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13 Marzo 2009

Vado Ligure – Potenziamento Tirreno Power tra si e no, diritti e doveri

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Varazze, 13.03.2009.

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Potenziamento Tirreno Power
tra si e no, diritti e doveri

La questione che riguarda l’ampliamento della centrale elettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure si è ulteriormente complicata in questi ultimi giorni. Riteniamo pertanto necessario acquisire ulteriori elementi di valutazione, prima di dedicare un incontro di discussione e confronto sull’argomento.

Riportiamo alcune notizie di stampa che trattano il tema e possono fornirci dati e notizie nel merito:

Da “Uniti Per La Salute” 8 marzo 2009 – “TIRRENO POWER: LE RAGIONI DEL NO!!! ALL’AMPLIAMENTO”

L’immagine (a lato  titolo del presente post)mostra evidenti emissioni dalla ciminiera dei due gruppi funzionanti a carbone, sicuramente non benefiche per la nostra salute, senza dover ricorrere a prelievi ed analisi di conferma.

Come documentato da numerosi studi medici e dalla letteratura scientifica la combustione del carbone produce, oltre a co2, anidride solforosa, ossidi di azoto, ossido di carbonio, le famigerate polveri sottili, idrocarburi incomposti e … sempre secondo la letteratura medica queste sostanze hanno effetti dannosi sulla salute, provocando aumenti delle malattie respiratorie e del cancro.

Ora per avere un’immagine più completa e per vedere se le nostre paure sono fondate e sino a che punto sono fondate, ci stiamo documentando su internet ed abbiamo trovato un sito che ci ha illuminati e che vorremmo illuminasse ulteriormente anche i nostri amministratori locali provinciali e regionali, soprattutto certi sindacalisti che ritengono indispensabile promuovere l’ampliamento. [Continua … ]

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Da “Il Secolo XIX” del 10 marzo 2009 – La Regione: no a più carbone nella centrale di Vado

Reazione positiva dei sindaci. Il consiglio regionale boccia l’ampliamento degli impianti di Tirreno Power. Il Pdl si dichiara invece favorevole. Si tratta comunque di un ordine del giorno che potrebbe non avere alcun valore pratico, visto che il nuovo gruppo elettrogeno a carbone ha già ottenuto il parere favorevole dalla commissione nazionale di valutazione ambientale

La Regione Liguria ha detto `no´ al potenziamento della centrale a carbone della Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), nonostante il parere positivo della commissione per la valutazione di impatto ambientale nazionale (Via).

Un ordine del giorno approvato con i voti del centrosinistra (contrario il Pdl), impegna la giunta a tenere conto del parere della Via regionale che aveva invece bocciato l’ampliamento della centrale. L’impianto dovrebbe passare da una produzione di 1400 megawatt a 1860 mw con la realizzazione di un nuovo gruppo elettrogeno a carbone da 460 mw, da affiancare ai tre già in funzione.

Il voto del consiglio regionale, se ha un indubbio valore politico, dal punto di vista pratico potrebbe essere quasi irrilevante perché quel che conta in ultima analisi è il parere del ministero, in base al quale Tirreno Power può procedere con il progetto.

L’assessore regionale all’ambiente, Franco Zunino, ha spiegato: «la Liguria è tra le poche regioni, con il Lazio, a esportare energia, qui c’è l’unico gassificatore italiano, non siamo una Regione che dice sempre `no´ ma puntiamo invece sulle fonti rinnovabili». Il Pdl è critico: «è un errore non ampliare la centrale dopo il parere positivo della Via perché la società si impegna a ridurre le emissioni». L’assessore ha replicato: «è incredibile che la Via nazionale abbia agito senza tenere conto del parere negativo della Via regionale e degli enti locali, una cosa che non accadeva da dieci anni, altro che federalismo».

I consiglieri del Pdl Morgillo, Oliva e Abbundo ritengono l’ordine del giorno «strumentale e demagogico perché non affronta tecnicamente il problema ma attacca strumentalmente il Governo». Il Pdl ha chiesto una discussione in commissione «per un confronto utile per capire, anche attraverso l’audizione dei vertici dell’azienda, quali misure di sicurezza e quali investimenti sarebbero stati messi in atto per migliorare il controllo delle emissioni e garantire la tutela alla salute dei cittadini che abitano nella zona».

