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20 Gennaio 2009

Sentenza che azzera l’inquinamento e i rimborsi dell’Ilva di Cornigliano

Filed under: Ambiente,Attualità,NEWS DA VARAZZE — Tag: — Comitato Ponente Varazzino @ 18:09

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Varazze, 20.01.2009.

PonentevarazzinoNews

Il-secolo-xix-ilva-di-ge-corniglianoSentenza che azzera
l’inquinamento e i rimborsi
dell’Ilva di Cornigliano

“All’Ilva la prescrizione azzera l’inquinamento e i rimborsi – Nessuna condanna o risarcimento per l’inquinamento prodotto dalla cokeria e dall’altoforno di Genova Cornigliano. Cosଠè stato sancito dalla sentenza emessa dalla corte d’Appello.” [Secolo XIX del 19 gennaio 2009]

Riceviamo dal Gruppo Consiliare Verdi Regione Liguria e divulghiamo, tra quanti seguono il nostro impegno, la notizia della sorprendente sentenza sui reati ambientali della Ilva di Cornigliano che, a causa di vizi procedurali, rischia di vanificare anni di lotte e quello che doveva diventare un processo simbolo. Un’altra occasione persa, che si aggiunge alla lunga inquietante lista delle cose che noi cittadini non riusciamo a comprendere e fatichiamo ad accettare.

Comunicato stampa

L’IMPUNITA’ PER I REATI AMBIENTALI DELLA FAMIGLIA RIVA  E’ UNA VERGOGNA!
 
“Il verdetto emesso ieri della Corte d’appello di Genova, che porta alla prescrizione la gran parte dei reati ambientali di cui  la famiglia Riva e alcuni dirigenti si sono resi responsabili con l’attività  dell’Ilva, è un vero schiaffo agli abitanti di  Cornigliano e all’intera città . – dichiara Cristina Morelli Presidente del gruppo consiliare dei Verdi presso la Regione Liguria  –  Anni di battaglie ambientaliste e civili contro le attività  inquinanti della cokeria e dell’altoforno, che hanno causato danni sanitari ai cittadini, vengono spazzati via da lungaggini e da cavilli giuridici.
 
L’inquinamento provocato dalle emissioni di alcune industrie, tra cui l’Ilva, è da anni certificato dagli organi che svolgono il monitoraggio del territorio e i danni alla vita delle persone che vivono nelle vicinanze degli impianti è provato scientificamente, il costo sociale e sanitario che ne deriva deve anche essere tenuto in considerazione dalle istituzioni, – conclude Cristina Morelli – ma l’impunità  per i responsabili vanifica ogni sforzo istituzionale e non fa recuperare neppure in parte i costi sostenuti dalla collettività  “.   
 
I Verdi ricordano che l’imprenditore Emilo Riva è recidivo in materia di violazioni delle norme ambientali e della sicurezza e che continua ad avvelenare la città  di Taranto. Da studi di Greenpeace  e Legambiente l’impianto Ilva di Taranto risulta in Italia il secondo più inquinante per  emissione di CO2 e il primo per emissione di diossina. Inoltre la situazione nello stabilimento genovese, in parte dimesso,  presenta ancora problemi, soltanto un mese fa i Carabinieri del NOE hanno posto sotto sequestro un deposito di rifiuti speciali nell’area Ilva di Cornigliano, e nuova denuncia dei confronti di Emilio Riva e tre dirigenti. Genova, 20/01/2009.

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Da “Il Secolo XIX“ del 20 gennaio 2009 – Se veleni e risarcimenti vengono prescritti – Di Matteo Indice

La scure della prescrizione cancella l’inquinamento delle acciaierie e, di fatto, rende a dir poco remota la possibilità  di ottenere risarcimenti. àˆ il dato crudo emerso con la sentenza pronunciata ieri pomeriggio dalla Corte d’appello, che ha dichiarato decaduta la stragrande maggioranza dei reati contestati al patròn dell’Ilva Emilio Riva e ai suoi due figli Claudio e Arturo, non riconoscendo alcun rimborso agli abitanti e all’associazione “Per Cornigliano” ammesse quali parti civili.

Si chiude cosଠquello che era a buona ragione considerato il processo-simbolo su un pezzo di (recente) storia industriale genovese, l’unica inchiesta penale di ampio respiro sulle emissioni nocive.

Con un altro colpo di teatro: mentre in primo grado Riva era stato condannato anche per i fumi dell’altoforno, prodotti fino al 2005, su quello stesso aspetto i giudici ieri hanno deciso di rimandare gli atti alla Procura «per vizio di procedura», facendo in pratica ripartire l’indagine daccapo e dilatando a dismisura i tempi. Il risultato è che l’addebito in teoria più “vicino”, e che in caso di condanna avrebbe fatto da apripista ai risarcimenti, finirà  anch’esso prescritto entro il 2010. Sarebbe infatti un’utopia pensare di arrivare a un nuovo giudizio in pochi mesi.

Il direttivo.

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