Varazze -‘Un Oceano, un clima, un futuro’, il tema dell’edizione 2009 dell’ocean day

Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e Dintorni
comitato@ponentevarazzino.comHome page

Varazze, 7 giugno 2009.

PonentevarazzinoNews

lattrice-michelle-trachtenberg-la-mer-testimonial-ocean-day-2008‘Un Oceano, un clima, un futuro’,
il tema dell’edizione 2009
dell’ocean day

Pesca eccessiva ed inquinamento stanno conducendo alla distruzione dei mari europei.

L’8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani, a rischio di collasso a causa del cambiamento climatico e delle attività industriali Oceana richiede misure legislative immediate per invertire la situazione critica dei mari d’Europa Oceana denuncia il grave deterioramento dei mari e degli oceani europei e richiede misure immediate per fermare il collasso delle risorse peschiere, la distruzione degli habitats marini e l’inquinamento che colpiscono le acque.

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente (5 giugno) e di quella degli Oceani (8 giugno), Oceana segnala che i mari europei sono tra i più danneggiati del mondo, e dunque azioni legali immediate ed efficaci si rendono necessarie.

La ricchezza dei mari e degli oceani europei è enorme, non solo per lafoto-rapporto-riserve-marine varietà degli habitats, ma anche per il grande numero di specie che questi ospitano. Infatti, delle 230.000 specie marine catalogate in tutto il mondo, oltre 31.000 vivono in acque europee. Tuttavia, questa preziosa biodiversità è stata devastata dall’inquinamento e da impatti fisici sull’ecosistema nelle ultime decadi.

“Se a questo aggiungiamo che l’88% delle scorte ittiche sono eccessivamente sfruttate, è logico dedurre che urgono piani di gestione sostenibili e misure che garantiscano l’uso responsabile delle risorse ittiche. E, naturalmente, è necessario stabilire dei meccanismi che garantiscano il rispetto di queste misure”, afferma Xavier Pastor, Direttore Esecutivo di Oceana in Europa.

Dati giornalieri  dai mari europei

Presenza di circa 275 eventi di scarico illegale di petrolio a mare,  circa  55.000 mila tonnellate di petrolio e scarichi di sentina gettati a mare, più di 350.000 ettari di fondale marino viene  dragato da reti a strascico, 20.000 tonnellate di pesce sono tolti al mare, mentre altre 3.000 tonnellate sono gettate di nuovo a mare come scarti.

Cambiamento climatico

Gli oceani alleviano il riscaldamento globale assorbendo milioni di tonnellate di diossido di carbonio, ma la loro capacità di assorbimento sta divenendo insufficiente. Di conseguenza, aumentano le emissioni nell’atmosfera come anche le temperature, si incrementa lo scioglimento dei ghiacci e si alza il livello del mare. La miscela di queste acque con acqua tiepida, altera le correnti marine, il che influisce sul clima continentale.

Ricardo Aguilar, Direttore del Dipartimento Ricerca di Oceana Europa, spiega: “la sopravvivenza di oltre 1000 milioni di persone nel mondo dipende dalle barriere coralline, per cui la loro scomparsa avrà un serio impatto sul loro sostentamento. Inoltre, le barriere coralline ospitano un quarto di tutte le specie marine conosciute, per cui l’aumento delle emissioni di CO2 e la conseguente acidificazione degli oceani è un serio pericolo da tenere in considerazione per la stabilità e sopravvivenza degli ecosistemi”.

In cifre, oltre al cambiamento climatico, gli oceani e i mari europei devono affrontare altri gravi problemi:

1. Pesca eccessiva  Lo sfruttamento eccessivo dei campi di pesca ha svuotato i mari europei, fino al punto che, secondo la Commissione Europea, l’88% delle risorse di pesca sono sovrasfruttate. Di queste, il 69% sono a rischio di esaurimento. Le cause principali sono l’approvazione di Quote Totali delle Catture Ammesse (TAC) in quantità eccessive che riflettono più gli interessi dell’industria peschiera che le raccomandazioni scientifiche, come anche l’uso di tecniche di pesca illegali, come le reti derivanti.

 2. Distruzione degli habitats. I pescherecci industriali stanno distruggendo i fondali marini con reti a forma di sacco (pesca a strascico) che catturano tutto ciò che trovano, comprese le specie di pesci minacciate, distruggendo spugne e coralli antichi di secoli.

Rispondendo a questa e ad altre minacce, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Biodiversità ha stabilito che nel 2012 il 10% dei mari deve essere protetto per frenare la perdita di biodiversità ecologica. L’Unione Europea parte con solo il 2,7% di superficie marina protetta, secondo calcoli dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (in inglese, IUCN), per cui è necessario agire con rapidità e convinzione, per colmare il divario esistente.

Fonte: theoceanproject.org

_^_^_^_

Da “Greenpeace” – Giornata Mondiale degli Oceani.

L’8 giugno è la Giornata Mondiale degli Oceani! La Giornata Mondiale degli Oceani è nata nel 1992 a Rio de Janeiro durante il Vertice sull’ambiente e, pur non essendo stata ancora riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite, è la nostra occasione ogni anno per festeggiare gli oceani ed entrare in azione per difenderli.