Pd e Verdi hanno invece sostenuto il voto contro l’ ampliamento della centrale a carbone: «non potete dire a Vado che è il comune che dice sempre no – ha affermato Antonino Miceli – perché proprio lì sono concentrate tante attività produttive, c’è l’unica discarica della provincia, c’è la centrale a carbone e si prepara l’ampliamento del porto. È singolare, inoltre – ha detto Miceli – che il Pdl locale non abbia voluto prendere una posizione al riguardo».

I Verdi hanno spiegato che «la Liguria deve ridurre l’uso del carbone, non aumentarlo, e puntare, come sta facendo, sulle fonti di energia rinnovabili. Tirreno Power dovrebbe inoltre ridurre le emissioni degli impianti esistenti invece di chiedere ampliamenti».

Sindaci, importante no della Regione.

Il `no´ della Regione Liguria al potenziamento della centrale a carbone della Tirreno Power di Vado Ligure è stato accolto con soddisfazione dai sindaci di Vado Ligure Carlo Giacobbe e di Quiliano Nicola Isetta. «Quella della Regione è una presa di posizione importante – ha detto Giacobbe – che rafforza quelle già assunte dalle istituzioni sul territorio in precedenza». «È un’ulteriore dimostrazione di quanto sia legittimo quanto abbiamo sempre detto su questo progetto e di quanto rispecchi quanto chiedono anche i cittadini», ha affermato Isetta.

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Da “Il Secolo XIX” del 6 marzo 2009 – «Sì al nuovo gruppo a carbone» – di Sergio Del Santo

I sindacati prendono le distanze dagli enti locali e sposano il piano di Tirreno Power

Rinunciare a 800 milioni di investimenti e 300 posti di lavoro – diretti e indotti è una pillola troppo amara da mandare giù per un sindacato ogni giorno assediato da dipendenti che perdono il posto, precari che non sono confermati, giovani che aspettano il primo impiego. Così ieri, rompendo indugi durati tre mesi, Cgil, Cisl e Uil hanno “sposato” il piano Tirreno Power, che prevede la realizzazione di un nuovo gruppo a carbone da 460 megawatt nella centrale di Vado Ligure e l’incremento della capacità produttiva di energia da fonti rinnovabili in Liguria per altri 180 Mw di potenza (impianti idroelettrici, fotovoltaici, parchi eolici).

“Tenuto conto della situazione economica e finanziaria in cui versa la nostra provincia, l’intero Paese e non solo – spiega Fulvio Berruti, segretario Filcem-Cgil -, credo che il sindacato non possa sottovalutare interventi di questo rilievo. Si tratta di affrontare ed approfondire i problemi nelle sedi opportune e con gli strumenti del confronto e della concertazione evitando iniziative isolate ed estemporanee che possono creare effetti contrari a quelli desiderati”.

Dichiarazione rivolta al segretario regionale dei metalmeccanici Uil, Antonio Apa, che nei giorni scorsi aveva definito “paradossale” l’attendismo dei sindacati savonesi.

L’appello di Berruti – comune a quanto affermato da Congiu (Uilcem) e Pollarolo (Flaei-Cisl) – ha tuttavia come primi destinatari la Regione e gli Enti locali, “a cui spetta, nella piena autonomia decisionale, e nei percorsi previsti dalle normative vigenti, verificare l’attendibilità e la sostenibilità economica ed ambientale del progetto, senza tralasciare nessun aspetto ma valutando la ricaduta occupazionale determinata e oggi sottoscritta da un accordo tra le parti”.

Enti locali finora impermeabili alla richiesta di “luce verde” inoltrata da Tirreno Power e confortata dal parere positivo con cui la commissione nazionale VIA ha concluso la procedura di valutazione dell’impatto ambientale del Progetto Vado.

“Il piano per la costruzione di una nuova unità a carbone – è la frase chiave del protocollo d’intesa siglato mercoledì e inserito come premessa nel testo di un accordo sulla riorganizzazione del lavoro in centrale – è legato a miglioramenti ambientali e strutturali sulle unità esistenti e ad importanti investimenti sul territorio ligure, in particolare nel settore fonti rinnovabili”.

