Bicentenario del rapimento di Papa Pio VII, prigioniero a Savona
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Varazze, 4 luglio 2009.
PonentevarazzinoNews
Bicentenario del rapimento di
Papa Pio VII
prigioniero a Savona
Riceviamo e pubblichiamo un breve articolo sul rapimento di Pio VII, poi prigioniero a Savona, del quale ricorre il bicentenario il 6 luglio prossimo, inviatoci da fra Giuseppe Magliozzi o.h., un medico italiano dei Fatebenefratelli, da vent’anni missionario nelle Filippine.
In allegato anche la foto di una stampa di sua proprietà, menzionata nella memoria. Autrice dell’incisione contemporanea, la cui lastra misura cm. 46 x 35, fu la quattordicenne Teresa Cosci, che nel 1817 era allieva della Scuola d’incisione dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Si ispirò ad un’opera del pittore Nicola Benvenuti ed eseguì l’incisione sotto la guida del suo insegnante Angelo Emilio Lapi, che era aiuto di Raffaello Morghen nella stessa Accademia.
Quando Napoleone fece rapire Pio VII (6 luglio 1809)
Ricorre il 6 luglio il bicentenario di uno dei più gravi oltraggi resi ad un Papa: il rapimento di Pio VII, poi tenuto prigioniero per cinque anni. Napoleone, che aveva fatto occupare Roma fin dal 2 febbraio 1808 e poi il 17 maggio 1809 ne aveva decretato l’annessione all’Impero Francese, il 19 giugno diede istruzioni a Miollis ed a Murat di arrestare il Papa se non rinunziava al potere temporale.
Mentre i romani dormivano ignari, gli sgherri guidati dal generale Radet alle prime ore del 6 luglio diedero l’assalto al Quirinale e guidati da un Giuda, un ex facchino del palazzo licenziato per furto, raggiunsero l’appartamento pontificio, ne sfondarono le porte a colpi di scure e bussarono coi fucili alla stanza del Papa, che ordinò di aprire: Radet gli chiese di formalizzare la sua rinunzia ed al fermo diniego lo dichiarò in arresto e gli impose di seguirlo immediatamente in una carrozza, che ben inchiavardata lasciò di gran carriera Roma prima delle cinque del mattino.
Pio VII fu relegato a Savona, dove giunse l’11 agosto e vi restò in residenza coatta fino al 9 giugno 1812, quando fu trasferito a Fontainebleau.
Solamente il 10 marzo 1814 gli fu infine resa libertà e poté trionfalmente far ritorno a Roma il 24 maggio 1814, data che egli volle restasse ricordata nel calendario liturgico della diocesi di Roma come festa di Maria Ausiliatrice del popolo cristiano “per ringraziare la Madonna per averlo protetto e fatto rientrare nella sede di Pietro”, certamente riandando col pensiero al giorno della sua elezione al soglio pontificio, quando aveva per la prima volta pregato davanti all’immagine di Maria aiuto dei cristiani, nella chiesa di San Giorgio maggiore in Venezia, dove s’era svolto il Conclave.
Durante la prigionia di Savona Pio VII restò sorvegliato a vista. La posta gli veniva aperta e spesso sforbiciata o confiscata e non gli era concesso di avvalersi dei suoi collaboratori di Curia. Ogni mattina, mentre celebrava la Messa, la sua scrivania veniva frugata ed ogni carta ispezionata. Pur con questi tremendi limiti e dovendo far tutto da solo, Pio VII riuscì nel triennio di Savona ad evadere più di tremila pratiche della Chiesa universale.
Ho avuto modo di consultare due di quelle pratiche passate per Savona ed oggi conservate a Roma nell’Archivio Generalizio dei Fatebenefratelli, che fu l’unico Ordine Religioso che durante l’occupazione napoleonica degli Stati Romani riuscì ad evitare la dispersione delle sue Comunità. Data la tristezza dei tempi non poterono però indire il Capitolo Generale per rinnovare le cariche, ragion per cui alla morte del loro Priore Generale, il suo Vicario fra Luigi M. Marcucci chiese facoltà di provvedervi lui per quelle vacanti ed il Papa con rescritto del 19 settembre 1810 l’autorizzò a nominare il Procuratore Generale e con rescritto del 5 dicembre 1810 ogni altro ufficio vacante. Commuove vedere come i due rescritti, firmati dal Papa e col sigillo in ceralacca, furono per l’angustia della situazione vergati sul dorso stesso delle petizioni.
La litografia che qui riproduciamo, ben ritrae il clima della prigionia di Savona: Pio VII guardato a vista dagli sgherri, ma incoraggiato da un angelo a mantenersi fedele al mandato che Cristo dette a San Pietro di “confermare nella fede i fratelli” (Lc 22, 32). La gran fede con cui il Servo di Dio Pio VII superò la lunga prova, merita davvero d’essere additata, come ha fatto l’attuale Papa nell’omelia tenuta a Savona il 17 maggio 2008: “L’esempio di serena fermezza dato dal Papa Pio VII ci invita a conservare inalterata nelle prove la fiducia in Dio, consapevoli che Egli, se pur permette per la sua Chiesa momenti difficili, non la abbandona mai”. Ci auguriamo che il Servo di Dio Pio VII, di cui è stata autorizzata nel 2007 l’apertura del Processo di Canonizzazione, possa presto salire agli onori degli altari.
Fra Giuseppe Magliozzi o.h.
Precedente post sull’argomento:
Varazze – In ricordo di Papa Pio VII a Palazzo B. Jacopo
Per approfondire:
LA DEVOZIONE PER LA MADONNA DELLA MISERICORDIA DI SAVONA
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