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28 Marzo 2009

Servono regole nazionali per l’eolico

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Varazze, 28.03.2009.

PonentevarazzinoNews

Foto d'archivio - Impianto eolicoServono regole nazionali
per l’eolico

La necessità di avere regole certe su tutto il territorio nazionale è veramente indispensabile per favorire investimenti privati nel settore; riportiamo l’intervista a Simone Togni, segretario Anev, pubblicata da “Greenreport”, che tratta l’argomento.

Eolico, Togni (Anev): «Esiste un problema di omogenizzazione delle norme» di Diego Barsotti

Il segretario generale dell’Anev (l’associazione che riunisce le imprese italiane dell’eolico) Simone Togni non cerca giri di parole per descrivere l’impasse a cui sembra essere approdato lo sviluppo dell’energia del vento nel nostro Paese:

«E’ sempre più pressante la necessità di avere norme nazionali che tolgano dagli impacci e dagli impicci gli amministratori. Io vengo ora da un incontro con i rappresentanti delle Regioni Campania, Puglia, Marche e Abruzzo: in ogni territorio ci sono norme diverse, criteri diversi, tempi diversi … è una vera e propria giungla, intollerabile per chi dovrebbe investire, ma ormai intollerabile per gli stessi amministratori, che non hanno punto di riferimento certi a cui appigliarsi».

Un’esigenza insomma sentita da operatori e amministratori consapevoli che regole chiare e trasparenti e funzionali possa essere una garanzia per tutti.

Queste regole quando arriveranno?

«Ufficialmente sono all’ordine del giorno della discussione, Il ministro Scajola ci ha promesso che avrebbe fatto i tre provvedimenti che chiedevamo, ma per ora è arrivato solo il primo, quello legato gli incentivi e ai certificati verdi per il settore. Le altre due richieste, il burden sharing e le linee guida per la procedura semplificata, sono in via di definizione e attualmente sono all’esame delle regioni. Certo l’approccio del confronto determina lungaggini, ma sicuramente ha il pregio di produrre regole più condivise».

Qual è oggi la priorità dell’Anev?

«Sicuramente uno degli obiettivi è quello di eliminare l’alibi talvolta espresso dalle regioni, che dicono “vorrei ma non ce la faccio”. Questo alibi si smonterà facilmente se sarà ripartito proporzionalmente sulle singole regioni l’obiettivo nazionale di produzione di energia da fonti rinnovabili. La finanziaria 2008 di Prodi ha sviluppato molto questo punto, introducendo la possibilità per il governo di commissariare le regioni inadempienti ripartendo anche le sanzioni. Tra l’altro questa ripartizione renderebbe anche inutili i discorsi di alcune regioni che sostengono di essere già avanti sulle rinnovabili, perché magari hanno la geotermia. Gli obiettivi regionali non sono stati ancora fissati e quindi nessuno può averli già raggiunti».

In Toscana i parchi eolici fanno fatica ad affermarsi, progetti vengono bloccati e rallentati, quando non dai comitati, dall’ufficio Via e alcuni imprenditori minacciano addirittura di andarsene.

Esiste un problema specifico secondo lei?

«Ritengo di sì. Effettivamente esiste un problema-Toscana, visto che a fronte di un’apertura all’eolico solo a parole, nei fatti si registra un approccio chiuso, che in parte si tenta di giustificare con questioni paesaggistiche. Noi come Anev non entriamo nell’aspetto puramente politico delle singole regioni, però segnaliamo quali sono i potenziali tecnici effettivi. E suggeriamo appunto norme che consentano di rendere efficaci le previsioni normative che le regioni assumono».

Fonte: Greenreport

Il direttivo.

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