Il sindacato, evocando la loro “piena autonomia decisionale”, invita gli Enti locali a non rinchiudersi a riccio, ma ad accettare il confronto sui dati oggettivi del progetto, verificando se quanto sostenuto da Tirreno Power in merito ai “sostanziali miglioramenti ambientali” possa corrispondere alla realtà.

“Se mancasse questo presupposto – aggiunge Fulvio Berruti – saremo noi i primi a dichiarare chiusa la partita, ma non ci sembra costruttivo un rifiuto fine a se stesso, senza dare all’azienda la possibilità di dimostrare che si può produrre energia senza aumentare l’inquinamento. Senza contare che è inutile parlare di energia pulita se non si riescono a trovare le risorse per farla e per farne sempre di più. Risorse che Tirreno Power si impegna a rendere disponibili”.

Missione impossibile? Come ogni primavera, ci sono le elezioni e l’argomento è di quelli da maneggiare con mille precauzioni. Nel frattempo i sindacati incassano da Tirreno Power una dichiarazione di stima (“si conferma l’alto profilo delle relazioni sindacali in atto”) e alcune assunzioni. Si tratta di sei unità che, nell’ambito della conferma degli attuali livelli occupazionali in centrale, entreranno in organico entro il 2009, anticipando l’uscita di altrettanti dipendenti prevista per il prossimo anno.

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Da “Il Secolo XIX” del 7 marzo 2009 – Vado centrale – L’accordo raggiunto da Tirreno Power con i segretari dei sindacati di categoria (Filcem-Cgil, Flaei-Cisl e Uilcem) ha puntualmente arroventato l’ambiente vadese, ma non solo.

Il protocollo d’intesa sulla stabilizzazione dell’organico della centrale elettrica prevede sei assunzioni entro l’anno e altri 80 nuovi posti di lavoro connessi al piano di potenziamento degli impianti. A questi si aggiungerebbe un ulteriore incremento di circa 200-250 unità nell’indotto. Ma l’accordo ha sollevato le critiche degli enti locali, che avevano già espresso il parere contrario al progetto di potenziamento della centrale con un nuovo gruppo a carbone.

Il sindaco vadese Carlo Giacobbe ha rimarcato che le possibilità di sviluppo sono state individuate in altri progetti, già avviati, come il complesso commerciale delle Terrazze di Vado e, poi, nell’ampliamento portuale. L’assessore Pietro Bovero ha chiesto al sindaco di convocare un consiglio comunale urgente: «Questo problema va discusso – spiega -. Vogliamo essere coerenti e consapevoli di come stanno le cose. Non ci si gioca la pelle con il carbone in cambio di cinquanta assunzioni».

Dopo le dichiarazioni del segretario della Filcem-Cgil, Fulvio Berruti, che aveva sottolineato la necessità di non perdere l’occasione di ottenere assunzioni stabili in un momento di crisi generale, ieri mattina è intervenuto il segretario provinciale della Cgil, Francesco Rossello.

«Qualunque intervento sulla centrale di Vado – ha chiarito – deve essere primariamente improntato alla riduzione delle emissioni complessive e deve essere concertato e condiviso dalle istituzioni locali. Per la Cgil queste sono condizioni imprescindibili. Allo stesso modo Tirreno Power rimane per il sindacato un interlocutore importante e, in questo senso, il fatto di avere individuato le ricadute occupazionali nel caso in cui si avverassero le condizioni di partenza è un fatto importante. Mi sembra evidente che attualmente non ci siano le condizioni politiche e sociali per realizzare il progetto, così come la traduzione tecnica del principio “più energia meno emissioni” è tutta da verificare. Tuttavia è compito del sindacato non muoversi su basi pregiudiziali ma ricercare le condizioni perché si possano sempre coniugare le ricadute occupazionali con il saldo ambientale positivo».

Intanto Berruti replica alle critiche di Giacobbe: «Il sindacato cerca di fare il suo lavoro. E non mi va di passare le giornate a firmare casse integrazioni. Con Tirreno Power, senza invadere il campo degli enti locali, abbiamo fatto chiarezza sull’occupazione che le iniziative previste possono generare». Giovanni Vaccaro.

Il direttivo.
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