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22 Maggio 2009

Genova – WWF Liguria esprime piena contrarietà al gassificatore di Scarpino

Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e Dintorni
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Varazze, 22.05.2009.

PonentevarazzinoNews

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piena contrarietà al
gassificatore di Scarpino

WWF: gassificatore, no grazie

COMUNICATO STAMPA

In merito all’ipotesi di un gassificatore a Genova il WWF – Liguria esprime piena contrarietà.

In Liguria non abbiamo ancora inceneritori e questa è un’opportunità anche economica che il mondo politico deve saper cogliere.

Costruire un gassificatore significa privilegiare lo smaltimento, soprattutto perché le nostre amministrazioni non hanno fatto alcuno sforzo, né di pianificazione né di investimento mirato, per aumentare in maniera significativa la raccolta differenziata.

Assente qualsiasi seria politica di riduzione, riciclo, riuso e recupero dei materiali.

Un gassificatore, anziché ad un inceneritore a griglia, non diminuirà il rischio di inquinamento ambientale. Si tratta di tecnologie complesse, difficili da far funzionare correttamente e che presentano ancora molti problemi,sono inoltre accompagnate da elevate emissioni di nanoparticelle e comunque capaci di produrre un ampio spettro di sostanze fortemente inquinanti (tra cui anche le diossine). Un rischio per la salute in particolare per le giovani generazioni e per l’intero equilibrio del ciclo vitale.

Ribadiamo perciò con forza che esistono alternative al gassificatore e a qualsiasi impianto di incenerimento dei rifiuti.

Facendo riferimento al proprio documento di posizionamento nazionale, il WWF Liguria propone investimenti nel ciclo di gestione dei rifiuti dalla raccolta differenziata alla ridestinazione dei materiali anche attraverso l’uso di piattaforme di selezione che permettano controllo dei flussi e reimmissione dei rifiuti nel ciclo produttivo o/e distributivo.

Genova è una città tutto sommato piccola, nata dall’insieme di tanti Comuni, e perciò gestibile a livello di quartiere per una raccolta differenziatala che può raggiungere altissime percentuali – oltre il 70-80% – in tempi relativamente brevi se ben organizzata. E che potrebbe essere anche economicamente conveniente, basta volerlo, e aprire alla ridiscussione dei piani territoriali ora obsoleti.

WWF Sezione Liguria – Il Presidente – Marco Piombo.

Per approfondire:

Da “Il Secolo XIX” del 19.05.2009 – Il Liguria il rischio verso l’incenerimento. A Genova- Scarpino gassificatore giapponese ? Daniele Grillo

Gassificatore made in Japan per Scarpino – Un gassificatore “a tino” basato sulle tecnologie in voga in Giappone, capace di bruciare un grande quantitativo di spazzatura e considerato tra le soluzioni meno impattanti dal punto di vista dell’inquinamento ambientale. Dopo mesi di silenzio si torna a parlare dell’impianto per lo smaltimento finale dei rifiuti, il sistema (che sorgerà a Scarpino) al quale verrà affidato il compito di bruciare tutto ciò che non finisce nel canale della raccolta differenziata.

La commissione incaricata dal Comune di confrontare le molteplici possibilità ha terminato il suo lavoro e indicherà una serie di impianti: tra questi c’è il gassificatore modello giapponese (la relazione verrà consegnata venerdì all’assessore al Ciclo dei Rifiuti Carlo Senesi) che, stando ad alcune indiscrezioni, sarebbe visto come preferibile tra le soluzioni analizzate in questi mesi attraverso audizioni e sopralluoghi.

Le conclusioni arriveranno in consiglio comunale a giugno, dopo le elezioni. La gassificazione in forno “a tino” è applicata in Giappone da diversi anni: prevede la combustione in un contenitore (da qui il termine “tino”) che riceve dall’alto rifiuti mischiati a coke e a calcare.

L’atmosfera riducente (atmosfera cioè povera di ossigeno) ad alta temperatura facilita la volatilizzazione dei sali alcalini e dei metalli pesanti contenuti nei rifiuti e impedisce l’ingresso di metalli pesanti nelle scorie che non risultano tossiche e possono essere reimpiegate come materiale da costruzione a uso civile. In Italia non esistono sistemi simili: il caso genovese si tradurrebbe dunque in un’assoluta novità.

Niente termovalorizzatore con forno a tamburo rotante, dunque, niente forno a “combustione sospesa” o a “letto fluido”, gassificazione tradizionale o “pirolisi al plasma”. dopo averle prese in esame una ad una, la commissione ha indicato anche la soluzione più gettonata in Oriente, giudicata come il miglioramento di una tecnologia, la gassificazione appunto, accantonata in paesi più vicini al nostro, ad esempio la Germania.

A queste conclusioni sono arrivati i componenti della commissione per il “Supporto tecnico-scientifico delle valutazioni connesse alla realizzazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti organici e di un impianto per il trattamento della frazione residua post-raccolta differenziata dei rifiuti del Comune di Genova”.

Questo gruppo di “consiglieri” aveva il compito di passare in rassegna tutte le soluzioni sul mercato e, alla fine dei sei mesi, tracciare proprie considerazioni così da indirizzare una scelta che comunque spetterà alla politica. In realtà la commissione si è messa a lavorare di buona lena soltanto negli ultimi due mesi; il dilatare i tempi così a lungo fa sospettare che non fosse così necessario rimandare di tanto il pronunciamento. Pronunciamento che, di fatto, non stupisce affatto nei contenuti, dal momento che di gassificazione il sindaco Marta Vincenzi parla fino dall’indomani del suo insediamento in via Garibaldi.

