga, foriero di vantaggi anche economici; non con quella finzione, quel simulacro che è la raccolta stradale e che, incominciando da Savona, induce costi maggiori che non se si portasse tutto a discarica.
Questa presunta raccolta differenziata, infatti, ha i costi di raccolta per se stessi, i costi dovuti al fatto che ditte terze, che operano sui materiali una selezione, si fanno (giustamente) pagare il servizio di ritiro di vetro, plastica, carta, metalli, ed i costi relativi al conferimento a discarica degli scarti della selezione, i quali, essendo a quel punto rifiuti industriali, provocano costi maggiori di quelli dei rifiuti solidi urbani in senso stretto. A ciò si aggiungano i mancati introiti ai Comuni che, con tale meccanismo, accumulano bensì materiali differenziati, ma molto inquinati da sostanze estranee, per cui non possono venderli direttamente alle aziende che li riciclano e non ne hanno i corrispettivi in denaro.
In provincia di Savona quasi nessun comune ha sottoscritto un accordo con il CONAI e con i consorzi di filiera (COREVE, COREPLA e quant’altro).
Se la differenziata con il “porta a porta, fosse stata progressivamente applicata con serietà ed impegno, tanti comuni avrebbero potuto diminuire di molto i conferimenti a discarica ed i relativi costi, come ad esempio hanno fatto Albenga, Villanova, Vado, Quiliano, Cengio, Millesimo ed altri, e ridurre contestualmente le maggiori spese per il pre-trattamento. Oggi, di fatto, senza nessun vantaggio, molti comuni, a seguito dei costi del pretrattamento, buttano letteralmente via fondi che, se fossero stati utilizzati a suo tempo per il “porta a porta”, avrebbero prodotto indubbi vantaggi ambientali, sociali, di immagine ed anche economici.
Ma si sa, una cultura avanzata del rifiuto non è patrimonio né della nostra regione, né della nostra provincia, né di Savona città: ci sono troppi sapienti, troppi soloni, troppi improvvidi consulenti che sanno tutto di tutto, che dissertano sui rifiuti e negano la bontà di meccanismi che sono ormai patrimonio, oltre che di almeno duemila comuni in Italia, molti del vituperato
Sud, anche di migliaia di città e paesi in Europa e nel mondo.
Oggi, dalle nostre parti, la soluzione del problema rifiuti è ancora pervicacemente vista o nella discarica o nell’inceneritore.
C’è pochezza progettuale ed anche un po’ di ipocrisia nelle ultime dichiarazioni dell’assessore regionale Ruggeri e nei pianti greci di Savona: in luogo di cercare strade positivamente alternative alla discarica, strade di recupero di materie prime, di riciclaggio, di risparmio energetico si incaponiscono su soluzioni superate, con la volpe dell’inceneritore sempre nascosta sotto l’ascella.
Ma i fatti debbono essere detti nella loro interezza, non unicamente per quanto è conveniente raccontarli. E non è casuale la convergenza di fatto tra le idee di Scajola e quelle di Ruggeri, con il servizievole supporto degli articoli di certa cronaca locale (come, anche da tutto ciò, appare difficile il rinnovamento del P.D.!)
Non parliamo poi di molti comuni governati da amministratori di destra, tanto più petulanti quanto più insipienti nel risolvere il problema sul loro territorio, amministratori che sempre hanno ostacolato il Piano Provinciale Rifiuti.
Dei maggiori oneri di oggi molti sindaci sono direttamente responsabili e devono renderne conto ai loro amministrati; e devono pure smettere di mentire e di rovesciare su altri le loro responsabilità circa la mancata soluzione del problema, anche se tale tecnica è applicata in modo così sopraffino a livello di governo.
Ma, sotto sotto, tutto ciò torna utile ai fautori dell’inceneritore, la scelta più colpevole ed irresponsabile che si possa operare in provincia di Savona, sotto il profilo economico, ambientale, sanitario e del rendimento energetico. Ed è possibile che sia veramente un “affare”: troppa insistenza in tanti ambienti, troppe trombe suonate a sua gloria, anche in quelle componenti partitiche, quali qualche amministratore savonese, che, quanto meno a livello di idealità, dovrebbero perseguire strade alternative.
Il fatto è che ormai le alleanze politiche non si fanno sulle idealità, ma sulle convenienze; che ci sono alleanze visibili, ma formali, ed alleanze nascoste, ma sostanziali; che, in provincia di Savona e in Liguria, c’è ormai uno solo che comanda in merito a inceneritori, centrali a carbone e quant’altro di più inquinante, costoso e pericoloso ci sia, e che i suoi vassalli palesi ed occulti hanno da tempo iniziato ad alzare il polverone. Ing. Mimmo Filippi.
Il direttivo.
[exec] InSeries::ToC(); [/exec]