Il giorno dopo la Giornata Mondiale degli Oceani prende il via un altro evento di portata mondiale … con reti più piccole, ma una migliore copertura televisiva! Perciò abbiamo creato una nostra classifica dei paesi che hanno o non hanno offerto il loro sostegno per bandire la pesca a strascico. Ad ogni tuo respiro una superficie pari a 10 campi da calcio viene distrutta da enormi reti sottomarine. Questo scempio avviene lontano dagli stadi e dall’occhio delle televisioni: avviene in fondo al mare.

I paesi inseriti nella nostra classifica discutono degli effetti distruttivi della pesca a strascico da oltre due anni. Il tempo è quasi scaduto. Lasceranno che il destino degli oceani si decida ai calci di rigore?

Qual è il calendario delle partite?

Estrarremo il cartellino rosso per tutti quei paesi che non accetteranno di vietare temporaneamente la pesca a strascico entro la Giornata Mondiale degli Oceani. Diventa anche tu Difensore degli Oceani e potrai prendere parte attiva al nostro Mondiale degli Oceani!

_^_^_^_

Da “Il Secolo XIX” – “ocean day” – Festa convegni e incontri all’acquario

DOMANI l’Acquario di Genova festeggia l’Ocean day, Giornata Mondiale dell’Oceano. La festa dedicata al Pianeta blu, alle sue risorse e ai suoi abitanti, da quest’anno, è riconosciuta ufficialmente dall’ONU. L’edizione 2009 si intitola “Un Oceano, un clima, un futuro”. Per celebrare la giornata, l’Acquario propone, alle 11.30 e alle 15, attività di approfondimento sui coralli per scoprire giocando questo ecosistema marino. Alle 12, nell’ambito del convegno del Gruppo nazionale di oceanografia operativa, si terrà una tavola rotonda, aperta al pubblico, con i rappresentanti degli Enti di ricerca e dei ministeri coinvolti.

_^_^_^_

Da “Unione Internazionale per la Conservazione della Natura” –  Nuove prove dei vantaggi economici dei parchi marini.

8 Maggio 2009 – La protezione degli oceani attraverso le aree marine protette può contribuire a migliorare le condizioni economiche di un territorio, grazie al turismo e la pesca sostenibile. Lo sostiene, senza tema di smentite, la Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura), che, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, ha presentato uno studio in grado di fornire nuove prove dei vantaggi economici dei parchi marini.

Molti i casi di studio proposti, a partire, ad esempio, dalla rete di aree marine protette istituire nel 1999 lungo la costa occidentale delle Hawaii. Otto anni dopo la creazione dei parchi, nati per contrastare il prelievo eccessivo di pesci da acquario, è stato registrato un aumento record della pesca commerciale nelle aree circostanti. Il pescato è aumentato anche nelle zone limitrofe all’area marina protetta di Navakavu, vicino l’isola Viti Levu delle Figi, consentendo, in quattro anni, un incremento di circa 29mila dollari nelle entrate delle popolazioni locali. I pescatori attivi nelle vicinanze del santuario marino di Kulape-Batu-Batu, nelle Filippine, infine, sono riusciti ad aumentare il proprio reddito del 20% in un solo anno dall’istituzione del parco.

«Questi esempi dimostrano che la chiusura di alcune aree alla pesca e ad altre attività estrattive ha un senso anche dal punto di vista economico – ha commentato Carl Gustaf Lundin, responsabile del Global marine programme della Iucn – Le aree marine protette, se ben gestite, favoriscono il ripristino degli stock ittici, aumentando le rese nelle zone limitrofe e migliorando le condizioni economiche delle comunità locali».

Ma non finisce qui. I parchi marini rappresentano anche una forte attrattiva per i turisti, che sono un’altra significativa fonte di sviluppo per le economie locali. Nella British Lundy Island No Take Zone, una piccola area di mare protetto nel Canale di Bristol, c’è stato un vero e proprio boom delle attività turistiche, raddoppiate dal 2003 (anno di istituzione dell’area protetta).

«Questi esempi provenienti da tutto il mondo dimostrano che la protezione degli oceani non è solo un bene per la biodiversità, ma anche una fonte di reddito – commenta Julia Marton-Lefèvre, direttore generale della IUCN – e che non ci sono più scuse per sfruttare gli oceani fino al totale esaurimento delle risorse».

Per approfondimenti:

Area marina protetta di Kulape-Batu-Batu, Filippine
Area marina localmente gestita di Navakavu, Isole Figi
Rete delle aree marine protette delle Hawaii occidentali, USA

Lundy Island No Take Zone, Inghilterra

Il direttivo.
[exec] InSeries::ToC(); [/exec]

Questo articolo è stato pubblicato il 07 Giu 2009 alle 17:45 ed è archiviato nelle categorie Ambiente, Attualità, COMUNICATI E COMMENTI DEL DIRETTIVO, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

Scrivi una risposta

Devi essere loggato per inserire un commento.