La commissione, composta da Paola Fontanella (nominata dalla Provincia), Mauro Solari (per i Municipi Medio Ponente e Valpolcevera), Carlo Sacco (per Amiu), Ornella Risso (per gli uffici comunali), Attilio Tornavacca (in rappresentanza della Regione dopo le dimissioni di Gabriella Minervini) e Italo Porcile (in rappresentanza del consiglio comunale), ha audito le seguenti realtà: Enea, come ente pubblico che si occupa di recupero energetico, Hera come azienda che ha sperimentato la torcia al plasma, Nippon Steel come società produttrice di gassificatori, la scuola agraria di Monza per capire le più innovative tecniche di compostaggio.

Domani ci sarà l’ultimo sopralluogo ad Alessandria (sede di un impianto di separazione secco-umido), le altre visite sono state effettuate a Bergamo (inceneritore a letto fluido), Barcellona (torcia al plasma), Francoforte (impianto per la gestione anaerobica), Bassano del Grappa (impianto per la gestione anaerobica), Vedelago. Gassificatore giapponese, dunque, probabile. Senesi non conferma, né smentisce. Ora si tratterà di compiere la scelta politica e di avviare la gara, che potrebbe vedere Ansaldo Energia (pronta a lanciarsi su questo business) come partecipante. Non prima, però, di aver almeno tentato di spiegare ai genovesi e soprattutto ai sestresi che si tratta davvero della scelta giusta.

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Comunicato stampa di Ferraioli Italia dei Diritti

Gassificatore giapponese a Scarpino, la perplessità di Ferraioli

Il responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “La vera soluzione risiede nella raccolta differenziata”

Genova, 19 maggio 2009 – “Prima di esprimere un giudizio definitivo sul nuovo gassificatore giapponese, attendiamo di conoscere la valutazione della commissione comunale sulle reali possibilità offerte da questo impianto”.

Questo il commento di Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, a seguito della soluzione avanzata ieri dal comune di Genova per risolvere l’annoso problema dello smaltimento dei rifiuti nella Regione . Un gassificatore nuovo, da costruire nella zona di Scarpino, e capace, a quanto pare, di bruciare una quantità maggiore di rifiuti rispetto ai tradizionali termovalizzatori e con un impatto ambientale ridotto.

“Partendo dalla considerazione che l’Italia dei Diritti è da sempre contraria a qualsiasi forma di inceneritore di vecchia generazione – continua Ferraioli – siamo convinti che la soluzione migliore non risieda in nuove tecnologie importate dall’estero, ma in un incremento della raccolta differenziata”. E aggiunge: “Dobbiamo arrivare alla cosiddetta soglia dei ‘rifiuti zero’, la cui massima espressione è la raccolta porta a porta perché, anche se apparentemente più onerosa, essa porterebbe ad una reale diminuzione dell’impatto ambientale causato dallo smaltimento dei rifiuti”.

Una soluzione che secondo l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro avrebbe risvolti positivi anche per i cittadini: “Spesso si pensa a risparmiare i soldi pubblici attuando scelte sbrigative, ad esempio cercando nuovi sistemi di incenerimento, ma non dobbiamo dimenticarci della salute dei cittadini, perché quello che risparmiamo bruciando e inquinando l’atmosfera, lo spendiamo dopo per curare le tante e gravi malattie causate da polveri inquinanti come la diossina”

Ufficio Stampa Italia dei Diritti
e-mail: italiadeidiritti@yahoo.it
sito web: www.italiadeidiritti.it

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Da “Safi spa” – Polo impiantistico di Testi – Un impianto innovativo

L’impianto di gassificazione di Testi ha costituito una sperimentazione nel suo settore, applicando per la prima volta su scala industriale nel sud dell’Europa questa tecnologia al recupero energetico dei rifiuti urbani.
Il processo di gassificazione

Consiste nell’ossidazione parziale del combustibile, producendo un prodotto intermedio che ha le caratteristiche di un gas combustibile e che può quindi essere utilizzato per la produzione di energia elettrica in un ciclo vapore tradizionale. Nell’impianto di gassificazione di Testi, la prima fase di combustione si svolge in una atmosfera povera di ossigeno (sottostechiometrica) in reattori termici a letto fluido ricircolato. In questo modo, il contenuto energetico del combustibile derivato dai rifiuti si trasforma nel combustibile gassoso.

Questo gas, detto povero per il suo potere calorico inferiore a quello del gas metano, è stato utilizzato per la produzione di energia termica attraverso la sua combustione nell’attigua caldaia e quindi in energia elettrica. Nel ciclo vapore il gas è stato anche inviato al vicino cementificio SACCI dove è utilizzato come combustibile.

Questo impianto, attivato nel 1992, ha mostrato particolari difficoltà sotto l’aspetto economico produttivo, fino a stabilirne la fermata in attesa della riconversione prevista dal vigente piano provinciale dei rifiuti.
Oggi, a Testi, viene utilizzato direttamente il CDR nel forno del cementificio previo trattamento (triturazione e deferrizzazione).
Il CDR: Combustibile da Rifiuti

Il CDR, combustibile da rifiuti, ottenuto dal trattamento della frazione secca dei Rifiuti Solidi Urbani, sostituisce una quota parte del polverino di carbone come combustibile per l’attività del cementificio di Testi, di proprietà di SACCI SpA.

Il pre-trattamento della frazione secca dei RSU consente di utilizzare un materiale combustibile con caratteristiche migliori rispetto ai rifiuti urbani non selezionati, quindi più adeguato per l’utilizzo in impianti non dedicati come, appunto, il cementificio.

Ogni kg di CDR possiede oltre 3500 kilocalorie, equivalenti a poco meno di mezzo kg di carbone.

Un kg di CDR viene ottenuto dalla lavorazione di circa tre kg di rifiuti urbani.

Il direttivo.

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